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Riuscirà nella sua impresa? E sboccerà l'amore?
Naturalmente le domande poste ora ora sono retoriche perchè vedendo questo tipo di film sappiamo benissimo fin dall'inizio che riuscirà nell'impresa e che sboccerà l'amore. Il bello di questo tipo di pellicole non è sapere come vanno a finire, perchè finiscono praticamente tutte nello stesso modo, è la strada percorsa per arrivare a un qualcosa atteso fin dal primo minuto di proiezione. Insomma contano le spezie che vengono utilizzate per dare aroma e fragranza al tutto.
E qui il regista Regis Roinsard, debuttante al cinema ma con una carriera luminosa nel campo della pubblicità e degli spot televisivi, di spezie per insaporire la narrazione ne mette parecchie.
Tutti pazzi per Rose ( decisamente più apprezzabile il titolo originale Populaire che si riferisce a un modello di macchina da scrivere) è una perfetta simulazione di commedia sentimentale americana anni '50. Qualcosa del tipo Spencer Tracy/ Katharine Hepburn per intenderci e se è vero che Romain Duris , pur essendo bravo e molto adatto per questo tipo di ruolo, non ha nemmeno un grammo del carisma del mitico Spencer ( sempre se il carisma si possa misurare a peso ), il corto circuito è assicurato dalla bella e promettente Deborah Francois( certo che di strada ne ha fatta dai Dardenne e da La voltapagine, in cui era alle prese con un ruolo inquietante) che è una specie di Audrey Hepburn con i capelli alla Marilyn , non a caso indicate come modelli di riferimento dalle numerose fotografie attaccate alle pareti.
La fotografia dai toni squillanti e la ricostruzione d'epoca sono poi perfette per dare un'aria vintage alla pellicola che è semplice ( la sceneggiatura non nasconde sorprese e segue da vicino le schermaglie dei due progaonisti che donano vivacità al film) moderna e stilosa allo stesso tempo con tutte quelle tonalità pastello sparate a mitraglia in faccia all'ignaro spettatore.
Non si ride quasi mai , ma si sorride spesso e si resta affascinati dal personaggio di Rose, una sorta di Amelie Poulain anni '50, che intraprende la strada per il successo partendo dalla provincia francese più profonda, quella che non ha ancora la tv e che apprende le notizie solo dai quotidiani quando arrivano.
Rose guarda tutto quello che la circonda con i suoi occhi da cerbiatta e acquista sempre più luce e glamour col proseguire del film assecondata da un pigmalione/allenatore che sembra non avere nessuno scrupolo nel trattarla. Sembra.
Tutti pazzi per Rose non riserva eccessive sorprese in nome di uno schema collaudato senza sbavature ma riesce lo stesso a essere passatempo molto piacevole per il suo stile citazionista ( tutte citazioni per affetto) e per la sua leggerezza che gli permette di arrivare alla soglia delle due ore senza annoiare, quasi non avvertendo lo scorrere del tempo.
Perchè nel film di Roinsard il tempo sembra essersi fermato: c'è il boom economico e ci sono i sogni ad occhi aperti. Tutto quello che ci viene negato oggi.
Dopo la perfetta simulazione del cinema muto, The Artist, la Francia propone con un po' di faccia tosta ( ma vince assolutamente la sfida) la perfetta ricostruzione della commedia sentimentale americana anni '50.
Con un pizzico di nostalgia ma anche con quel quid di furbizia che stavolta non dispiace.
( VOTO : 7 / 10 )
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