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TRENTATRE’ BLOG TOUR Tappa #1 : Una birra in compagnia…

Creato il 20 novembre 2014 da Anncleire @anncleire

 TRENTATRE’ BLOG TOUR Tappa #1 : Una birra in compagnia…

 

È con molto onore e terrore che mi appresto a are inizio a questo Blog Tour. Sono molto affezionata a questo libro, lo considero un po’ il mio figlioccio, lo considero un po’ anche mio. Non solo perché Mirya ne parla da mesi, e ce ne ha regalato brandelli nella sua pagina facebook come fiocchi di neve. Ma anche perché ne ho letto il primo capitolo, perché l’ho vissuto così tanto che come scrivo in continuazione ancora giro con i fazzoletti a portata di naso perché basta ripensarci che scoppio a piangere. È un libro speciale, che invito a leggere senza lasciarvi prendere da pregiudizi un libro che va amato e vissuto.

Ne ho già parlato a sufficienza nella mia recensione, ma ne continuerò a parlare nei secoli, anche perché è nella mia top three dei libri del 2014 e un libro coì non si dimentica:

“Soffro ancora di uno dei book hangover più grossi della mia esistenza so che non sarò mai in grado di superarlo. Perché questo libro è il mio fiocco di neve, perché mi ha dato una prospettiva diversa sulla vita, perché è quel genere di libro che non ti aspetti, che ti sconvolge. Quando pensi di averlo capito ti rendi conto che ha ancora un miliardo di cose da rivelare e che questo è il libro che neanche sapevo di desiderare.

Dimenticate qualsiasi preconcetto, qualsiasi convinzione, perché la scrittrice di Ferrara è pronta a portarvi in un mondo che odora di neve, profuma di Speranza, vive di Fortuna. È un libro indescrivibile, che va solo letto. Un libro indimenticabile, pieno di Grazia, che continua a vivere in voi anche dopo aver letto l’ultima pagina.”

 

Spero vivamente che lo leggiate… perché ne vale la pena. Trentatrè… un nome una garanzia:

 

TRENTATRE’ BLOG TOUR Tappa #1 : Una birra in compagnia…

 

Trentatré sono i giorni che Dio Si impegna a trascorrere sulla terra, senza i Suoi poteri, prima che Suo Figlio acconsenta ad aiutarLo nell’Apocalisse.
Trentatré sono i giorni di cui Grace dispone per persuadere quel vecchio pazzo convinto di essere Dio che il mondo non può e non deve finire.
Trentatré sono i giorni in cui Michele deve affrontare i suoi demoni, per liberarsi del marchio di Caino e imparare di nuovo ad avere fiducia.
Trentatré sono i giorni necessari a cambiare per sempre le vite del vecchio Giò, di Amir, di Juliette e di tutti coloro che ruotano attorno allo stesso locale.
Perché la fortuna non è positiva né negativa, le cose migliori accadono per caso e il mondo è pieno di incastri.

 

Se non avete ancora letto, vi invito seriamente a seguire il Trentatré Read Along organizzato da Soraidh (una ragazza meravigliosa) sulla sua pagina fb “Slytherin’s Roses” che OGNI GIORNO ci regala momenti di riflessione e domande su cui riflettere. Qui trovate il regolamento.

 

TRENTATRE’ BLOG TOUR Tappa #1 : Una birra in compagnia…

 

Ma torniamo a noi… e al Blog Tour. Mi sarei mai potuta tirare indietro di fronte la richiesta di Mirya? Assolutamente no, e siccome sono matta, siccome Mirya mi dice sempre si, non so perché abbiamo organizzato un tour davvero meraviglioso. E siccome per fare la pizza ci vogliono ingredienti buoni e se io e Mirya siamo farina e acqua… ecco l’olio, il sale e lievito e lo zucchero e quel tocco in più che rende l’impasto più gustoso.  (certe metafore non so da dove mi vengono… mandatemi al manicomio, studiare Compatibilità mi distrugge il cervello)

