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Un altro derby “indigesto”

Creato il 07 marzo 2013 da Ilnazionale @ilNazionale

Ceccarelli7 MARZO - La sconfitta al Bentegodi contro il Padova – secondo stop casalingo consecutivo in un derby dopo quello con il Vicenza – è stata una battuta d’arresto decisamente “indigesta”.  Dopo le due vittorie di fila con Varese e Bari – più o meno convincenti secondo i vari addetti ai lavori –  i  gialloblù sono incappati in un imprevisto capitombolo interno contro la compagine biancoscudata degli ex Cutolo, Farias e Colomba. Sembra incredibile ma questa squadra quando appare sul punto di dare finalmente una svolta al cammino della  propria stagione non riesce a trovare un minimo di continuità, se non di gioco almeno di risultati. Dopo questa sconfitta – e pensare che il Bentegodi è rimasto inviolato per più di un anno – i punti interrogativi sono purtroppo più di uno. Prima di tutto hanno sicuramente destato perplessità le scelte iniziali di Mandorlini in particolare quella di schierare Martinho – e non è la prima volta – come esterno basso di difesa. Il giovane brasiliano, grazie alle sue spiccate doti offensive, sa essere “devastante” dalla metà campo in poi e quindi la sua collocazione ideale negli undici è senza dubbio quella di esterno alto del 4-3-3 piuttosto che nel triangolo di centrocampo nella posizione solitamente occupata da Hallfreddsson. Schierarlo sulla linea di difesa rappresenta pertanto un doppio handicap in quanto così facendo pagano dazio sia la fase offensiva sia la fase difensiva. La sua partita è stata tutt’altro che negativa, ma rinunciare alle sue potenzialità offensive sembra veramente un delitto. E questo senza dimenticare l’involuzione cronica che da diversi mesi vede protagonista Emil Hallfreddsson. Il centrocampista islandese da tempo non è più quel giocatore che lo scorso anno aveva fatto “innamorare” mezza serie A tanto da farlo diventare uno dei pezzi pregiati del mercato di gennaio. Ora non lo chiede più nessuno e forse qualche valido motivo ci sarà.

Nel posticipo di lunedì sera abbiamo rivisto il consueto 4-3-3 mandorliniano  dove gli esterni alti sono obbligati a partire da lontano e larghi sulle fasce quasi in prossimità della linea laterale. Questa scelta tattica lascia spesso e volentieri troppo solo Cacia -  stretto nella morsa dei centrali avversari – e  aumenta la distanza dalla porta dei altri due attaccanti i quali raramente arrivano al tiro. Si tratta di un atteggiamento tattico diverso, quindi, rispetto a quello dello scorso anno, quando le caratteristiche di Ferrari consentivano alla squadra di accorciare gli spazi e agli esterni offensivi di rendersi più pericolosi in zona gol.

Martinho
Nonostante queste doverose premesse va però anche detto che il Verona contro il Padova ha disputato un ottimo primo tempo – forse uno dei migliori visti quest’anno al Bentegodi – e solo per la bravura dell’estremo difensore biancorosso la squadra è andata al riposo senza il meritato vantaggio.

Nella seconda frazione di gara la squadra si è invece inspiegabilmente presto spenta e i biancoscudati ne hanno prontamente approfittato – nel primo tempo si erano limitati a difendere affidandosi alle veloci ripartenze dei tre attaccanti – fino a raggiungere il doppio vantaggio con i gol degli ex Farias e Cutolo. E a quel punto per gli uomini di Mandorlini è stata decisamente notte fonda. L’aspetto più grave è che subito il doppio svantaggio ancora una volta è venuta a mancare la veemente reazione che tutti si aspettavano. Mi viene in mente un curioso aneddoto di Nereo Rocco – il famoso “paron” – che prima di entrare in campo era solito ripetere ai suoi giocatori “dovì darghe a tutto quel che se move sull’erba…”. Questo per dire che ai gialloblù serve ritrovare fin da subito quel furore agonistico e quella determinazione, marchi di fabbrica dello scorsa stagione, altrimenti la situazione rischia di farsi decisamente complicata.

Intervista Mandorlini
Mandorlini negli spogliatoi si è preso le responsabilità della sconfitta. tuttavia è altrettanto vero che in campo ci vanno i giocatori e che spetta anche a loro mettere in pratica quanto preparato in settimana. A proposito di interviste post partita, apro una parentesi sulla famosa punizione inflitta a Mandorlini obbligato per 7 giornate a dichiarare il proprio credo nei valori dello sport. Ebbene questa bizzarra sanzione, come si poteva immaginare, è durata lo spazio di una sola settimana. L’ennesima – passatemi il termine – “buffonata” all’italiana.

Tornando a noi, i gialloblù hanno nuovamente gettato al vento un’altra importante occasione –  vista la contemporanea sconfitta del Sassuolo – per avvicinarsi alle prime posizioni e allontanare l’incubo play off. Sabato ci aspetta l’insidiosa trasferta di Grosseto, con i maremmani ultimi in classifica ma galvanizzati dalla vittoria esterna di Modena contro la capolista Sassuolo e dove guarda caso mancherà proprio lo squalificato Martinho. Dovremo essere bravi a ritrovare immediatamente umiltà, determinazione e voglia di vincere, prima che sia veramente troppo tardi….

Enrico Brigi


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