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TRENTODOC (Banana) Republic

Da Trentinowine
 

Cesarini_Sforza___Aquila_Reale_2003 L’Agenzia Stefani/Piazza Dante ieri ha diramato un solerte comunicato stampa, che racconta di un divertente siparietto avvenuto a margine della conferenza stampa del venerdì della Giunta provinciale di Trento. Un brindisi a coppe di Aquila Reale Cesarini Sforza “che vola alto nel cielo della spumantistica italiana”, fra il governatore Dellai, i suoi assessori, i giornalisti e i nuovi vertici di La-Vis, ex commissario Zanoni compreso, nella cui galassia gravita ancora la maison spumantistica diretta dall’uomo che non sbaglia mai un accostamento della cravatta. Il motivo del brindisi, e del siparietto descritto dall’eccitato cronista, è presto spiegato: Aquila Reale Trento Doc, è stato segnalato dalla guida del Gambero Rosso come “Bollicine dell’anno” per il 2013.

La lettura dell’orgasmatica nota stampa istituzionale, mi induce ad alcune brevi riflessioni.

  1. Si può essere contenti fin che si vuole per un premio assegnato dal Gambero. E’ legittimo. E perfino comprensibile. Ma lasciarsi invece andare alla retorica gergale della tifoseria -“…dopo due anni riporta in Trentino (soffiandolo a Franciacorta) il titolo…” - mal si adatta con l’aura di eleganza e di savoir-faire che dovrebbe circondare il mondo champenois. E puzza di un provincialismo stantio di cui si farebbe volentieri a meno. Almeno nel 2012.

    2) Che i vertici, vecchi o nuovi che siano, di un’azienda privata discussa e chiacchierata – e appena uscita da un altrettanto discusso commissariamento durato due anni -, partecipino, seppure a margine, alle conferenze stampa della Giunta Provinciale, lascia quantomeno perplessi. E suggerisce, se ce ne fosse ancora bisogno, l’idea di intrecci e di contiguità fra politica ed economia cooperativa, che lascia altrettanto perplessi.

    3) Governatori a fine corsa e assessori ai blocchi di partenza, sono chiaramente liberi di festeggiare e di brindare a ciò che preferiscoo. Anche ai successi (?) di uno dei tanti player, anche trentini, del metodo classico. Farlo in pubblico e affidarne la memoria  ai posteri, ai resoconti letterari e calcistici di Agenzia Stefani/Piazza Dante, pare poco elegante. Almeno per rispetto degli altri competitor, trentini e non.

    4) Il premio al Metodo Classico cooperativo (“soffiato a Franciacorta”), è stato assegnato da un gruppo editoriale che, come è ormai noto a tutti, intrattiene relazioni di ottima collaborazione e perfino di partnership con le agenzie promozionistiche trentine. Così buone da consentirci di parlare, come recita testualmente una circolare riservata uscita in questi giorni dalle stanze di Trentino Marketing, di “Nuovo progetto con Gambero Rosso – Nuova partnership fra Trentodoc e la Guida Ristoranti d’Italia 2013 del Gambero Rosso. Il progetto – nato per valorizzare e incentivare i locali che, attraverso le proprie carte dei vini, esprimono la passione, la dedizione e la pazienza necessarie nel proporre adeguatamente questa tipologia di prodotto – prevede l’istituzione del nuovo Premio Trentodoc “La migliore Carta Vini dello spumante classico italiano” e la sua assegnazione al ristorante che meglio di tutti ha saputo esaltare le bollicine italiane. Il premio verrà consegnato a Roma l’8 ottobre in occasione della presentazione della nuova edizione della Guida sulla quale troveranno spazio tutti i ristoranti coinvolti dall’iniziativa”. Se così stanno le cose, e così le descrive l’agenzia promozionistica di via Romagnosi, riesce difficile capire a cosa si sia brindato ieri mattina.  Alla partnership o all’Aquila Reale?

Per fortuna, comunque, certi comunicati stampa di Agenzia Stefani/Piazza Dante, non se li fila nessuno. Tranne noi. Naturalmente.

Ps 1: Niente di personale, chiaramente, nei confronti di Aquila Reale 2005: me ne sono stappata una bottiglia anche ieri sera. E con grande soddisfazione. E niente di personale nemmeno nei confronti dell’ottima wine maker Giorgia Brugnara, che di questa bottiglia è madre e genitrice. E, infine, niente di personale, anzi solidarietà, ai contadini cembrani, che con fatica e sapienza coltivano lo Chardonnay, base di questa bottiglia. Nonostante le cravatte sforzesche.

Ps 2: Niente di personale nemmeno nei confronti dell’assessore Mellarini, che anzi abbraccio con tenerezza e comprensione, anche, e soprattutto, quando si lascia andare a dichiarazioni avventurosamente azzardate come questa: “Il Trento Doc sta ottenendo una sempre maggiore attenzione in Italia e all’estero come prodotto espressione del valore della viticoltura trentina. I riconoscimenti di Gambero Rosso sono un ulteriore stimolo per i 38 produttori (numero in crescita) del Trentodoc e confermano che siamo sulla strada giusta”.

Ps 3: Qualcosa di buono, fra le righe della nota stampa, lo si intuisce. Il marchio TRENTODOC, infatti, non viene mai citato espressamente, mentre si preferiscono dizioni più easy come TrentoDoc, Trentodoc e Trento Doc. Segno che forse la strategia promozionistica istituzionale sta cambiando. Se è così: era ora! Andando avanti di questo passo e di elisione in elisione fra non molto arriveremo al TRENTO. Finalmente.

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