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Un Atlante racchiuso in un libro particolare

Creato il 26 gennaio 2015 da Maremagazine

Un Atlante racchiuso in un libro particolare

Marco Firrao mostra un foglio dell’Atlante

Atlante del Regno di Napoli ridotto in VI fogli è un libro molto particolare e prezioso, tirato in soli 500 copie nel 2010. Quello presente in libreria è uno degli ultimi, se non l’ultimo esemplare in circolazione.
Racchiuso in un’elegante confezione con un astuccio esterno è un oggetto – lo definirei un libro non libro – dal design unico, contiene l’Atlante del Regno di Napoli ridotto in sei fogli nella versione corretta del 1816, ed un testo bilingue italiano-inglese di 30 pagine nel quale lo storico Vladimiro Valerio ne racconta le vicende e la realizzazione. Ciascuno dei sei fogli è accuratamente piegato in nove parti da 17x24 centimetri, quando è aperto ne misura 138x144! La tecnica di stampa è a incisione su carta pregiata di alto spessore.
Fu realizzato per ordine di Sua Maestà Giuseppe Napoleone I, Re di Napoli e Sicilia, Principe francese e Grande Elettore dell’Imperio dal cartografo Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, Direttore del Gabinetto Topografico di S. M.
Un Atlante racchiuso in un libro particolare
Così Vladimiro Valerio introduce il suo saggio:
…La mappe sono organismi viventi. Questa osservazione contraddice la nostra inveterata abitudine a veder le mappe, antiche o moderne che siano, come delle istantanee, come un ritratto di famiglia, dove ogni cosa ed ogni persona sono colte in un preciso momento, dove il prima e il dopo non sembrano esistere. 

Un Atlante racchiuso in un libro particolare

L’Atlante completo

Le carte geografiche, o topografiche, le mappe – per usare un termine meno ambiguo nella lingua italiana – hanno una loro vita che si sviluppa in un arco temporale più o meno lungo, e ciò non solo per l’ovvia ragione che le operazioni di rilievo di un territorio, di disegno e di incisione di una mappa implicano il trascorrere del tempo, ma per il fatto che essa nasce, cresce, si modifica e muore come un organismo vivente. Per tale motivo datare una mappa è un’operazione più subdola e difficile di quanto si possa immaginare. Quello che noi vediamo, appiattito su un foglio ingiallito dal tempo, non rappresenta un territorio in “un dato momento” ma è la sedimentazione di un lungo percorso di costruzione e di decostruzione del quale noi percepiamo solo l’ultimo stadio, una sorta di fossile potremmo dire. Come da un fossile i paleontologi riescono a risalire alla vita dell’organismo che lo ha generato, così è possibile ripercorrere con l’ausilio di ulteriore documentazione le tappe che hanno portato una mappa a quello stadio del suo sviluppo. A differenza dei paleontologi gli storici della cartografia hanno a disposizione un maggiore numero di elementi che agevolano il lavoro di ricostruzione: dagli archivi alla documentazione storica contemporanea, all’esistenza di altre copie della stessa mappa che rappresentano gli stadi intermedi di quella esistenza cartacea. 

Un Atlante racchiuso in un libro particolare

Astuccio e fogli aperti

Un Atlante racchiuso in un libro particolare
È come avere a disposizione non solo un fossile, ma una serie di essi che individuano i vari momenti dell’evoluzione di quell’organismo.
Con un po’ di cura e di fortuna e possibile ricostruire la storia di ogni documento cartografico, anche dell'Atlante del Regno di Napoli ridotto in VI fogli che riproduce uno dei momenti della sua lunga e articolata esistenza. L’Atlante è privo di data, manca il nome del committente, certamente un Re a giudicare dallo stemma che compare nel frontespizio, che occupa gran parte del secondo foglio…
Chi ha voluto Ia carta? perché? e qual’è la sua data di nascita, Ia sua storia?…

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