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Uganda: omosessuali “disgustosi”, condanne fino all’ergastolo per chi è sospettato di essere gay

Creato il 12 marzo 2014 da Giornalesiracusa

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Il 24 febbraio scorso il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni ha firmato una legge contro l’omofobia che era stata approvata dal parlamento a dicembre. La notizia arriva dalla portavoce del presidente, Sarah Kagingo. Tale legge prevede la pena dell’ergastolo per gli omosessuali. Museveni in seguito all’approvazione di tale legge che ha generato lo sconcerto internazionale, ha spiegato che, a seguito di alcune ricerche scientifiche effettuate, non c’è alcuna prova che l’omosessualità sia riconducibile a fattori genetici. Museveni ha inoltre sfidato gli Usa a provare scientificamente il contrario, ovvero che chi è omosessuale lo sia dalla nascita.

L’Uganda vuole evitare quindi che i bambini, i ragazzi ugandesi, crescendo diventino omosessuali. L’Uganda non è l’unico paese dell’Africa in cui l’omosessualità non solo non è tollerata, ma è anche severamente proibita. E’ l’unico paese però nel quale è stata prevista la pena dell’ergastolo per l’omosessualità. Secondo l’ultima stima dell’Onu sono 78 i paesi nel mondo in cui l’omosessualità è ritenuta illegale. Una cifra altissima. Una legge feroce e barbara quella approvata dal presidente dell’Uganda, che il premio Nobel per la pace Desmond Tutu, arcivescovo anglicano e attivista sudafricano che si batté contro l’apartheid, ha paragonato alle persecuzioni naziste.

E’ un clima di terrore quello in cui sono costretti a vivere gli omosessuali ugandesi. Una vita nell’ombra, passata a nascondere la propria natura per non essere puniti. I ragazzi ugandesi sono costretti a scappare, disprezzati e allontanati dagli eterosessuali, sono evitati come fossero appestati, mostri, nemici dai quali tenersi lontani. Per questo motivo le coppie di omosessuali sono costrette a vedersi di nascosto

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col terrore di essere scoperte. Di alcuni di essi vengono addirittura pubblicati nomi e foto sul giornale, affinché vengano catturati e numerose sono inoltre le bande che organizzano pestaggi punitivi contro i gay. In Uganda quella contro gli omosessuali è una vera e propria persecuzione e la situazione ha assunto dimensioni estremamente critiche.

Nel 2014 è incredibile immaginare che esistano realtà simili, che gli uomini e le donne non siano liberi di esprimere la propria natura e che possano essere giudicati in base ai loro gusti sessuali. E’ assurdo pensare che l’omosessualità possa generare paura, possa creare disturbo nella società e soprattutto è assurdo pensare di dimostrare scientificamente che l’omosessualità non esiste geneticamente. L’omosessualità non è una malattia dalla quale curarsi. Non è possibile decidere chi essere nella vita né chi amare.

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Questa paura verso l’omosessualità non è altro che paura del diverso. Ma diverso da chi? Da cosa?  Diverso da alcuni ma uguale ad altri. La parola diversità non contiene alcuna accezione negativa. Diversità significa ricchezza, possibilità di confronto e di crescita. Diversità è vita. La violenza contro i gay in Uganda inevitabilmente richiama alla memoria le più feroci persecuzioni della nostra storia, come quella contro gli ebrei, sebbene in quel caso entrassero in gioco anche fattori economici. Una legge, quella approvata in Uganda, che non può che suscitare la disapprovazione internazionale. Una legge che viola ogni diritto umano.


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