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Un capoluogo di regione senza asili nido.

Da Suddegenere

foto di Parco della Biodiversità CZUn capoluogo di regione senza asili nido.

“”Apprendiamo con piacere che a breve verrà aperta presso l’istituto comunale G. Pepe una sezione di Micro Nido aziendale per sette , diconsi SETTE, bambini di età compresa tra i 13 ed i 24 mesi.. I posti sono riservati, in via prioritaria, ai figli dei dipendenti dell’Amministrazione Comunale e Società Partecipate, subordinatamente di altri Enti Pubblici e/o Privati ed infine aperti al Territorio. Le rette, come in ogni struttura pubblica, saranno in funzione alle fasce di reddito dell’utenza , di conseguenza, senza dubbio, inferiori a quelle praticate dagli asili nido privati esistenti in città, Del resto questi ultimi,sebbene numerosi , non sono molto frequentati proprio perché le rette (anche se in media tra le più basse d’Italia) sono a volte troppo alte per le troppe famiglie che vivono una situazione economica difficile. Il vero problema è che la Calabria detiene il primato di scarsa presenza di asili nido comunali, 22 in tutta la regione, NESSUNO nella nostra città e pur non negando la validità degli asili privati, riteniamo che si debba lasciare ai genitori la libertà di una scelta consapevole e non obbligata, tra le varie opzioni offerte sia dal pubblico che dal privato. Scelta che,si capisce, non prescinde certamente sia dal costo del servizio che dall’offerta formativa. Non dimentichiamo, tra l’altro, che, mentre giustamente il privato persegue oltre che un fine sociale anche un interesse privato, il pubblico ha il dovere di offrire un servizio sociale, imponendo rette accessibili a tutti secondo il proprio reddito. La presenza in città di un nuovo asilo aziendale, ripetiamo è certamente un dato positivo, ma non possiamo non rimarcare che ad esso non possono certo accedere i figli dei disoccupati, delle casalinghe, dei lavoratori autonomi, dei professionisti, attuando così una disparità di trattamento che privilegia chi ha un lavoro stabile..Ecco perché ci auguriamo che l’Amministrazione provveda al più presto ad aprire in città asili nido comunali, sovvertendo il dato negativo che su questo tema ci caratterizza da sempre. Catanzaro d’altra parte, non è certo una città a misura di bambino, tanto che Legambiente la colloca agli ultimi posti riconfermando le ultime posizioni degli anni precedenti. Catanzaro non è insomma città amica dei bambini, ecco perché da più tempo SEL propone “un coordinamento inter-assssorile per le politiche per l’infanzia e l’adolescenza” che tenga presente le esigenze dei bambini e dei ragazzi nei diversi ambiti di intervento,dalla mobilità agli assetti urbani, dall’edilizia ai piani per la salute,tutelando le loro esigenze, attraverso interventi che rispondano ai loro effettivi bisogni. A questo proposito riteniamo vada sostenuta con forza la proposta di legge presentata in Consiglio Regionale per la promozione della città dei bambini e delle bambine, il cui scopo è quello di perseguire il miglioramento della qualità della vita dei minori nei contesti urbani..Ci auguriamo che su questa proposta si possa trovare la più alta convergenza politica

Comunicato stampa del  14-11.-11 di Carla Rotundo SEL Catanzaro.”"

Più che altro direi che Catanzaro non è città amica  delle donne.


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