Magazine Maternità

Tu non puoi capire

Da Taccodieci @Taccodieci
La vita è fatta a tappe.
Prima si conosce un tipo, ci si strugge, ci si lascia e si giura che da quel momento in poi f*****o agli uomini ed evviva le amiche, che non ti tradiranno mai. Poi si scopre che che le amiche possono essere delle grandissime stronze e si torna al punto di partenza.
Poi arriva quel momento in cui tutte si sistemano mentre tu hai ancora voglia di ballare su di un tavolo con i capelli sudati che ti cadono sulla faccia ed un mojito gelato che ti cola condensa nella mano.
Le tue amiche ti guardano, scuotono le testa e ti dicono che quando avrai anche tu un ragazzo "serio" (come se quelli che hai avuto fino a quel momento fossero stati dei simpatici ma ridicoli Tamagotchi) metterai la testa a posto.
Poi anche tu metti da parte la cineseria ed incontri un ragazzo "serio". Senti che dovresti mettere la testa a posto, come hanno fatto tutte le tue amiche, che hanno da tempo rinunciato ad hobby ed amici e si sono ritirare in una strana ma estatica clausura domestica, ma proprio non ce la fai. Tu ed il tuo ragazzo "serio" ve ne andate in moto in spiaggia, poi vi fate una doccia in riva al mare e poi via a folleggiare senza nemmeno passare da casa.
Forse quindi pensi che non sia una questione di ragazzo o non ragazzo, ma una questione di mentalità e basta. Come se quelle ragazze che adesso sono a casa a fare la calza si fossero date un gran daffare per fare in tempo tutto ciò che, per oscuri motivi, sentivano che non avrebbero più potuto realizzare in seguito.
Ma già, tu non puoi capire.
Le tue amiche mettono su casa e tu sei ancora a casa con i tuoi.
Le chiami per sentire se abbiano voglia di uscire: nel 90% dei casi ti dicono che sono stanche (nonostante tu abbia proposto una pizza e non una serata al Gods of Metal) e che il giorno dopo devono svegliarsi presto, nel 10% dei casi escono e parlano esclusivamente di tasse, di faccende domestiche e di come siano riuscite, da sole, a montare un maledetto mobiletto Ikea. Perchè sono donne indipendenti, loro che vivono da sole.
Tu entri nella conversazione raccontando che anche i tuoi sono via per tutta l'estate ed in effetti è un casino cercare di capire come diavolo funzioni una lavatrice, ridi raccontando di come sei riuscita a far diventare rosa ben sette chili di biancheria, ma niente: "tu non puoi capire".
Le difficoltà che incontri tu non sono nulla in confronto a quelle che affrontano le tue amiche, ogni giorno nella trincea della vita da donne emancipate.
I tuoi prima o poi torneranno a casa e sistemeranno tutto, per loro non è così.
Arrivi infine Al Momento.
Quel momento in cui gli amici mettono su famiglia: tadààà!!!
Nel momento in cui nasce un figlio, è come se tanti dei tuoi amici diventassero desaparecidos. Come se sparissero misteriosamente durante una vacanza a Bangkok per essere capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Li chiami e non rispondono. Non possono bere alcolici (nemmeno i papà) e quindi gli aperitivi sono off limits.
In qualsiasi orario del giorno e della notte il bambino, detto anche "l'insaziabile", deve mangiare e così loro non si possono muovere da casa. Come se un neonato, come un porcellino d'indie, ingurgitasse ogni giorno una quantità di cibo pari ad un multiplo intero del proprio peso. Tu non puoi andare a trovare loro perchè in qualsiasi momento della giornata il bambino deve anche dormire. Se escono a prendere un gelato è solo dalle 15.00 alle 15.45. Con l'ansia a mille.
In certi casi il pargolo non lo puoi nemmeno prendere in braccio, perchè, nonostante dieci anni trascorsi come baby sitter, non hai mai avuto figli e chissà quali traumi potresti provocare a quella povera creatura. Ci sono genitori che ti fanno anche tenere in braccio i figli, ma li vedi che sono lì che pregano perchè tu non faccia [@##@t€ e glieli restituisca tutti interi il prima possibile. Poi, appena glieli ridai, visibilmente sollevati, mettono in funzione l'aspiracaccole e puliscono le narici del baby.
Se si parla di vacanze, per loro è come fare una passeggiata sul viale dei ricordi: sospirano e sembra che fino a che il bambino non avrà preso la patente non potranno più nemmeno andare al centro commerciale.
Se si parla di film, loro non li hanno visti (nonostante per certe situazioni esista anche lo streaming). Se tu vai al cinema, "beata te". Oppure, molto peggio, un "goditela fin che puoi!".
Perchè, in fin dei conti, il focus è sempre lo stesso: un grande, immenso, gigantesco TU NON PUOI CAPIRE.
Se fino a quel momento l'avventura di genitore ti era parsa giocosa, ora che la vedi con gli occhi di un vero neo genitore sembra proprio l'anticamera dell'inferno: altro che Caronte!
Tu capirai quando avrai figli (il sottinteso è "e se continui su questa strada non ne avrai mai").
Tu che chiedi a dei poveri genitori di esserte ancora degli amici ed, in defintiva, ancora degli esseri umani, hai delle pretese assurde perchè proprio non capisci i sacrifici e l'impegno che l'essere genitori comporta.
Tu, sfigliata (parola che contiene solo un "li" rispetto a "sfigata)", che ne vuoi sapere di quello che un genitore può e non può fare?!?
Ci sono genitori che ti guardano dall'alto in basso, esattamente come le tue compagne di liceo ti guardavano solo perché loro avevano perso la verginità (magari nel retro di un furgone assieme ad un tipo che poi è finito in galera per droga) e tu ancora no.
Come qualche tempo fa ha giustamente scritto la mia amica Princess, "al “Tu non puoi capire” non puoi rispondere niente perché appunto non hai argomenti di cui trattare, almeno così ha pontificato il tuo interlocutore. E’ come se dei tuoi amici stessero parlando tra di loro di un film che tu non hai visto o un libro che tu non hai letto: non puoi dire la tua né intervenire in alcun modo. Che poi il “Tu non puoi capire” si accompagna ad un espressione facciale di misto sofferenza/compassione che ti fa intuire la pesantezza della situazione di vita gia vissuta. Che tu non puoi capire perché non l’hai vissuta e se mai la vivrai sarà sempre troppo tardi perché c’è chi l’ha già passata ed ha un consiglio da darti in merito."
Se un giorno dovessi avere dei figli e dovessi comportarmi così, vi chiedo la cortesia di abbattermi.
La Redazione

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :