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Troppo grande, troppo piccola

Creato il 29 dicembre 2011 da Alesan
Troppo grande, troppo piccolaGuardando Too big to fail ieri sera, con qualche settimana di ritardo, ho pensato che la lettera all'anno nuovo, quest'anno, potrei anche non scriverla. Che chiedere? Cosa sperare? Che tutto questo non avvenga più? Inutile. Il film di Curtis Hanson non è una rivelazione, non è un capolavoro, non è un Oscar mancato. E' una cronostoria, discretamente realizzata e con un buon cast, della fine. La fine di tutto quello che ha generato l'inizio della crisi: il crollo dei giganti. Giganti non eletti, giganti senza regole, giganti del capitale fatto di numeri e bugie. Una persona limitatamente intelligente dovrebbe essersi accorta già parecchi anni fa che l'economia governa il mondo non curante del contorno, dei nostri desideri, delle nostre scelte. E dovrebbe pretendere di più di un mutuo che sembra un ergastolo e di un'auto nuova. Dovrebbe non accontentarsi di essere spettatore passivo e incurante a sua volta del contorno. Quel contorno che è popoli, guerre, realtà. La loro non realtà, eppure ci schiaccia. Glielo hanno lasciato fare, lo stesso ex ministro Tremonti era uno di quelli che le regole poste dagli stati gli facevano venire un po' di mal di pancia... prima, dopo ha finto di essere uno stalinista o robe così.  La finanza al potere ha tolto soldi e speranze, futuro e concretezza. Ha generato modi di pensare fasulli, ricchezze utopiche da raggiungere con lotteria, mafie e guerre. La gente si è fidata, non lo so perché ma è così. Qualcuno si è fidato. L'operaio e il pensionato che investono in borsa non sono simboli di modernità ma di decadenza. Sono l'inizio della fine.

Too big to fail mostra il ricatto costante cui gli stati sono posti per non far fallire ciò che è troppo grande, ciò che inspiegabilmente porterebbe con se il resto del mondo. E mostra i finanzieri che diventano politici e viceversa. Un favore dopo l'altro, una stretta di mano, una pacca sulla spalla. Perché il capitalismo ha redistribuito ricchezza per tutti ma ha generato più povertà e guerre del dovuto. Solo che uno non ci pensa. Non ci si pensa abbastanza se si fa parte di quella redistribuzione, che di fatto dà solo illusioni ma ti tiene lontano da quelle vite distanti (la maggioranza del mondo) che vedi alla TV. Quelle vite che finiscono troppo presto e sono sempre immerse nella merda e circondate da mosche.
Gli Indignati, o chi per loro, promettono che nel 2012 ci riprenderemo tutto indietro, lo scrivevano sulla home page del Fatto Quotidiano l'altro ieri. Non so come visto che per prima manca la democrazia che abbiamo svenduto noi stessi (anche molti di quelli che si indignano, anzi, soprattutto molti di loro) turandoci il naso e fingendo poi di essere innocenti. Ma senza riprenderci la democrazia non potremo pensare di battere i giganti; Golia schiaccerà Davide. Riconquisteremo la democrazia e ne avremo anche di più se non avremo pregiudizi. Se avremo la forza di unirci. E di capirci. La sconfiggeremo se penseremo che la ricchezza non sta nel PC da cui scrivo, e che i diritti oggi presenti non devono essere tolti in cambio delle briciole da dare ad altri più sfigati ma devono essere estesi. Nel mondo tutto. E' tutto così banale quello scrivo... ma sembra tutto così vero. La democrazia. Sembrava troppo grande per fallire. Invece è a un passo dal baratro. Alla peggio facciamo così: resistiamo.

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