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Tunisi (Tunisia) /Il machismo incontra sostegno persino nelle aule di tribunale

Creato il 01 aprile 2014 da Marianna06

 

  

Maldito hombre

 

 

Sono stati condannati a sette anni di carcere i due agenti di polizia accusati di stupro ai danni di una giovane donna: il verdetto emesso da un tribunale di Tunisi riguarda un caso giudiziario oggetto di una lunga polemica nel Paese e molto seguito all’estero.

La vittima, nota come Meriem Ben Mohamed – nome fittizio per motivi di sicurezza – è stata aggredita dai poliziotti alle porte della capitale mentre si trovava in macchina col fidanzato.

Il fatto è avvenuto nel settembre 2012.

Un terzo agente che ha cercato di estorcere denaro al ragazzo è stato invece condannato a due anni di prigione.

Durante l’ultima udienza a porte chiuse i poliziotti hanno negato i fatti, puntando invece il dito contro la vittima; i legali degli agenti hanno chiesto un non luogo a procedere.

“Purtroppo la giustizia tunisina non è mai stata così clemente con dei stupratori. Si tratta di una pena troppo clemente per uno stupro collettivo. Invece di essere un deterrente la sentenza odierna incoraggia l’impunità” ha commentato Radhia Nasraoui, avvocato di Meriem.

In un primo momento la procura aveva cercato di incriminare la coppia per “attentato al pudore”, suscitando un’alzata di scudi della società civile tunisina e una campagna di sostegno all’estero.

In segno di solidarietà decine di donne si sono radunate davanti al tribunale, chiedendo maggiore protezione e giustizia per le vittime di violenze sessuali e fisiche. 

    a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

 Il disegno a corredo del testo è dell'artista palermitano Maurizio Barraco


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