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Too big to fail mostra il ricatto costante cui gli stati sono posti per non far fallire ciò che è troppo grande, ciò che inspiegabilmente porterebbe con se il resto del mondo. E mostra i finanzieri che diventano politici e viceversa. Un favore dopo l'altro, una stretta di mano, una pacca sulla spalla. Perché il capitalismo ha redistribuito ricchezza per tutti ma ha generato più povertà e guerre del dovuto. Solo che uno non ci pensa. Non ci si pensa abbastanza se si fa parte di quella redistribuzione, che di fatto dà solo illusioni ma ti tiene lontano da quelle vite distanti (la maggioranza del mondo) che vedi alla TV. Quelle vite che finiscono troppo presto e sono sempre immerse nella merda e circondate da mosche.
Gli Indignati, o chi per loro, promettono che nel 2012 ci riprenderemo tutto indietro, lo scrivevano sulla home page del Fatto Quotidiano l'altro ieri. Non so come visto che per prima manca la democrazia che abbiamo svenduto noi stessi (anche molti di quelli che si indignano, anzi, soprattutto molti di loro) turandoci il naso e fingendo poi di essere innocenti. Ma senza riprenderci la democrazia non potremo pensare di battere i giganti; Golia schiaccerà Davide. Riconquisteremo la democrazia e ne avremo anche di più se non avremo pregiudizi. Se avremo la forza di unirci. E di capirci. La sconfiggeremo se penseremo che la ricchezza non sta nel PC da cui scrivo, e che i diritti oggi presenti non devono essere tolti in cambio delle briciole da dare ad altri più sfigati ma devono essere estesi. Nel mondo tutto. E' tutto così banale quello scrivo... ma sembra tutto così vero. La democrazia. Sembrava troppo grande per fallire. Invece è a un passo dal baratro. Alla peggio facciamo così: resistiamo.
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