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Trend Occupazione Editoria 2004 — 2014

Creato il 03 marzo 2015 da Pedroelrey

Sem­pre dall’inter­vento del Prof. Ales­san­dro Nova dell’Università Boc­coni durante il con­ve­gno “Senza let­tura non c’è cre­scita. Quo­ti­diani, perio­dici e libri come leva per lo svi­luppo del Paese”, al quale è già stato dedi­cato spa­zio la scorsa set­ti­mana, i dati sul trend dell’occupazione nell’editoria nell’ultimo decennio.

Com­ples­si­va­mente la per­dita occu­pa­zio­nale è di circa 58mila posti di lavoro [ai quali andreb­bero som­mati quelli rela­tivi alle oltre 10mila edi­cole che nel pari periodo hanno chiuso i bat­tenti] pari ad una ridu­zione del 20.6%.

I seg­menti mag­gior­mente col­piti, anche in ter­mini di per­dita di posti di lavoro [*], sono quelli dell’editoria quo­ti­diana che passa da 13751 a 9744 per­sone impie­gate [-30%] e dell’editoria spe­cia­liz­zata in cui il calo è di oltre il 50%. L’editoria libra­ria, di cui si parla tanto in que­sti giorni, è quella che pare essere in minor sof­fe­renza rispetto agli altri con una ridu­zione occu­pa­zione del 4.3%, men­tre è l’industria della stampa, car­to­tec­nica e tra­sfor­ma­zione a pagare il prezzo mag­giore della crisi con 40mila per­sone impie­gate in meno.

Fin­ché non si trova il ban­dolo della matassa per quanto riguarda i ricavi, il taglio dei costi, pur essendo dolo­ro­sa­mente ope­ra­zione neces­sa­ria, non è di per se stesso suf­fi­ciente a garan­tire la soste­ni­bi­lità eco­no­mica delle imprese del set­tore, come emer­geva dal rap­porto della FIEG: “La Stampa in Ita­lia 2011–2013″.

L’infografica sot­to­stante for­ni­sce il det­ta­glio per anno e per seg­mento [per visua­liz­zare i dati pas­sare il mouse sul grafico]

[*] Il dato dell’editoria non spe­cia­liz­zata è rela­tivo ai soli gior­na­li­sti e non con­tem­pla gli addetti grafici.


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