 

CALENDARIO

 

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Per la mia tappa io e Mirya ci siamo inventate un giochino molto speciale. Michele è il proprietario di un pub molto speciale, il Fortuna, e cosa si beve in un pub? LA BIRRA. Sia io che la scrittrice di Ferrara amiamo questa bevanda. Da quando ho scoperto la birra belga poi il mio amore è solo aumentato. Quella che mi è rimasta nel cuore e che rimarrà indissolubilmente legata ai miei sei mesi a Bruxelles è la Chimay Blue (strabuona, pesante, avvolgente e indimenticabile). Tra l’altro una delle scene più meravigliose del libro si svolge con un vassoio di rosse in mano… lo avete letto??? Insomma Michele le sa usare le mani… per spillare la birra a cosa pensate mi stia riferendo? Bene il gioco consiste in questo… ad ogni personaggio una Birra e una citazione… per conoscerli meglio.

 

 

TRENTATRE’ BLOG TOUR Tappa #1 : Una birra in compagnia…

 

Sergio è una Crown Ambassador Reserve, una birra molto costosa dal look raffinato. Non tanto perché Sergio è ricco, quanto perché è un uomo che è costato molto impegno a Lily, e che poi è diventato prezioso per quell’impegno riversato sugli altri. E di questa birra fanno poche bottiglie all’anno, come di Sergio esistono pochi esemplari, purtroppo.

“«Passi tu anche a prendere i fiori?»

«Come sempre, lo sai. Sceglierò le calle più belle.»

«L’ho fatto anch’io» le rispose suo padre con voce commossa. «È così che ho sposato tua madre e avuto te.»”

 

 

TRENTATRE’ BLOG TOUR Tappa #1 : Una birra in compagnia…

 

Consuelo è una Du Demon: forte, dal gusto subito intenso e dolciastro, adatto ad una che cucina dolci in continuazione; molto alcolica - in grado di stenderti in velocità come lei, insomma. E con il diavolo come simbolo, capace di seguirti e tormentarti ovunque.

“«Grace dice che hai sempre parlato poco di me…»

«E sai quando una donna non parla di una persona? Quando quella persona è incisa così a fondo nella sua anima che ogni parola a riguardo la farebbe sanguinare.» Consuelo aveva troneggiato su di lui, con una grandezza pari solo alla sua rabbia e al suo dolore. «In fin dei conti è stato un bene che non ti abbia mai trovato: non avrei potuto crescere Gioia dalla galera dove sarei finita per aver strangolato suo padre col suo stesso intestino.» Poi era entrata da sua figlia, probabilmente per ricordarsi che dalla prigione non avrebbe potuto neanche veder crescere suo nipote.”

 

TRENTATRE’ BLOG TOUR Tappa #1 : Una birra in compagnia…

 

Amir è per forza di cose una birra analcolica (che io non berrò mai…) e andando a nome, dato che non le conosco, direi la Tourtel. Perché mi ricorda sia i tortellini ferraresi (che Amir non potrebbe mangiare, dentro c’è la carne di maiale), che le torte. E Amir è un tortellino e una torta: ripieno di bontà.

“«Vi devo chiedere un favore» riprese più sicura. «Vedete quell’uomo al bancone, vicino al vecchio Giò? È mio padre ed è qui per controllare che io sia… trattata bene sul posto di lavoro. Perciò vi sarei davvero, davvero grata se questa sera vi comportaste in maniera educata e rispettosa e non lo faceste impensierire.»

Abbassò la testa, sentì altre risatine e pensò che non c’era alcun modo, per lei, di eguagliare sua madre. Era già pronta al putiferio che sarebbe seguito alla prima mano allungata quando udì un pugno sul tavolo. Rialzò lo sguardo, incrociando quello cupo di Amir.

«Ragazzi, la signora ci ha chiesto di essere educati e rispettosi per suo padre. Ed è esattamente quello che faremo.»”

