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Ubi maior minor cessat!

Creato il 22 febbraio 2012 da Upilmagazine @UpilMagazine

Vagando per il web alla ricerca della "supporting evidence" alla nostra idea di scrivere un articolo su "Germinazioni", l'obelisco di Pignatelli all'ingresso della s.s. Brindisi Lecce, ci siamo imbattuti in un blog (doracalva.blogspot.com) che riportava con nostro stupore un articolo scritto su "20centesimi" nientemeno che a giugno, su una possibile interpretazione dell'opera in questione. Da scribacchini distratti quali siamo, ci era proprio sfuggito. E dire che pensavamo di gettare il sasso nello stagno per primi!

Pur tuttavia, non difettando di onestà intellettuale, riportiamo la totalmente condivisa opinione della redazione di 20centesimi, aggiungendo una considerazione che riteniamo fondamentale per spiegare l'ostinazione e l'insolenza con la quale vorremmo attraverso queste pagine trattare il tema dell'oltraggio continuo ad una città architettonicamente bella e compiuta, che non sente la necessità di orpelli che appaiono a chiunque sia dotato di un minimo di buonsenso/buongusto quantomeno decontestualizzati.

E' questo il punto: si può transigere sull'estetica kitsch del monumento? Sul materiale adoperato, tecnologico magari? Ma allora perché fargli assumere le sembianze di altro, ovvero della pietra leccese?
E se tutto è concesso, perché allora non internoilluminarlo dotandolo di una funzionalità utile al traffico in ingresso? E perché non apporvi dei catarifrangenti o delle frecce a led indicanti il senso di rotazione del rondò?
Eppure, volendo a tutti costi cercare il perché al polistirolo ed ai 900 kg di resina utilizzata, un perché "vero" l'abbiamo infine trovato.

Trattasi della sindrome del bagno "intru/ffore" che ha afflitto negli anni '70 il territorio e che qui proveremo a spiegare:

La casa di proprietà è indubbiamente una conquista per chiunque, il coronamento di un sogno che negli anni in questione, spingeva orde di famiglie a rivestirne il prospetto con le celebri piastrelle da bagno 10x10 o 15x7, così pratiche e resistenti agli agenti che con una secchiata d'acqua ritornavano a brillare come nuove anche dopo 10 anni. Il risultato di simile strategia, era un prospetto "atroce" da subito ma tuttavia pulito! La ragione evidente è che il valore attribuito al senso di pulizia e ordine superava nella mente di costoro di gran lunga il senso estetico della faccenda. Piante di plastica e vasi in pvc, completavano il senso d'appagamento per scelte pratiche e veloci che non sottraevano tempo prezioso a chissà quali altri impegni familiari.

Ritenendo dunque che le influenze culturali adolescenziali abbiano influito sul nostro conterraneo, giustifichiamo finalmente e sdoganiamo definitivamente la querelle sull'obelisco disapprovando quanti ne chiedono la rimozione. Purchè non ci vendiate altri bislacchi e improbabili significati per un'opera che altri non può averne. Punto!

 

Fonte: 20centesimi del 28 giugno 2010,
autore Giovanni De Stefano.
Il vero significato della scultura di Ercole Pignatelli all'ingresso di Lecce

Continuiamo la nostra battaglia di informazione sul possibile significato iconologico del monumento - ormai del tutto inaugurato, anche nel senso di benedetto dai piccioni - che il maestro Ercole Pignatelli ha eretto presso uno dei principali rondò della nostra città: quello che segna l'inizio - e, significativamente, anche la fine - della superstrada Lecce-Brindisi. Proprio dal mondo dell'ornitologia vogliamo far partire la seguente riflessione: e se fosse tutta una metafora escrementizia? Se l'agglomerato di ciarpame in finta pietra leccese, dalle più svariate forme e date di scadenza, non fosse altro che una metafora alla De Andrè, appena "deposta" in quantità industriale dai due uccelli che torreggiano in cima all'opera d'arte? Un altro modo di dire che dal letame possono nascere fiori? Sono gli uccelli in alto ad aver creato l'ammasso, o è l'ammasso ad aver generato gli uccelli? Niente da fare, ci avevamo sperato invano: la questione è destinata a farsi sempre più complessa.

Per tacere del fatto che sarà quantomeno divertente capire cosa succederà, anche solo fra qualche mese, al colore di tutto quel polistirolo simulante pietra leccese, collocato dall'estro del maestro Pignatelli in uno dei punti più trafficati della Provincia. Guardate cosa succede dopo un anno alle facciate del Barocco appena restaurate, eppure sono quasi tutte collocate nel cuore del centro storico di Lecce. Ci saranno i fondi per ripulire ciclicamente un simile capolavoro? Oppure anche la faccenda della sporcizia che, gradualmente, si depositerà sulla scultura, è funzionale al discorso della metafora escrementizia della stessa?


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