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Un cerchio di pietre e una matita

Da Chichili123
Chi non ha mai sentito parlare di Re Artù? Per gli amanti della letteratura, La storia dei re di Britannia, di Goffredo di Monmouth e gli amori cortesi dei cavalieri della tavola rotonda di Chetrien de Troyes sono un classico imperdibile. Gli amanti del cinema non possono aver mancato l’Excalibur di Boorman, o il King Artur di Fuqua e anche i più giovani ne conoscono le gesta attraverso cartoon memorabili quale la spada nella roccia della Disney.
Un mito che si tramanda di secolo in secolo e che ha visto cimentarsi autori su autori dando sempre più nuova linfa a una leggenda che potremo oramai definire immortale. Il cavaliere, il guerriero, l’amante perfetto.Pierluigi Curcio ha fatto sua la tesi della Dott.ssa Linda A. Malcor e del Prof. Scott Littleton secondo i quali, dietro l’improbabile eroe del primo medioevo, si cela una figura ben più antica e concreta di cui si conosce persino l’intero cursus honorum. Lucio Artorio Casto: un prefetto di cavalleria, vissuto nel II sec. d. C. sotto i regni di Marco Aurelio e suo figlio Commodo. A lui spettò il compito di condurre 5.500 ausiliari sarmati fino al lontano Vallo di Adriano per custodire gli estremi confini dell’impero, dai guerrieri caledoni sempre più assetati di vendetta e rivalsa contro l’odiato romano.Fu proprio quest’ufficiale a respingerne l’avanzata ottenendo in seguito il titolo di dux senza ricevere il consueto trasferimento in una nuova legione e in una nuova Provincia, anzi, si ritrovò a governare una buona parte di territorio alla stregua di un vero e proprio Re.Il romanzo ripercorre l’intero iter militare e umano di Artorio fino all’epilogo che lo consegnerà per sempre ai posteri. Fondamentalmente l’autore compie un immane lavoro di ricerca storica, ma non solo, la realtà diviene un tutt’uno con il mito che noi tutti conosciamo. (http://www.bretagna.com/spip.php?article49) Amori, odio e passioni risorgono ancora una volta per noi lettori, pronti sempre più a scorrere le pagine di una nuova storia.La stirpe dei Re è il seguito ideale del precedente Artorius. Sono trascorsi ben due secoli, ma il sogno di una Britannia unita, sotto la guida di un unico grande Re, non si è mai spenta. Le legioni del nord insorgono eleggendo uno sconosciuto veterano alla stregua di un imperatore e, se non fosse stato per il tradimento di colui che giudicava come e più di un fratello, la storia dei nostri giorni, sarebbe stata molto probabilmente diversa da come la conosciamo oggi.Il romanzo narra dell’ascesa e della caduta di Costantino III, detto l’usurpatore. Del tradimento di un amico, dell’amore sconfinato per la patria: la Britannia, ma non solo: è una storia di amori e vendetta e passioni che spingono l’uomo fino a scelte estreme che segneranno per sempre le vite dei protagonisti. La vicenda tra Clausia ed Embreis, è a mio avviso, una delle pagine più toccanti del testo. Ogni personaggio vibra di vita propria, non esistono comprimari, ma ognuno possiede una forza che gli consente di restare impresso nel ricordo del lettore. Mordred, Alina, Embreis, Rowen, Uther, lo stesso Eldol signore del Caerloyw e unico superstite della notte dei lunghi coltelli. Una nuova avventura da leggere col fiato sospeso tra  intrighi, battaglie e sogni di conquista.
Forse non tutti sanno, che esistono anche delle tavole o illustrazioni ispirate ai romanzi, Artorius e La Stirpe dei Re. Di recente, mi sono imbattuta in questa tavola meravigliosa, che continua a emozionarmi tanto.Un cerchio di pietre e una matita

Non potevo non mostrarvela e credo che sia giusto dare la parola a chi ci ha regalato questi capolavori: Pierluigi, Andrea, presentatevi!P: Ciao Roberta, ciao Andrea. Cioè dico, non sarebbe stato il caso di iniziare con una domanda meno complicata? Non pensavo che scrivere fosse come una malattia, ma ammetto che dal primo romanzo “Vendetta” ci ho preso un vago gusto e d’allora ho pubblicato altri due romanzi a sfondo storico: quelli di cui hai, appunto, appena accennato, più una serie di racconti che spaziano dall’Horror al Western, al sentimentale.Non ho ancora un genere ben definito, mi diverto a spaziare e a mettermi alla prova. Credo che  scrivere sempre sullo stesso spartito, incentivi quel pizzico di “già visto” che ogni autore teme più di un tornado. Faccio mio uno spunto, lo assimilo, tendo a costruire una storia guida nella mia testa e permetto infine alle dita di battere sulla tastiera riportandola su carta. Ammetto che non sempre il finale è come vorrei, ma questo, strano a dirsi, ma non dipende da me.Ops, ho parlato anche troppo credo…


