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Un altro buon motivo per buttare a mare la legge sul prezzo dei libri

Creato il 26 agosto 2011 da Margheritadolcevita @MargheritaDolcevita

I motivi sono tanti, li ho già detti e ridetti, la trovo una legge del cazzo e non ne capisco il senso. Ovvero non riesco a capire come  si possa (cito il testo della legge Levi)

contribuire allo sviluppo del settore librario, al sostegno della creativita’ letteraria, alla promozione del libro e della lettura, alla diffusione della cultura, alla tutela del pluralismo dell’informazione.

IMPONENDO UN TETTO AGLI SCONTI E DI FATTO NON FACENDO NIENTE PER DIMINUIRE I PREZZI DEI LIBRI! Io ancora non ho trovato qualcuno in grado di spiegarmelo chiaramente. Ho letto il sito dei promotori, un coacervo di editori e librai (indipendenti! E meno male che sono indipendenti, per essere indipendenti sono una gran bella cricca!) che usano più parole di quante io ne conosca, ma non ho proprio capito.

Comunque forse non tutti sanno che la legge non avrà effetti negativi solo sul lettore “privato”, ma anche sulle biblioteche. Eh sì, una legge che vuol promuovere la lettura e che al tempo stesso limita gli sconti anche per le biblioteche. Se non fosse tutto vero farebbe molto ridere. E’ una buffonata, lo so, ma è così. Io spero tanto che le vendite crollino e che una larga parte di mercato dell’editoria italiana fallisca. Esagero? Manco per il cazzo. E’ comodo fare gli indipendenti quando poi alla fine chi ci rimette è il consumatore finale, pubblico (che è ben più grave) o privato, è davvero comodo.

Qua c’è la lettera di Stefano Parise, presidente dell’AIB (Associazione Italiana Biblioteche), con la risposta di Levi, alzi la mano chi l’ha capita, la risposta, è il solito parolaio scritto in politichese, nulla di nuovo insomma.



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