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Uenuku – Abecedario del rugbista perfetto. Insomma, quello bello.

Creato il 22 settembre 2011 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Uenuku – Abecedario del rugbista perfetto. Insomma, quello bello.di Stefania Mattana

Le prime settimane di coppa del mondo sono trascorse all’insegna di grandi giocate, qualche sorpresa e tanto, tanto parlare di Wags (Wife and girlfiends), le donne famose e meno famose dotate di indubbia avvenenza che si accompagnano ai rugbisti. Ogni nazionale ha la sua Wags (o più di una) che si rispetti, e di cui parlare.

Dopo che anche noi ci siamo occupati di Wags, vogliamo interessarci anche dell’altra faccia della medaglia, ossia degli atleti impegnati nel torneo che durante una sfilata di moda o una premiere cinematografica meriterebbero l’epiteto di Habs (Husbands and boyfriends). Il criterio scelto per presentarli è quello dell’alfabeto mondiale, selezionato dopo un accurato focus group che ha interessato un buon numero di donne tifose di rugby (che ringraziamo per lo zelo dimostrato nella ricerca).

A come Alexey Makovetskiy: i tratti sono quelli tipici russi, con un bel sorriso e un fisico davvero interessante. Sportivamente e non.

B come Bergamaschi: impossibile scegliere tra i due, visto il successo che riscuotono tra le donne. Mauro o Mirco, a ognuno il suo, a seconda del gusto personale!

C come Todd Clever: il prototipo della bellezza Usa, un po’ Ken di Barbie e un po’ Mitch di Baywatch. Che però piace sempre.

D come Dan Carter: è una delle star più acclamate del mondiale. Un mix ottimamente riuscito di talento e avvenenza. Praticamente perfetto, così perfetto che piace anche alle mamme. E anche alle nonne.

E come Max Evans: quest’anno la Scozia ha portato al mondiale una buona quantità di Habs, e Max Evans è il Mister Scozia per eccellenza.

F come Felipe Contepomi: acclamatissimo dal nostro focus group, il numero 10 argentino è la prova vivente che gli uomini senza capelli sono bellissimi lo stesso. Soprattutto se hanno gli occhi e il fisico di Felipe!

G come Gonzalo Canale: uno degli uomini da copertina della nostra Italia, molto apprezzato anche oltralpe (come poter non apprezzarlo, dopotutto).

H come Leigh Halfpenny: chi ha detto che nella botte piccola c’è il vino buono probabilmente pensava a questa freccia gallese. Un giovane che speriamo invecchi bene col tempo.

I come Inaki Basauri: uno spilungone dalle origini messicane che le amiche de L’Aquila hanno potuto ammirare da vicino.

J come Jannie Du Plessis: imponente, tosto e sudafricano. Un uomo che infonde sicurezza e allieta la vista.

K come Richard Kahui: uno dei pin up All Blacks che miscela in sé sangue maori e delicati colori di antica origine britannica. Devastante per la vista anche quando non corre.

L come Sean Lamont: un’altra bella freccia nella faretra scozzese. Evidentemente in Scozia l’aria è molto buona. Buonissima.

M come Richie McCaw: il capitano degli All Blacks, un simbolo di agonismo e perseveranza, una bellezza ruvida e rude che però piace tantissimo alle donne di tutto il mondo.

N come Ma’a Nonu: popolarissimo e ambitissimo in Nuova Zelanda, dotato di un fisico disarmante e di un sorriso tenero, a detta di molte. Chiedere agli avversari se la pensano allo stesso modo.

O come James O’Connor: il giovane prodigio Aussie ha l’aria del cantante pop che piace alle ragazzine. E infatti le fanciulle che ne invocano il nome agli allenamenti Wallabies e sul web sono in ascesa esponenziale.

P come Sergio Parisse: il capitano degli Azzurri, alfiere dell’Italrugby, ma anche della bellezza italoargentina. Un vero bronzo di Riace.

Q come Quade Cooper: appariscente dentro e fuori dal campo, una faccetta da schiaffi che sembra riscuotere un gran successo.

R come Rocky Elsom: una bellezza di certo non convenzionale, dotata di tratti che riflettono il carattere della seconda linea Oz. Popolarissimo tra le donne anche fuori dai confini nazionali.

S come Dimitri Szarzewski: cognome impronunciabile, più o meno come alcuni aggettivi che ho sentito attribuirgli da qualche donna che approvava.

T come Kane Thompson: neozelandese ma nazionale delle Samoa, racchiude tutto il fascino delle lontane isole del Pacifico in due metri di fisico potente.

U come Valentin Ursache: la Romania non sarà di certo candidata a vincere il mondiale, ma propone atleti di prima qualità. Almeno a vedere Ursache.

V come Victor Matfield: praticamente inserito nell’abecedario per plebiscito popolare. Impossibile dare torto alla vox populi.

W come Sonny Bill Williams: già ribattezzato come l’icona sexy di questo mondiale. Ha battuto tutti al suo esordio, con uno striptease che gli dà di diritto la coroncina di re tra i più belli.

Y come Ben Youngs: un giovanissimo rappresentante delle nuove leve ovali inglesi, che fa furore tra le ragazzine di casa. E non solo.

Z come Ilia Zedginidze: un cognome difficile da pronunciare per chi non è abituato a parlare georgiano. Ma per fortuna per guardarlo non è necessario aprire bocca.


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