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Tuareg del Mali / Alleanze sbagliate

Creato il 01 ottobre 2012 da Marianna06

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Il Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla),che ha per obiettivo l’autonomia amministrativa del nord del Mali,in questi ultimi tempi, alla fine, una “cosa” l’ha capita e anche molto chiaramente.

E cioè che certe amicizie possono essere e sono effettivamente pericolose, specie se si fanno per opportunismo politico momentaneo o sull’onda di una emotività di massa non controllata e non controllabile .

E mi riferisco all’alleanza da esso stretta, dopo una prima fase di ribellione, a gennaio, contro il governo centrale di  Bamako, con quelli che sono i gruppi islamisti di Ansar Al Din e Jihad in Africa occidentale (Mujao), immediatamente e durante il golpe militare di marzo.

Sappiamo tutti però che, proprio a partire dal famoso golpe di marzo, il Mali sta vivendo uno dei periodi più difficili della sua storia recente e si trova in una  fase politica fortemente destabilizzante, il cui prezzo più salato è pagato , comunque, dalla gente comune che non riesce più a vivere serenamente la propria quotidianità tra mille disagi di ogni genere.

Tuttavia il peggio dei disagi è concentrato nel nord del Paese, lì dove vivono anche e sopratutto i tuareg,il cui incontro con la sharìa è divenuto, giorno dopo giorno,dopo la “luna di miele”, addirittura scontro.

E mi riferisco a processi sommari e mutilazioni arbitrarie, previste, purtroppo, dalla legge islamica, di cui anche Amnesty International denuncia da giorni la ripetitività nonché la terribile gravità.

Ecco allora che dal rappresentante in Europa del “Mnla”  viene scritta, qualche giorno fa, una lettera al Segretario generale dell’Onu ,Ban Ki Moon, come per dire: “Scusate, ci siamo sbagliati!”.

O meglio : “Abbiamo fatto la scelta sbagliata.”

Nella lettera non si fa mistero dell’alleanza terrorismo-narcotraffico e si sottolinea ,piuttosto enfaticamente, l’imprescindibilità dell’apporto del Nord, e quindi dei tuareg, per la soluzione della  politica maliana.

Ma le divergenze sulle possibili piste, che porterebbero ad una soluzione del problema in maniera quasi definitiva, sono così tante,compreso  un “sì” o un “no” all’intervento delle truppe militari della Comunità economica dei Paesi dell’Africa occidentale (Cedeao- Ecowas), che tutto resta ancora  molto sfumato con l’aggravante che i militari (berretti rossi e berretti verdi), paracadutisti e guardie dell’ex-presidente Amadou Toumani Turé , i primi, e gli uomini del comandante Sanogo, protagonista del golpe di marzo,i secondi,una spina nel fianco del Paese, non se ne stanno neanche troppo tranquilli.

 

 a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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