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Tutti a Casa, l’Italia dopo l’armistizio

Creato il 07 agosto 2013 da Postscriptum

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Uno tra i film più importanti sulla Seconda Guerra Mondiale e le sue tragiche conseguenze per l’Italia è “Tutti a Casa”, diretto da Luigi Comencini nel 1960. Tra i protagonisti Alberto Sordi, Serge Reggiani e Eduardo De Filippo, per un’opera che unisce il tono della commedia a quello drammatico, in una storia ambientata nei giorni dopo l’armistizio, reso pubblico l’8 settembre 1943, tra l’Italia e le forze alleate angloamericane che stavano avanzando.
Veneto, 8 settembre 1943. La radio diffonde un comunicato importantissimo: l’Italia ha firmato l’armistizio con gli Alleati anglo-americani! Tra i soldati italiani all’ascolto è subito festa, la guerra è finita, tutti a casa! I tedeschi cominciano la fuga. Intanto il sottotenente Alberto Innocenzi(Alberto Sordi) e la sua truppa sono fuori dalle postazioni e lontani dalla radio, mentre vedono alcuni tedeschi che vanno via e che, accortisi dei soldati italiani, cominciano a sparare. Innocenzi e i suoi in qualche modo si mettono in salvo e giunti al riparo il sottotenente si mette in contatto coi superiori, i quali sono nella confusione più totale: in pratica la maggior parte dell’esercito non sa come reagire e comportarsi di fronte a una notizia del genere, che prende di sorpresa tutti. C’è chi diserta per tornare a casa, chi fugge, e chi resta attento al dovere come Innocenzi. Ma il reggimento si divide e il sottotenente resta assieme soltanto al geniere Ceccarelli(Serge Reggiani) e al sergente Fornaciari(Martin Balsam). I tre, in qualche modo, decidono di ritornare a casa. E si dividono e ritrovano, incontreranno altri soldati, vedranno situazioni drammatiche. Fornaciari giunge per primo ma troverà guai. Innocenzi, arrivato a casa, dovrà persino fuggire dal padre(Eduardo De Filippo) che vorrebbe inserire il figlio nelle nuove forze fasciste che si stanno organizzando. E il viaggio del sottotenente e di Ceccarelli arriva fino a Napoli, durante le Quattro Giornate di fine settembre.

“Tutti a casa” è un film da vedere e riscoprire. Raccontare uno dei momenti più drammatici della storia d’Italia attraverso la leggerezza e lo stile di quest’opera fa del film un capolavoro. Soggetto e dialoghi sono opera dei grandissimi Age e Scarpelli, ovvero Agenore Incrocci e Furio Scarpelli, che hanno scritto anche la sceneggiatura insieme al regista Luigi Comencini e Marcello Fondato. Proprio Comencini, tra i padri della commedia italiana, dopo i successi degli anni ’50(ricordiamo ad esempio “Pane, Amore e Fantasia”), adesso si cimentava in un nuovo tipo di commedia che quasi incontrava il neorealismo.

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Il sottotenente Innocenzi e il geniere Ceccarelli in viaggio verso casa

Se il neorealismo di fine anni ’40 e anni ’50, infatti, si occupava principalmente del disagio sociale italiano, dalle grandi città ai piccoli paesi, da Nord a Sud, come raccontato da De Sica, Rossellini, Visconti e altri grandissimi autori, adesso con la maturità acquisita dal nostro cinema si poteva aprire una fase nuova, raccontando la realtà tragica che era stata la guerra. Tra il 1959 e il 1960 vengono prodotti film quali “La Ciociara” di Vittorio De Sica, “Era Notte a Roma” e “Il Generale della Rovere” di Roberto Rossellini, “La lunga notte del ’43″ di Florestano Vancini, “Estate Violenta” di Valerio Zurlini.  Spesso con soggetti originali e sviluppati sullo sfondo degli eventi bellici o altre volte raccontando storie realmente accadute.