 

 

TRENTATRE’ BLOG TOUR Tappa #1 : Una birra in compagnia…

 

Il vecchio Giò è una Guinness: scura, cremosa, inconfondibile, forte, amara.

Non si può bere solo per dissetarsi: bisogna rifletterci su. Ha un suo passato, lo capisci al primo sorso, e non te ne liberi facilmente. Ma è imperdibile e forte e persistente, e non hai nessuna intenzione di liberartene.

“«In guerra ero in un reparto speciale. Il nostro primo compito era scoprire le cose.»

«Quale guerra?»

«E il nostro secondo compito era nasconderle.»”

 

 

TRENTATRE’ BLOG TOUR Tappa #1 : Una birra in compagnia…

 

Juliette è una Leffe Vieille Cuvée, che era la birra preferita da Chiara (la protagonista di Di Carne e di Carta). È un blend di due o più birre diverse avvenuto prima dell’imbottigliamento, e che sembrano combattersi e fondersi per creare un gusto unico, dolce ma non troppo, e un colore unico, ambrato coi riflessi rossastri. E Juliette ha fuso diversi apporti della sua vita, alcuni positivi e alcuni negativi, per diventare se stessa ed essere qualcosa di diverso da chi l’ha creata.

“Girò attorno al bancone per abbracciarlo ma Juliette spuntò dal nulla, come sempre faceva quando suo figlio veniva turbato in qualunque modo, come se avesse un interruttore dentro di lei che scattava richiamandola a rapporto ad ogni increspatura emozionale di suo figlio.

«Ssh… Ehi, ssh… Che succede, amore mio?» gli chiese con voce dolce, prendendolo in braccio e facendogli affondare il musetto singhiozzante nel suo collo. Poi, mentre il bambino aveva gli occhi chiusi contro di lei, si trasformò in una belva assetata di sangue nei confronti dei tre maschi che fissavano confusi la scena. «A chi di voi devo fare ingoiare i suoi testicoli?» sibilò.”

 

 

TRENTATRE’ BLOG TOUR Tappa #1 : Una birra in compagnia…

 

Giò Giò è una birra magica, che cambia tipo ad ogni ora. Prima è una rossa dolciastra, poi una bionda schiumosa, poi una birra forte, poi una birra leggera. Ma di una cosa puoi star certo: non è mai la birra che stavi cercando, è sempre quell’altra, quella che non ci stava proprio, secondo il tuo palato. E di cui poi però non puoi più fare a meno.

“«Szio, cos’hai nelle mutande?» chiese la belva, spingendo avanti lo stegosauro – era stato il primo di cui Michele aveva appreso il nome la sera precedente, apprendendo anche che le placche ossee erano davvero massicce come l’osso, specialmente sui testicoli. «Qui è tutto duro…» insistette Giovanni.

Si alzò come un fulmine, scacciando la perlustrazione di quelle manine che erano tutto tranne che delicate. L’aveva scoperto con quel primo abbraccio, che i bambini non sanno calibrare le forze e che, in proporzione col loro fisico, hanno la potenza di Thor – e nessuna cognizione di quali siano i punti fragili di un corpo umano. O forse sì, forse ne hanno una cognizione perfetta e li scelgono apposta, perché sono potenti come Thor e sadici come Loki.

«Non è niente» cominciò imbarazzato. «È solo…»

«È un’erezione mattutina, tesoro, ne abbiamo già parlato, ricordi?» lo sconvolse Juliette, continuando a ridacchiare. «Sai quando hai tanta pipì e il pistolino sembra un missile? Capita anche allo zio.»

Michele attese di cogliere uno sguardo inorridito su quel piccolo volto che d’ora in poi sarebbe stato per sempre traumatizzato, invece trovò solo occhi curiosi e riflessivi. «Ma lo szio ha un pistolone!» sentenziò poi la voce della verità, alla fine dei suoi processi cognitivi. «Chissà che male se spara il missile!»”

