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Un 2014 di Bambole&Diavole

Da Bambolediavole @BamboleDiavole

Il 23 Aprile 2014 il blog Bambole Spettinate e Diavole del Focolare riapre i battenti dopo un periodo di inattività. Lo fa rinnovandosi completamente, trattando nuove categorie ma focalizzandosi sempre su quello che rimane il suo obiettivo principale: raccontare storie di donne.

Ma cosa è successo in questi pochi mesi?

Partiamo dal blog: Il nostro gruppo si è allargato accogliendo nuove collaboratrici. Abbiamo lanciato una piccola campagna contro le sentinelle in piedi: #StopOmofobia: Noi di B&D leggiamo in  tutte le posizioni, e per questa siamo state intervistate nella trasmissione radio “Le beate lesbiche”.

#StopOmofobia: Noi di B&D leggiamo in tutte le posizioni!#StopOmofobia: Noi di B&D leggiamo in tutte le posizioni!

In questi mesi abbiamo toccato tanti argomenti e raccontato tante storie di donne. Storie vecchie ma anche e soprattutto storie nuove. Il 2014 è stato un anno ricco di avvenimenti, alcuni dei quali passeranno alla storia e che hanno avuto come protagoniste indiscusse le donne.

Fabiola GianottiFabiola Gianotti

L’Italia finalmente ha potuto far parlare bene di sé: Il 23 novembre Samantha Cristoforetti è diventata la prima italiana ad andare nello spazio e qualche mese prima di lei, Fabiola Gianotti  è stata nominata direttrice generale del Cern di Ginevra, divenendo la prima donna a capo del laboratorio europeo di fisica delle particelle. Diana Baldon, padovana, dal 2 giugno è diventata invece la nuova direttrice del Malmö Konsthall, una della più importanti aree espositive d’Europa.

Il 10 Ottobre, la piccola grande Malala Yousafzai ha vinto il premio Nobel per la pace. Ruth Buendía, attivista che sfida le centrali idroelettriche del Perù, ha invece vinto quello per l’ambiente.

Maryam MirzakhaniMaryam Mirzakhani

Per la prima volta la Medaglia Fields, il premio che viene considerato il Nobel della matematica, è stato assegnato a una donna. Il Congresso internazionale dei matematici (Icm), che assegna il premio ogni quattro anni a quattro diversi matematici ha insignito di tale  onorificenza Maryam Mirzakhani, 37 anni, americana d’origine iraniana e professoressa all’università di Stanford, in California.

Somayya JabartiSomayya Jabarti

Somaya Jabarti è diventata la prima direttrice  donna di un quotidiano dell’Arabia Saudita. Nel suo Paese alle donne è proibito votare, avere un passaporto, viaggiare, sottoporsi a interventi chirurgici senza il consenso del compagno e fare sport. Ma lei è riuscita ad approdare alla guida della Saudi Gazette.

Quest’anno è anche scesa in campo la prima scuola pubblica femminile dell’Arabia Saudita e lo ha fatto con un torneo di pallavolo dopo aver realizzato strutture sportive non solo per il volley, ma anche per la pallacanestro, il tennis e l’hockey. Un salto – quello delle studentesse e delle donne saudite nello sport – a lungo atteso e voluto, e che aveva visto una prima ufficiale apertura ad aprile, quando il Consiglio della Shura, organismo politico consultivo composto quasi esclusivamente da uomini, aveva votato 92 a 18 in favore dell’abrogazione del divieto di praticare discipline sportive all’interno delle scuole pubbliche femminili.

L’11 maggio Conchita Wurst vince con la canzone “Rise like a phoenix” l’Eurovision Song Contest, l’annuale gara di canzoni per i paesi membri dell’Unione Europea di Radiodiffusione, un’organizzazione che raccoglie alcune delle principali emittenti nazionali d’Europa.

Conchita WurstConchita Wurst

Il 21 settembre Emma Watson lancia la campagna HeForShe con un discorso alle Nazioni Unite.

Emma WatsonEmma Watson

Il 15 Febbraio Ellen Page partecipa a Time to Thrive, conferenza con l’obiettivo di promuovere i diritti delle persone LGBT, e fa un discorso sui diritti della persona. Contestualmente, dichiara pubblicamente la propria omosessualità:

Ellen PageEllen Page

“Sono qui oggi perché sono gay e perché forse posso fare la differenza. Per aiutare gli altri ad avere una vita più semplice e più serena… Sono stanca di nascondermi e mentire attraverso l’omissione. Io sono qui, un’attrice, in rappresentanza  di un’industria che impone degli standard oppressivi su tutti noi….Standard di bellezza, di benessere, di successo. Standard che, mi duole ammetterlo, mi hanno ferito… ti dicono come devi comportarti, come devi vestirti, chi devi essere. Ho cercato di resistere, di mantenermi autentica, di seguire il mio cuore; ma può essere davvero dura”

Macho Land.FRMacho Land.FR

Un importante obiettivo raggiunto in questo 2014 in Italia, è stato l’approvazione del cognome materno alla Camera. Finalmente i genitori potranno dare il cognome della madre, del padre, di entrambi. In Svezia,  a Umea, viene aperto il primo museo femminista. La struttura è “unica ed è il solo museo al mondo dedicato al ruolo della donna nel passato, nel presente e nel futuro“, ha spiegato la sua direttrice, Maria Perstedt. In Francia nasce Macholand.fr, una piattaforma collettiva di azioni concrete mirate  a combattere il sessismo, un collettore di azioni anti-sessiste indica una possibilità : fare massa critica e portare avanti azioni di attivismo partecipativo. In Venezuela  il presidente Nicolás Maduro,  ha approvato la modifica della legge sul diritto delle donne a una vita libera dalla violenza. Il femminicidio è considerato un crimine  punito tra i 25 e i 30 anni di carcere. 

Ritornando in Italia, a novembre viene approvato  il jobs-act, riforma del mercato del lavoro presentata come misura a favore di giovani e donne. La riforma però lascia dubbi e preoccupazioni: non sembra proprio che le donne ne avranno beneficio.

E’ doveroso  ricordare il coraggio e il sacrificio di molte donne alcune delle quali purtroppo oggi non sono più con noi mentre altre, che combattono per i diritti dell’intero genere femminile,  a causa dei regimi vigenti nei loro paesi scontano pene in carcere non sapendo che fine ne sarà di loro:

Il 25 ottobre viene giustiziata Reyhaneh Jabbari per aver ucciso un uomo che aveva tentato di stuprarla e aver rifiutato di ritrattare per evitare la pena capitale.

124934515-e57055cd-e51d-400f-9705-9aecf3e4626cSamira Al Nuaimi

Il 22 settembre viene fermata e torturata per cinque giorni l’avvocata e attivista per i diritti delle donne e delle minoranze, Samira al Nuaimy, infine giustiziata pubblicamente a Mosul, nel nord dell’Iraq. Lo riferisce l’Onu a Baghdad. I miliziani dell’Isis volevano che si “pentisse” per le critiche allo Stato islamico via Facebook. La donna ha rifiutato e una Corte islamica dei jihadisti l’ha condannata a morte. Samira al Nuaimy era particolarmente attiva sui social network, con interventi in cui promuoveva i diritti delle donne e delle minoranze e criticava le azioni dell’Isis, in particolare la distruzione dei siti storici e religiosi considerati eretici nella visione dei fondamentalisti sunniti.

L’Isis, dopo tutti gli atroci delitti, è tornato a far parlare di sé: Il ministro per i Diritti umani dell’Iraq, citato dalla tv panaraba al-Arabiya, ha comunicato che oltre 150 donne irachene sono state uccise dai jihadisti per avere rifiutato di sposare esponenti dello Stato islamico. La strage sarebbe avvenuta nella città di Falluja.

 Ghoncheh GhavamiGhoncheh Ghavami

Il 20 giugno viene arrestata Ghoncheh Ghavami, una giovane britannica di origine iraniana finita sotto processo in Iran per aver cercato di assistere a una partita di pallavolo maschile a giugno.  Viene liberata solo il 23 novembre, dopo uno sciopero della fame e una protesta del Governo britannico.

Suad Al ShammarySuad Al Shammary

Il 31 Ottobre viene arrestata “per offesa all’Islam”, l’avvocata saudita Suad Al Shammary. La sua colpa è di aver scritto tweet ironici sulla religione islamica. Da quanto si apprende dai suoi amici, l’attivista avrebbe pubblicato sul suo account una foto di un cittadino che bacia la mano di un imam, commentando: “Guardate con quale arroganza si pavoneggia!”. In altre occasioni la donna avrebbe invitato gli utenti a ribellarsi a “una società maschile”. Suad, laureata in Diritto islamico, è nota per il suo attivismo in difesa dei diritti delle donne ed è stata la prima avvocata ad ottenere il permesso di apparire in tribunale durante una seduta pubblica. Il suo ultimo atto, prima di finire in carcere, è stato quello di presentare un ricorso contro l’arresto di due ragazze saudite che avevano guidato l’automobile sfidando il divieto imposto nel regno. Al Shammary è la portavoce della Rete Liberale Saudita che ha fondato nel 2008, insieme a Reif Baddawi e ad altri tre attivisti, ma il sito è stato oscurato e Baddawi condannato a 7 anni di carcere e 600 frustate per insulto all’Islam. Ora si teme che la donna possa seguire la stessa sorte.

Loujain al-Hathloul e Maysa al-AmoudiLoujain al-Hathloul e Maysa al-Amoudi

Due donne saudite, Loujain al-Hathloul e Maysa al-Amoudi,  sono agli arresti da circa un mese dopo avere sfidato il divieto di guida e sono state rinviate al giudizio della Corte criminale specializzata di Riyad, istituita per processi per terrorismo ma utilizzata anche per dissidenti pacifici e attivisti. Le due giovani non sarebbero accusate per avere sfidato il divieto di guida, bensì per alcune opinioni espresse online. Le fonti rivelano che gli avvocati difensori delle due donne hanno subito presentato ricorso contro la decisione del giudice di trasferire il loro caso presso la Corte criminale specializzata di Riyad, e in merito dovrà pronunciarsi una Corte d’appello di Dammam. Secondo gli attivisti, è la prima volta che le donne “sorprese al volante” vengono deferite alla Corte criminale specializzata di Riyad e si tratta della detenzione più lunga di donne alla guida nella storia dell’Arabia Saudita.

Ricordiamo inoltre:

Nadine Godimer, che ci ha lasciato il 13 luglio, all’età di novant’anni. Gordimer, che nel 1991 aveva ricevuto il premio Nobel per la letteratura “per essere stata di enorme beneficio all’umanità grazia alla sua scrittura magnifica ed epica”, ha militato nell’African National Congress durante l’apartheid ed era una delle personalità sudafricane più vicine a Nelson Mandela, con il quale aveva collaborato dopo la sua liberazione.

Leslie Feinberg, attivista trasgender statunitense. Nato donna, Leslie Feinberg rifiuta la divisione eteronormativa e preferisce si usino pronomi “neutri” come s/he. Col romanzo “Stone Butch Blues” vince lo Stonewall Book Award, tradotto in varie lingue. Muore il 15 novembre 2014.

Il 2014 purtroppo è stato anche un anno nero per quanto riguarda la violenza sulle donne non si può far a meno infatti di ricordare i numerosi e atroci femminicidi che sono stati perpetrati e la feroce ondata di violenza nei confronti delle donne che quasi quotidianamente ha riempito le colonnine dei giornali. I numeri parlano fin troppo chiaro: in Italia, viene uccisa una donna ogni tre giorni. Cifre tremende che non considerano tutte le donne che subiscono stalking e violenza sia fisica che psicologica.  Un altro paese che ha fatto tristemente parlare di sé riempiendo i trafiletti di cronaca nera è stata l’India, con le tantissime donne stuprate e brutalmente assassinate.

Le donne che combattono giorno dopo giorno per nostri diritti sono tante, tantissime! Questo post vuole essere solo un piccolo resoconto di alcune delle cose accadute. Queste parole rappresentano un espediente per  ricordare tutte quelle donne che giorno dopo giorno fanno del loro meglio per poter attuare il “cambiamento”, perché le donne non sono solamente un abbellimento televisivo, il sedere presente sulla pubblicità, il dolce angelo del focolare o la passionaria amante che diletta i pensieri altrui; sono anche astronaute, direttrici, premi Nobel, attiviste e tanto altro. E la cosa che probabilmente lascerà di stucco e allibit* tant* persone è che riescono ad emergere, nonostante i mille ostacoli, in quelle che a volte vengono considerate “cose maschili”, “professioni maschili” ecc ecc…

Non credo di esagerare quando scrivo che il 2014 è stato un anno “al femminile”. Tanti sono stati gli avvenimenti che hanno dimostrato e testimoniato la costanza, la tenacia e la forza delle donne! La strada da percorrere per il riconoscimento dei nostri diritti è ancora tanta, ma la luce in fondo al tunnel si vede, c’è! 

Con la speranza di un 2015 migliore e pieno di storie positive di donne da raccontare vi auguro un buon anno!

Pin@

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