Sembrerebbero questioni morali, legate a tradimenti, i moventi che da circa 6 mesi accusano il presunto uxsoricida Salvatore Parolisi, attualmente in prigione con l’accusa di avere ucciso la giovane moglie Melania Rea nel bosco dell’orrore a Civitelle.
Ci sarebbero tabulati telefonici che mettono in dubbio,ma non con certezza, la sua presenza a Colle San Marco nel momento in cui la giovane donna veniva macellata con una sequenza di 35 coltellate. I segni lasciati sul corpo di Melania appaiono simili a quelli ritrovati su quello della giovane Yara come pure sul corpo di Rossella Goff, segni che, verosimilmente, potrebbero essere la firma dell’offender, escludendo l’ipotesi del depistaggio.
Tre omicidi che evidenziano una chiara volontà di uccidere, tre omicidi con caratteristiche analoghe.
Adesso, a distanza di circa sei mesi, il ritrovamento di un fagotto di indumenti ancora al vaglio degli investigatori, che, come viene detto, finalmente potrebbe portare alla svolta decisiva . Molto probabilmente sulle ricerche effettuate sulla “crime zone” ci sono molti lati oscuri . Sotto il profilo criminologico questo crimine è oggetto di notevole riflessione .
La lettura della “scena criminis”, caratterizzata da elementi di notevole importanza, potrebbe evidenziare significativi strumenti per l’individuazione del vero “offender” che sembrerebbe aver ucciso senza un movente ma, verosimilmente, per il piacere estremo di uccidere con un” modus operandi” che coincide perfettamente col profilo di un assassino seriale organizzato.
Prof. Antonino Silvestri Criminologo Clinico
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