Magazine Politica

Tremonti e l’Italia di pongo

Creato il 16 ottobre 2012 da Albertocapece

Tremonti e l’Italia di pongoVoglio pubblicamente ringraziare Giulio Tremonti. La sua mutazione da liberista -leghista – berlusconiano a socialista lombardiano è stata così rapida e clamorosa da far invidia ai camaleonti o a certi alieni proteiformi di cui ci parla la fantascienza, ma ha il pregio di mostrarci il volto di una classe dirigente che ha superato il tradizionale trasformismo per attingere alla commedia dell’arte. Idee, valori, progetti sono solo pongo da adattare all’intelaiatura delle convenienze e degli interessi o nei casi di maggior onestà intellettuale, canovacci da piegare e adattare all’occasione.

Dopo 15 anni passati a bordeggiare tra il fraudolento nulla leghista e la farsa politica di Silvio adesso si presenta con un programma che  pare quello di un’altra persona: il Tremonti ministro dell’economia è diventato Tremonti 2.0 che niente ha a che vedere con quello precedente.  Verrebbe da chiedersi se mentiva prima o mente adesso: ma sarebbe una domanda oziosa, il “vero” Giulio non esiste, come del resto non esiste la maggior parte dei protagonisti degli ultimi vent’anni e passa. Il vero Giulio è quello che nel supermercato delle idee ha messo nel carrello ciò che più conveniva al momento per la ricetta della carriera e non c’è da stupirsi se gli ingredienti fossero i più diversi tra loro. Cucina fusion: negli anni ’80 Tremonti insegnava diritto tributario e contemporaneamente  faceva parte di uno studio milanese che insegnava come aggirarlo, era consigliere di Rina Formica e Gianni De Michelis, ma anche editorialista de Il Manifesto e tanto per non farsi mancare nulla, collaboratore del Corsera.

Si tratta però di una storia italiana molto più comune di quanto non si creda che testimonia degli anguilleschi giri di vasca, delle compravendite oscene, ma ancora di più della mancanza di convinzioni profonde, dell’essenza salottiera e occasionale della cultura politica e anche di quella generale. Per questo, anche, siamo così indifesi di fronte alle “necessità” che ci vengono imposte come se fossero dettate dal destino in persona, salvo poi dire che la si pensa diversamente: nei momenti drammatici non si riesce a nascondere la scissione di personalità e le idee acquistate al supermercato diventano deboli, si trasformano in soprammobili, in vetrinette da spolverare ogni tanto e finiscono per essere oggetto di baratto o di noncuranza: alla fine esistono solo nelle parole, ma non riescono a incidere nella realtà.

Ed è così che la “vera” Italia rassomiglia tanto al “vero” Tremonti.

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :