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Tutti al mare. Proprio tutti!

Creato il 16 settembre 2015 da Abattoir

di Antonio Patti

Le persone che lavorano tutto l’anno aspettano l’estate come un toccasana. Vogliono finalmente rilassarsi, distrarsi e approfittare della fatidica prova-costume per dimagrire un po’.
Quello che ci offrono le spiagge palermitane, però, a volte ci costringe a non distrarci, a non rilassarci.
Ecco nella nutrita folla dei bagnanti alcune categorie immancabili.

La comitiva degli undicenni
Composta da un numero variabile dai tre agli otto componenti, è fatta da indemoniati che dopo avere riposto i loro teli in una parte qualsiasi della spiaggia (spesso lontano dal bagnasciuga), fanno perdere le loro tracce per poi apparire continuamente nei momenti più delicati. E la loro presenza diventa fastidiosissima: li senti arrivare in lontananza. Prima un brusio, poi voci distinte, poi passi impercettibili, poi grida minacciose. All’improvviso (ovunque ti trovi) il loro passaggio ti sommerge di sabbia, calda e asciutta, e quando riapri gli occhi tutto è calmo e non c’è nessuno vicino a te. Se stai leggendo un libro decidono di venirsi a raccontare barzellette accanto a te. E a queste barzellette possono ridere solo loro. Se stai mangiando, si piazzano a due metri e decidono di urlare e riprodurre il verso di chi sta vomitando, così ti passa subito l’appetito.
Il governo dovrebbe vietare la loro presenza nelle spiagge.

La comitiva dei diciottenni
Composta da un numero variabile tra i quattro e gli otto componenti, è fatta da ragazzi che hanno perso il sonno per un intero anno scolastico e non vedevano l’ora di andare a dormire in spiaggia per il meritato riposo.
Solitamente divisi in coppie, stendono i loro teli lontanissimo dal bagnasciuga. Solitamente la ragazza si distende sulla tovaglia e poggia la testa sulle gambe del ragazzo. I ragazzi poggiano le loro schiene l’uno contro l’altro. La comitiva dei diciottenni non parla. Se la spiaggia fosse composta solo da loro ci sarebbe un silenzio da far paura. I ragazzi sono costretti (per una tradizione tramandata nei secoli) ad accarezzare con movimenti simmetrici e ripetuti, le loro ragazze. Questo è l’unico movimento che sono in grado di fare. Le ragazze si lasciano coccolare, e ogni tanto si aggiustano il costume, più che altro per uccidere la noia. A volte i componenti della comitiva si guardano e accennano a un sorriso, anche questo fatto un po’ per spezzare la monotonia e un po’ per sostituire frasi ben più articolate che non hanno la forza di pronunciare. La proposta del bagno viene fatta dal più coraggioso e pieno di forze: «Ci andiamo a buttare?». Chi non conosce il gergo potrebbe pensare, vedendoli così distesi, che stanno pensando al suicidio.

La famiglia patriarcale
Composta da un numero compreso tra i sei e i dodici componenti è la famiglia che non vorresti mai avere accanto se hai pagato una cabina.
Arrivano in spiaggia alle sette del mattino e se ne vanno alle otto di sera. Quando arrivano riescono a tirare fuori dalla cabina una tale quantità di cose che viene il dubbio che uno di loro sia un po’ come il mago Silvan che estrae dieci conigli da un cappello a cilindro. Nel giro di pochi minuti riescono a costruire un villaggio in spiaggia: sedie, sdraio, sgabelli, ombrelloni, teli, giocattoli, bici, alberi finti, canotti, lettini gonfiabili, palloni, freccette, bocce, carte siciliane, francesi, americane e turche, riviste e libri. Se hanno una cabina riescono a invaderne lo spazio di altre dieci. I titolari delle altre cabine decidono per il quieto vivere di andare sulla battigia. La famiglia patriarcale è gioviale, allegra e fracassosa. I rimproveri verso gli altri componenti sono d’obbligo. La nonna è troppo apprensiva. Il nonno non deve stare al sole. La figlia non si deve allontanare, il figlio non deve alzare la sabbia, la moglie deve continuamente sistemare tutto, il marito non si muove, il fratello fa gli scherzi, la sorella bagna tutti per dispetto. Parlare di pranzo e cena per la famiglia patriarcale è quasi impossibile. Dalle otto alle venti è un masticare continuo. Si parte con caffè, cornetti e pizza del giorno prima. Poi si passa alla frutta, poi alla merenda di mezza mattina, poi alle patatine; e poi c’è il pranzo. Poi ancora frutta-gelato-caffè-patatine-frutta-sfincione-frutta-caffè-patatine-coccobello-pannocchie e infine ancora cena! La famiglia patriarcale torna a casa la sera ma prima di mettersi a letto, potete scommetterci, ha ancora un certo languorino.

La stangona abbronzata e palestrata
La stangona palestrata è sempre da sola e spesso prende un lettino (ma non è essenziale). Tutti gli studiosi si chiedono ancora come faccia ad arrivare al suo primo giorno in spiaggia già nera!
Nonostante la sua perfetta abbronzatura il suo unico obiettivo è quello di migliorarla, di perfezionarla. Ha tutto l’occorrente: creme e oli abbronzanti, vaporizzatori e antistress.
Gli oli abbronzanti vengono spalmati con cura estrema: ogni millimetro del corpo deve essere cosparso da questi unguenti miracolosi. Le stangone abbronzate e palestrate non si rilassano mai e non finiscono mai di spalmarsi di creme. Non fanno il bagno in acqua, non fanno passeggiate, non leggono, non usano il cellulare. Da quando si sdraiano a quando se ne vanno, si cospargono e basta.

L’uomo slip
È una specie in via di estinzione, ma resiste alla moda e al senso del ridicolo.
L’uomo slip indossa l’alternativa al tanga e spesso rimpiange di non essere nato donna perché oltre al pacco avrebbe, con orgoglio, mostrato anche il sedere.
Questa specie, a differenza della stangona, è solita sostare sul bagnasciuga, mostrando ai bagnanti i suoi profili. Alterna lo sguardo a destra e a sinistra della riva e gli unici suoi movimenti sono dei leggeri aggiustamenti del costume. L’uomo slip indossa un costume strettissimo, in grado di far sembrare il contenuto più grande della realtà e spera di essere osservato da tutte le ragazze. Torna a casa con la sicurezza di aver provocato l’invidia del sesso forte e le fantasie erotiche del gentil sesso. La realtà è che pochi si sono accorti di lui, e quei pochi hanno riso abbastanza.

La coppia porno
Difficile trovarla in una spiaggia affollata. Non può mancare, però, quando la spiaggia non è un tappeto di teli e ombrelloni.
La coppia porno si conosce da meno di un mese e non sa fare altro che trombare a casa e limonare in luoghi pubblici. La visione del pubblico né li spaventa, né li intimorisce.
In spiaggia si trovano avvinghiati l’uno con l’altro ed è impossibile distinguere separatamente il corpo della donna da quello dell’uomo. In acqua, i due corpi uniti si baciano e si guardano per un tempo infinito o almeno finché si può. Sembra amore eterno, ma in realtà era solo passione da mare.

La coppia scoppiata
È il caso, forse, più triste e frequente nelle spiagge del mondo.
La coppia scoppiata, in realtà non è più una coppia da diversi anni, ma si ostina a rimanere unita con la presunzione da parte di entrambi che i mali della coppia nascano dall’altro.
A mare arrivano litigando perché il posteggio non ha soddisfatto nessuno dei due. In spiaggia litigano fin dall’inizio perché vorrebbero mettere i teli in posizione diverse. Litigano per stendere i teli, soprattutto quando c’è un po’ di vento perché sostengono che l’altro non sappia aiutarlo. Litigano perché uno dice che vuole guardare il sole mentre l’altro gli vuole dare le spalle. Litigano perché uno vuole fare il bagno subito, l’altro vuole aspettare un po’. Uno vuole mettere la crema, l’altro dice che il sole non è abbastanza forte da esigere la protezione. Litigano perché lei sostiene che lui guarda tutte le ragazze, lui sostiene che lei guarda tutti gli uomini muscolosi.
Litigano quando vogliono prendere qualcosa al bar, litigano quando devono decidere se andare via o no.
“Forse è meglio andare via”.
“Perché? Siamo arrivati ora”.
“Ora? Stiamo qui da due ore”.
“Non mi sembra molto. Le persone rimangono a mare tutto il giorno”.
“Non ti sembra di esagerare? Non dobbiamo pranzare? Io avrei anche bisogno di andare in bagno”.
“Ecco il vero motivo! Perché tu devi sempre andare in bagno!”.
“Scusami se ogni tanto mi viene da defecare”.
“No, figurati, anzi ce ne andiamo e la prossima volta a mare ci vengo da sola!”.

Purtroppo, la prossima volta, la coppia scoppiata tornerà al mare unita, per litigare ancora.

In spiaggia troviamo questo e molto di più e se ci riflettete bene, ogni categoria pensa solo a se stessa. Magari possiamo dimenticarci il relax, così come l’avevamo sognato, ma di certo possiamo evitare di preoccuparci del nostro fisico in sovrappeso. Nessuno si preoccuperà di noi, della nostra cellulite o delle maniglie dell’amore di uomini che non hanno avuto il tempo di andare in palestra.
Buon bagno a tutti.


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