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Troppi politici di ogni colore tra i minorenni per allevare con subdole arti gli elettori del futuro

Creato il 25 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

E’ uno dei comportamenti più discutibili e accomuna più o meno tutte le forze politiche, che trovandosi a fare i conti con un astensionismo elettorale insolitamente elevato e incontrollabile cercano di catturare l’attenzione dei minorenni finché sono impressionabili dalla sola presenza delle autorità. Ci sono sindaci che volentieri vanno nelle scuole, accompagnati da tanto di fotografo e cronista, come Perri in uno dei momenti peggiori delle contestazioni contro i tagli alla scuola pubblica. Abbiamo visto sul giornale cartaceo un sindaco seduto tra i banchi (perfettamente a suo agio per la verità).

Troppi politici di ogni colore tra i minorenni per allevare con subdole arti gli elettori del futuro

Questo è Perri in un centro estivo, ma gli esempi possono riguardare ogni colore politico. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Foto apparsa tempo fa su Cremonaweb

I teneri scolari delle elementari e delle medie ricorderanno una o due battute del sindaco, che farà di tutto nell’occasione per dire qualcosa di memorabile (difficile, ma ci avrà provato). Non solo Perri l’ha fatto bensì politici di ogni colore e non solo in Italia. Il politico a scuola, tra i componenti di un’associazione eventualmente cattolica, dove la disciplina è osservata e consente al noto ospite di parlare e farsi notare visibilmente e tangibilmente, non è una novità. Politici nelle associazioni, all’Azione cattolica ragazzi, come Daniele Burgazzi, ma anche da Comunione e Liberazione. Il vicesindaco Carlo Malvezzi all’Happening in piazza Stradivari, lui e il suo strumento musicale sotto gli occhi di tanti adolescenti. Politici ovunque, di destra, sinistra, centro, tanto sono alleati tutti nel governo Monti e non c’è gran problema a sostenerlo.

E poi tanto lavoro alle cooperative, tanta attenzione agli oratori, ai luoghi frequentati dai ragazzi, dai minorenni, non appena possibile, per far vedere “che le istituzioni ci sono”. Anche troppo presenti, quando si tratta di farsi vedere. Non solo tra ragazzi bensì pure alle mostre d’arte e ogni evento più o meno frequentato, sfilate e passerelle dell’assessore che si fa ben notare.

Apparire e soprattutto impressionare, lasciare il ricordino nella memoria: se è giovane e fresca e se il ricordo è una battuta, se è simpatico e gradevole tanto meglio. E pullulano da anni e anni politici che vengono dal mondo della scuola. Sintomatico. Presidi, insegnanti: certo hanno tempo di far politica, sì, ma dispongono anche di un ampio allevamento elettorale. Nelle pagine Facebook di oggi? Ah, quanti politici tra i ragazzi, ah che meravigliose foto!

E questo a noi non piace. E’ captatio benevolentiae, cioè è una forma di cattura della simpatia, dell’amicizia, ma in modo strumentale, esibizionistico, retorico. Berlusconi è i suoi bagni di folla? Ha ha ha. E i dittatori? Ma persino industrie e imprese ecc. I bambini: un target e basta. Numeri. Dati statistici, prede da controllare.

Nelle cronache si è trovata anche l’ex segretario di Stato degli Stati Uniti Condoleeza Rice (una che durante le occasioni ufficiali passava bigliettini a George W. Bush con scritto: “STAI ZITTO!” era il clamoroso caso in cui durante un incontro Israele-Usa Bush diceva che la politica estera israeliana è come il karate, ah che gaffeur): è stato riferito, tornando alla Rice e ai suoi guai che un bambino della classe che negli Usa equivale alla nostra quinta elementare ha messo in seria difficoltà l’importante personaggio. Che appunto le scuole le frequenta eccome. Tragico ricordo. George W. Bush era in una scuola a raccontare una strana fiaba mentre crollavano le Torri Gemelle in una catastrofe terroristica che ancor oggi concute dolore e senso di lutto.

Ma la politica si vende, va venduta, il messaggio va piantato nella testa, nella psiche impressionabile dei bimbi. George W. Bush che doveva fare? Dare una cattiva impressione? Perdere la testa? Bel problema per lui. Forse doveva entrare in azione come presidente, ma non l’ha fatto. Non si è mosso sino alla fine dell’ora, come ha mostrato il film di Michael Moore “Fahrenheit 9/11″. E’ stato commentato: perché Bush non sa decidere niente senza consulente. In una scuola poi è molto molto pericoloso.

Raffinate tecniche di comunicazione impongono al politico di dar soddisfazione alla platea delle giovani generazioni. Scout laici o cattolici, società sportive, associazioni di volontariato.

“Ma come è illegale? Adesso alziamo un altro muro, tra adulti e bambini così non ci capiamo più?”. Ovviamente no. Nulla di illegale, ma molto di tecnico, studiato a tavolino e finalizzato all’allevamento scientifico dell’elettore (Zucht von der Untermensch, allevamento del sottouomo per parodiare Nietzsche). Comportamenti accuratamente preparati, consulenti all’immagine e al linguaggio, abiti adatti, sguardo curato, linguaggio scelto con molta attenzione. Inutile parlare della tivù. Lo sporco gioco vi appalesa in modo disdicevole.

Occorre comunque nelle scuole preparazione anche perché i bambini non ne perdonano una. E infatti gli astensionisti sono molti. La propaganda subdola dei politici sorridenti e giovialoni fra li giovanissimi sortirà effetti?

Dubitevole. Molto. Ma è un tentativo che disgusta, perché non fa leva sulla riflessione, sulle idee (oggi chiamate “ideologie”, con odio, disprezzo, perché fanno pensare e rendono gli uomini più liberi e incontrollabili, forse anzi si sta diffondendo una discreta voglia di repressione, forse anche di roghi di libri che creano problemi come quelli di Kierkegaard, contrario al battesimo dei neonati. Come li kontrolli allora?).

Ci sono anche amministrazioni che si avvalgono della collaborazione delle scuole per far realizzare piccoli progetti, o anche interessanti progetti a studenti delle medie superiori. Ottimo, brillante, ma anche questa è pubblicità, marketing, come dice un’amica.

I politici devono per forza star fuori dai palazzi, ma il dibattito? Il confronto alla pari? Assente. Sostituito con gli spot tra li giovini, poi coi pacchi di voti portati a partiti e coalizioni elettorali da candidati appositamente prelevati dagli allevamenti o comunque votati da allevamenti di elettori pronti a sostenere l’individuo indicato pur di ottenere proficui rapporti.

Ci sono leggi fatte apposte per legalizzare, e a prova di bomba, tutta questa immoral circuizione. Resta un senso di vuoto, perché non circolano idee, ma pacchi  di voti. E così, senza idee, senza libero dibattito pubblico fra uguali che utilizzano un metodo razionale (vecchio modello secentesco, razionalista), senza illuminismo, senza confronto vero, anche la polis langue e chi non lo vede.

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