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Uenuku – Due chiacchiere con… Paola Cittadini

Creato il 20 ottobre 2011 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Uenuku – Due chiacchiere con… Paola Cittadinidi Stefania Mattana

Entrare nel cuore di una famiglia e coglierne tutto l’amore che regna a volte non è facile, ma la tribù dei Cittadini mi ha aperto un immenso portone. Paola è una dei quattro fratelli di Lorenzo Cittadini, e mi ha guidato alla scoperta di un “Citta” diverso, quello fuori dal campo.Paola è un fiume in piena, una cascata di emozioni che non sono semplici da mettere nero su bianco in uno spazio così ridotto come una pagina web. Mi racconta della vita quotidiana, dei sacrifici e delle difficoltà che suo fratello ha affrontato in questi anni, ma il centro di tutto sono sempre loro, i familiari. Non è retorica, né frasi ad effetto: “Siamo abituati a fare squadra”, dice Paola. Il clan Cittadini è dislocato in mezza Italia, ma quando Lorenzo scende in campo lo stivale si accorcia, e sono tutti con lui: chi allo stadio, chi davanti alla tv, chi in altre stanze. “Dal giorno della frattura di tibia e perone di Lorenzo, mamma non è più riuscita a seguire dal vivo le partite, ma tifa a modo suo, rimanendo al telefono con noi che siamo al campo, oppure in un’altra stanza, ascoltando i nostri commenti e incitamenti davanti alla televisione – racconta Paola –  Non è facile per un “cuore di mamma” vedere il proprio figlio calpestato da altri giocatori.”

Tutta la famiglia allargata, che comprende anche la fidanzata Ilaria e gli amici di sempre, si sono organizzati ben bene per seguire Lorenzo nella sua avventura in Nuova Zelanda. Una super tribù in fibrillazione per il loro Lorenzo, che però è stato quello che paradossalmente ha vissuto meglio il mondiale. “Il più tranquillo di tutti è stato proprio Lorenzo – racconta Paola – Lui è abituato da sempre a controllare le sue emozioni, convinto che bisogna saper parlare con i fatti, per dimostrare in campo quello che si vale. “The quiet man” aveva titolato un giornalista locale parlando di lui.”
Le alzatacce alle 4 del mattino e i problemi di fuso orario non hanno spaventato nessuno, nemmeno mamma Cittadini che ha imparato a usare Skype per l’occasione, perché la gioia era troppo grande per sentire la stanchezza: “Vederlo schierato a cantare l’inno nazionale con la maglia azzurra ci ha riempito di una commozione intensa e di un grande orgoglio: Lorenzo ce l’aveva fatta, dopo tanti problemi e sofferenze!”

É vero, la storia sportiva di Lorenzo Cittadini non è stata delle più fortunate: nel 2008 un bruttissimo infortunio lo ha portato a lasciare il campo durante la semifinale scudetto: una frattura esposta che per un attimo sembrava avesse tarpato le ali al pilone lombardo. Paola era con lui sull’ambulanza che lo portava in ospedale. “Ho ancora negli occhi l’immagine di Lorenzo che non si rialza da terra e chiede l’assistenza medica. Mi ero precipitata a bordo campo, ma nessuno mi aveva fatto capire la gravità dell’infortunio. Poi scopro che si era spezzato la gamba in due. Ricordo la corsa in ospedale, l’intervento nel cuore della notte, l’angoscia di mia madre che
ha visto tutto in diretta TV.”
Momenti purtroppo indelebili, che si aggiungono alle difficoltà della lenta riabilitazione e agli interventi chirurgici supplementari, dovuti al rigetto della piastra sulle ossa. Qualcun altro avrebbe mollato tutto, ma Lorenzo è un pilone destro, è uno tosto. “Oltre a noi tutti, tanta gente gli è stata vicino, dalle persone normali ai bambini del mini rugby, che gli hanno portato anche le loro maglie in ospedale. Ma la vera forza Lorenzo l’ha trovata dentro di sé, nella sua volontà e tenacia di non cedere, di fare fisioterapia e nuotare anche 100 vasche al giorno, nell’ umiltà di ricominciare tutto daccapo, piano piano. E poi c’è la sua grande passione per il rugby, e la fiducia dimostrata dalla Benetton e da Mallett. Lorenzo ci ha dato una grande lezione di coraggio e spirito di sacrificio, testimoniando che non bisogna mai arrendersi nelle difficoltà.”

Nonostante il percorso mondiale sia terminato il 2 ottobre scorso, il clan Cittadini non ha ancora riabbracciato il loro più celebre rappresentante: gli impegni in Pro12 con la Benetton l’hanno subito portato in Irlanda, e poi via per altri campi, trasferte e partite. La vita frenetica dello sportivo non gli ha strappato, però, del tempo per fare della beneficenza, come testimoniano i numerosi eventi benefici a cui anche Paola ha partecipato da organizzatrice. Un lavoro che fa loro onore, e che assieme al suo incredibile talento ha fatto scalare a Lorenzo la classifica degli sportivi più ammirati di Brescia. “È risultato lo sportivo dell’anno secondo il quotidiano Bresciaoggi – dice fiera Paola – Con molta sorpresa degli stessi giornalisti, che avevano proposto una rosa di sportivi bresciani di vari sport, tra cui olimpionici e stelle del calcio come Balotelli, mio fratello è stato il più votato, distaccando tutti con centinaia di preferenze.”

Ma com’è il “Citta” dietro le quinte? “È un ragazzo dal cuore d’oro, sempre disponibile con tutti. Un gigante buono e il fratello e amico che tutti vorrebbero avere”, confessa Paola, che ci parla degli hobby del fratello, giocare a scopone o briscola con gli amici, e anche della sua passione per le moto, che porta costantemente la mamma sull’orlo della disperazione. Da buon Big Boy, poi, Lorenzo è un’ottima forchetta e un gran compagnone: lo spiedo bresciano e il coniglio cucinato dalla mamma sono tra i suoi piatti preferiti. “Messa da parte la sua laurea in Economia Aziendale, il suo sogno nel cassetto è comunque quello di diventare un bravo pilone e giocare sempre al meglio a livello internazionale. Il Citta si merita di riuscire a realizzare tutti i suoi sogni; non lo dico da sorella, ma da tifosa che ha seguito sempre il suo percorso rugbistico.”

Infine, Paola manda un messaggio pubblico al fratello, sperando che ci sia anche lui tra i nostri affezionati lettori: “Lo aspettiamo presto a casa, per festeggiare le sue vittorie insieme alla nascita della nipotina Elisabetta e al matrimonio di nostro fratello Cesare, entrambi programmati ad ottobre per aspettare il suo ritorno. Auguriamoci continui la serie di eventi felici, in famiglia e sui campi da rugby!”

E allora, come mi ha detto Paola, Viva il Rugby, Viva il Citta e Viva la Famiglia!


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