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Turchia: i detenuti curdi sospendono la protesta dopo oltre due mesi
Creato il 19 novembre 2012 da PasudestDopo oltre due mesi, ieri è finito lo sciopero della fame ai 1700 detenuti curdi nelle carceri turche. Come riferiscono le agenzie, è stato lo stesso leader del Pkk, Abdullah Ocalan, in isolamento nell'isola di Imrali a far giungere ai detenuti un appello perché non mettessero a rischio la loro vita dopo che sabato scorso, per la prima volta da mesi, suo fratello è riuscito a visitarlo Ocalan in carcere. “Il leader ritiene che gli scioperi della fame abbiano raggiunto il loro obiettivo”, ha detto Mehmet Ocalan al termine della visita. I prigionieri, ma anche molte altre persone, come alcuni deputati del Bdp, il partito filocurdo presente nel parlamento di Ankara, avevano iniziato lo sciopero il 12 settembre per chiedere, tra l'altro, la possibilità di utilizzare la lingua curda per difendersi nei tribunali turchi e la fine dell'isolamento in carcere per il leader storico del Pkk.
Secondo il quotidiano Radikal, l'appello di Ocalan è nato in seguito ad una serie di incontri con i funzionari dei servizi segreti. Il giornale spiega che “una delegazione è andata a Imrali in tre occasioni” e che “un alto dirigente ha partecipato a una delle tre visite in cui è stato richiesto l'intervento di Ocalan”. Nelle carceri dove si trovano i detenuti che hanno attuato lo sciopero sono intervenute inoltre equipe di sanitari per assistere i detenuti più gravi (quasi 150 secondo quanto reso noto del ministero della Giustizia). Inoltre il governo turco ha accettato di presentare un provvedimento di legge ad hoc che consentirebbe ai detenuti di utilizzare la loro lingua madre nei processi dove sono imputati.
La conclusione, almeno per il momento, dello sciopero della fame, che stava rischiando di trasformarsi in una tragedia, ha fatto tirare il fiato al governo Erdogan: “Ringrazio i detenuti che hanno preso questa decisione, hanno fatto la cosa giusta, non hanno turbato il popolo turco, perché nessuno voleva che questi scioperi avessero come esito delle morti”, ha dichiarato il vicepremier, Bulent Arinc, secondo il quale la fine dello sciopero “ha evitato grandi dolori e sofferenze alla nazione turca”.
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