 

 

TRENTATRE’ BLOG TOUR Tappa #1 : Una birra in compagnia…

 

Michele è una Ceres, e non solo perché è la mia birra preferita, ma anche perché è forte senza essere esagerata ed ha un retrogusto amarognolo, come lui. Io non mi stanco mai della Ceres, come non mi stancherei mai di Michele

“«Non hai sentito niente di quello che ho detto?» le domandò irritato e sollevato insieme.

Perché D e il vecchio Giò l’avevano preso in giro, raccontandogli che stava piangendo, perché si era scusato senza motivo, ma per fortuna lei non aveva sentito le scuse, e purtroppo lei non aveva sentito le scuse, perché anche se D e il vecchio Giò avevano mentito lui sapeva di aver comunque passato i limiti e dunque in qualche modo doveva comunque scusarsi ma lei sorrideva ancora e aveva quei capelli rossi e quell’espressione provocante e lui aveva ancora quei ricordi – cioccolata al peperoncino – e poi la stava baciando. La stava baciando.

E Grace era calda e dolce e pungente come non si sarebbe mai aspettato, per nulla rigida e repressa come l’aveva definita, ma giocosa e ricettiva e, dopo la sorpresa iniziale, anche appassionata. Da sorprendente e irrazionale il bacio divenne coinvolgente e irresistibile e infine voluto, non più una reazione incomprensibile dei suoi ormoni ma una scelta altrettanto incomprensibile del suo cervello. Michele ritrovò nella memoria le fantasie su di lei che non sapeva di aver avuto, la voglia di lei che non sapeva di aver provato, e realizzò fantasie e voglia scoprendole la tenerezza delle labbra, la perfezione dei denti, il calore del palato, l’accoglienza di tutto quel corpo premuto contro il suo. Le strinse la vita con le mani, si schiacciò bramoso tra le sue gambe, la avvolse di desiderio e si lasciò avvolgere dal profumo delicato della sua pelle e dei suoi capelli, quei capelli il cui colore l’aveva ossessionato prima e la cui morbidezza lo ossessionava ora.

Grace aveva il sapore della timidezza e dell’entusiasmo, della resa gratuita come un dono, del sorriso che riusciva a sentirle anche sulla lingua, delle carezze che suggeriva ogni volta che si muoveva o parlava a qualcuno e…

Lei si staccò di colpo, appoggiandosi con la mano sinistra al suo petto, per tenersi in piedi, come se le ginocchia le stessero cedendo. Non erano molto salde neanche quelle di Michele.”

 

 

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D è una Bud: la birra più diffusa (dopo una marca cinese), dissetante, semplice, chiara. Perché lui è così: dissetante, semplice, chiaro e ovunque. Non ha bisogno di fronzoli o effetti speciali, di colpirti in nessun modo. Va giù bene che nemmeno te ne accorgi, e ne vuoi subito ancora.

«Dovrebbe importarmi se mi chiama Allah? Tu mi chiami con una consonante, eppure stai diventando una delle mie figlie predilette. Ma non dirlo agli altri, non voglio creare invidie.»

«E le guerre di religione?»

D si incupì e il locale parve incupirsi con lui. «A proposito di invidie. Già è assurdo che scrivano tutte queste fanfiction sul mio conto, ma che poi si mettano a fare anche le guerre tra i fandom mi intristisce proprio. Mi piacerebbe chiarire la faccenda con l’umanità prima  dell’Apocalisse: secondo te posso chiedere il copyright di me stesso?»

 

 

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Grace… Grace è l’acqua, ovviamente. Perché alla fine è l’unico liquido che cerchiamo quando abbiamo sete davvero, l’unico liquido che mandiamo giù quando stiamo male, il liquido di cui siamo composti noi e il mondo. Ciò di cui è fatta la neve. Tutto è Grace, per me: c’è neve ovunque.

Grace non ha un pezzo, perché Grace è GRAZIA e va scoperta lentamente, assaporata dolcemente, portata nel cuore per sempre.

 

 

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