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Un angelo alla mia tavola – Jane Campion

Creato il 15 aprile 2015 da Maxscorda @MaxScorda

15 aprile 2015 Lascia un commento

Un angelo alla mia tavola
Biografia della scrittrice neozelandese Janet Frame sul grande schermo, racconto di una bambina davvero brutta che non migliorera’ troppo una volta cresciuta.
Brutta ma simpatica si dira’, no, neppure quello, anzi nemmeno troppo brillante si direbbe ma indubbiamente dotata per la letteratura, passione che sviluppa sin dai primi anni d’eta’ e che la famiglia, per quanto povera, la aiutera’ a coltivare.
Il suo sogno e’ diventare poetessa e scrittrice, ripieghera’ per breve tempo sull’insegnamento, fintanto che faranno capolino i primi problemi mentali e successivo ricovero. Ad un passo dall’essere lobotomizzata, il successo dei libri la salvera’ dal triste destino, riservandole pero’ altri dispiaceri e altri ricoveri.
Cosa ho guardato a fare questo film? Credo l’abbia richiesto il filologo che dentro di me esige ordine e completezza. Mancandomi all’appello, ho affrontato il film con lo spirito critico e non spettatore, quasi un dovere in attesa di un piacere che alla fine non e’ arrivato.
Non ho un gran rapporto con la Campion. Troppo lontani io e lei, le sue cose buone alla fine si annullano con le immense fesserie che ci ha propinato, "In the cut" e "Holy smoke" soprattutto. Anche questa fissa femminista e’ legittima ma m’interessa poco, non perlomeno col suo modo di portarla avanti. E’ evidente che della Frame, la Campion sottolinea la battaglia di donna "diversa" eppure e’ proprio qui che fallisce e invalida il film.
Non ho letto la biografia della scrittrice, non so che accenti ella abbia usato per raccontare la sua vita ma dalla pellicola non si comprende quale sia stato il suo problema, oltre ad aspetti clinici e neurologici.
Certo i suoi disturbi non sono di natura traumatica, se non nell’ordine naturale di avvenimenti felici e tristi che si alternano nella vita di ognuno. Sfortuna? Forse. Fatto e’ che ci troviamo tra le mani il racconto di una, forse piu’ estrosa del normale e con strani tic alimentari ma che da un giorno all’altro viene ricoverata per disturbi mentali.
Nessun indizio di un vero perche’, nessuna traccia della sua grandezza letteraria che sembra pioverle addosso come ad una miracolata. Si prende atto di tutto senza comprendere che accade e comunque se il film doveva destare interesse sull’autrice, almeno con me ha fallito.
Voglio dire, non basta essere schizzata per diventare una grande romaziera e campionessa di femminilita’.
Sono severo lo so, forse troppo in fondo ma il cinema e’ anche storia e se non la si sa raccontare, lasciar perdere.

Scheda IMDB


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