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Alberto Sordi e Serge Reggiani

 

“Tutti a casa” ha sullo sfondo un periodo quanto mai complesso. L’armistizio perfezionato il 3 settembre 1943 dal Generale Badoglio e i principali vertici militari italiani con le forze angloamericane sbarcate in Sicilia a luglio provocò drammatiche conseguenze per l’incapacità del governo italiano e del Re di dare seguito a delle disposizioni per avvertire l’esercito e la popolazione delle decisioni assunte, inevitabili peraltro. Alla radio venne annunciato così: «Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi di qualsiasi altra provenienza». Ma tutti i nostri soldati si trovarono disorientati e contro i tedeschi che misero subito in pratica l’ordine di occupare e prendere il comando delle principali città d’Italia e delle zone circostanti, praticamente da Milano fino a Napoli. I militari italiani si trovarono di fronte un nemico che fino al giorno prima era, nostro malgrado, alleato. Mentre la famiglia reale fuggiva verso Brindisi. E, per tornare al Film, impreparati si trovarono anche il sottotenente Innocenzi e il suo reggimento.

Uomo attento alle regole, all’ordine, alla disciplina il nostro Innocenzi, interpretato in maniera magistrale da Alberto Sordi. Che torna a un ruolo da militare dopo il successo de “La Grande Guerra”. Innocenzi però si trova spiazzato, e vorrei vedere, dopo che i tedeschi gli si fiondano contro. “Allora è tutto finito” esclama al Colonnello, mentre una bomba esplode poco fuori! No, purtroppo non è finita. Ma molti tra i soldati italiani fuggono, si disperdono, o vengono uccisi dai tedeschi. Innocenzi si trova infine assieme al geniere Ceccarelli, uno splendido Serge Reggiani, e al sergente Fornaciari, interpretato da Martin Balsam. Tutti e tre decidono di tornare a casa, ma troveranno non poche difficoltà, e dovranno prendere abiti da civili, se vorranno riuscire. Vedranno un’Italia distrutta e la cieca furia di tedeschi e fascisti. Piccole grandi storie che si possono apprezzare pienamente guardando il film.

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I soldati italiani al riparo dal nemico tedesco

Il viaggio di Innocenzi e Ceccarelli prosegue più a lungo. Il sottotenente però compie un percorso di cambiamento, disgustato da ciò che ha visto e stanco di indossare una divisa che forse non avrebbe neppure voluto. Giunto a casa dal padre, ne fuggirà, dato che il genitore, interpretato da un brillante Eduardo De Filippo, vorrebbe che il figlio continuasse a combattere coi fascisti. Un personaggio particolare, quello del grande Eduardo, che mostra come in un regime che aveva portato l’Italia alla rovina riuscisse ancora a illudere chi ci aveva creduto all’inizio. Innocenzi prosegue allora fino a Napoli con Ceccarelli, persona d’animo semplice che il bravo Reggiani rende alla perfezione. Ma gli eventi delle Quattro Giornate daranno ulteriore consapevolezza a Innocenzi della necessità di combattere ancora, e lui forse per la prima volta davvero, ma per liberare dal nemico l’Italia.

Alberto Sordi e Eduardo De Filippo

Alberto Sordi e Eduardo De Filippo

Tutti a Casa, diretto da Luigi Comencini, Italia 1960, Commedia, Drammatico, Guerra

con Alberto Sordi(Sottotenente Alberto Innocenzi), Serge Reggiani(geniere Assunto Ceccarelli), Eduardo De Filippo(padre di Alberto), Martin Balsam(sergente Fornaciari), Nino Castelnuovo(artigliere Codegato), Carla Gravina(Silvia Modena), Alex Nicol(prigioniero americano), Claudio Gora(il Colonnello), Mac Ronay(Evaristo Brisignoni), Didi Perego(Caterina Brisignoni), Mario Felicioni(Capitano Passerini), Jole Mauro(la moglie di Fornaciari), Ugo D’Alessio(il Prete), Ciccio Barbi(cuciniere), Mino Doro(Maggiore Nocella), Carlo D’Angelo(Ufficiale partigiano), Silla Bettini(Tenente Di Fazio), Guido Celano, Vincenzo Musolino, Mario Frera(fascisti)

Soggetto: Age & Scarpelli (Agenore Incrocci e Furio Scarpelli)
Sceneggiatura: Age & Scarpelli, Luigi Comencini, Marcello Fondato
Montaggio: Nino Baragli
Fotografia: Carlo Carlini
Scenografia: Carlo Egidi
Musica: Angelo Francesco Lavagnino, direzione Franco Ferrara
Prodotto da Dino De Laurentiis(Roma), Orsay Film(Parigi), bianco e nero, 120′

Giuseppe Causarano
Twitter @Causarano88Ibla


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