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Un bambino di quattro mesi tra i reclusi della cassa integrazione

Creato il 22 marzo 2013 da Laperonza

 

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Torno sull’argomento “corsi per cassaintegrati” (vedi articolo) per raccontarvi una storia purtroppo vera. Sarebbe bello che fosse inventata, un’allegoria dei tempi moderni per esemplificare come, per il puro tornaconto economico di pochi, si mortifichino gravemente le vite di molti. Ma, ribadisco, la storia è vera.

È la storia di una donna in cassa integrazione, mamma da quattro mesi, costretta a frequentare i famosi Corsi Obbligatori per Cassintegrati. Questa donna deve recarsi tre volte alla settimana per quattro ore alla volta, dalle 18 alle 22, in un’aula dove le insegnano ad accendere un computer, a muovere un mouse, a dire due parole in un inglese stentato. Questa donna, per tre giorni alla settimana, lascia a casa il marito a cenare da solo e va a scuola perché è costretta a farlo da una legge assurda, fatta soltanto per far guadagnare chi organizza corsi di formazione. Questa donna è costretta a farlo perché altrimenti dovrebbe dare indietro i soldi di cassa integrazione percepiti e non potrebbe più goderne in futuro. Così va a scuola, ad imparare ad accendere il computer.

Questa donna, abbiamo detto, ha partorito quattro mesi fa, e alle 18, quando comincia la lezione, quando si deve presentare altrimenti di fianco al suo nome sul registro ufficiale della Provincia verrà segnata l’assenza, quell’assenza che potrebbe causarle enormi danni economici, non ha nessuno a cui lasciare il suo bimbo di quattro mesi. Così a scuola ci va pure lui, il piccolo, che a quell’età non potrà certo imparare ad accendere il computer ma capirà, forse, come è scomodo farsi allattare nel bagno dei locali adibiti a scuola. E già, la donna di cui parliamo deve allattare il suo piccolo durante quelle quattro ore della sua vita che le vengono rubate tre volte alla settimana. Così, per non farlo davanti a tutti, si alza e va in bagno a nutrire il suo bambino. Quando ha finito torna al suo posto ad imparare come si accende un computer con un bimbo di quattro mesi in braccio che deve fare il ruttino, che piange e magari disturba l’apprendimento degli altri reclusi della cassa integrazione.

Mi piacerebbe che questa storia fosse inventata, ma è vera, tutta vera.

Luca Craia


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