A: Mi chiamo Andrea Tentori Montalto e sono un illustratore e fumettista che attualmente lavora come freelance.Adoro il mio mestiere perché è una sfida quotidiana con i miei limiti. Provo una grande emozione mentre l’immagine prende vita, soprattutto quando riesco ad ottenere l’effetto che cercavo!
Andrea, è vero che senza talento, il tuo mestiere probabilmente non si può fare, ma avrai anche studiato per diventare così bravo. Chi sono stati i tuoi maestri, quali scuole hai frequentato? Ti ispiri a qualche tuo mito o cerchi di seguire una tua linea?
Io credo che il talento non rappresenti più del 30-40% della bravura di un artista e che il resto sia essenzialmente rappresentato dal suo continuo studio e dalla voglia di migliorarsi. Non penso di essere particolarmente dotato di talento, per questo motivo cerco il costante miglioramento attraverso lo studio e l'esercizio. Non ho una base artistica avendo frequentato prima il liceo scientifico ed in seguito il primo anno di ingegneria informatica. La mia prima esperienza didattica è stata durante i tre anni della Scuola Internazionale di Comics di Roma. Ho avuto anche un maestro di pittura, Roberto De Santis, con il quale ho frequentato alcune lezioni private a Fermo. Se devo ringraziare qualcuno per dove sono ora è di sicuro lui. Mi ha trasmesso il suo modo scientifico e razionale di concepire le varie fasi della creazione di un'immagine il che ben si adatta ai miei precedenti studi. Principalmente cerco di assimilare le caratteristiche che preferisco dei vari artisti di talento che seguo per poi riadattarle al mio personale modo di fare.Quando hai iniziato a disegnare e quando hai capito di volerlo fare a livello professionale?
Ho cominciato a disegnare sui banchi di scuola dalle elementari fino all'università, quando il crescere della passione che mettevo nel disegno non ha prevalso sulla consapevolezza dell'utilità di una laurea.In seguito penso che la scelta di portare la passione ad un livello professionale sia più il frutto di un passaggio quasi obbligato che ti consente di potergli dedicare tutto il tempo a tua disposizione.
Pierluigi, spesso, quando l’autore scrive, vede letteralmente le scene davanti agli occhi. La tua idea delle illustrazioni è nata così?Decisamente Rob. Ogni scena descritta in Artorius e nella Stirpe dei Re si è letteralmente svolta nella mia mente. Ogni dettaglio, movimento, battaglia o bacio che fosse. L’idea delle illustrazioni nasce da quei vecchi libri per ragazzi che leggevo molti anni fa: I tre moschettieri, il Visconte di Bragelonne, La rivincita di Tremalnaik, ne erano letteralmente colmi. Quelle tavole non hanno smesso di esercitare un fascino magnetico attraverso gli anni e ho voluto ricreare, attraverso l’abilità di Andrea, le medesime atmosfere. 
Come hai conosciuto Andrea Tentori Montalto? Cosa ti ha maggiormente colpito dei suoi lavori?Oramai il mondo virtuale è un’immane vetrina in cui trovare chi confà alle proprie esigenze è divenuto estremamente semplice. Ho apprezzato le opere  di Andrea attraverso la segnalazione di un gruppo “I racconti dei Demiurghi.”Innamorarsi dei suoi lavori è stato come esser colpito da un fulmine a ciel sereno. Ogni suo personaggio, movimento, azione imposta sembrano reali. Se vedo un cavallo lanciato al galoppo, voglio che ne traspari la fatica, il manto sudato, il vento in faccia. Andrea è capace di imprimere su matita ogni singola sensazione che delinea i volti e le azioni. Mi piace chiamarla “potenza artistica.”(Domanda a entrambi) Qual è la tua tavola preferita e perché?
A: La mia tavola preferita è senza dubbio la seconda di Artorius (lui mentre solleva trionfante il gladio, per intenderci).Un cerchio di pietre e una matitaDiciamo che non solo mi soddisfa (cosa per me rara) ma segna anche una piccola svolta nel mio percorso di approccio all'immagine che è sempre in continua evoluzione.
P: Ha disegnato dieci tavole a romanzo e lo ammetto, la scelta non è facile. Il viso delicato di Morana, la tragedia di Alina o la perfidia di Rowen risaltano in ogni illustrazione. Optare per una battaglia sarebbe sin troppo facile e scontato. No, la mia scelta punta direttamente il dito su una delle ultime raffigurazioni della Stirpe dei Re. Il momento in cui la spada lanciata da Uther Pendragon trafigge il terreno e suggella l’elezione di Embreis Guletic come unico e grande Re di Britannia. Ho i brividi al solo pensiero.
Un cerchio di pietre e una matita
Possiamo sperare in future collaborazioni? Il duo Curcio-Tentori Montalto ci piace!P: Taccio... :-DA: Ovviamente! A riprova di ciò stiamo ancora collaborando (ma questo è un segreto e non posso aggiungere altro). Collaborare con Pierluigi mi da una grande soddisfazione e mi auguro davvero di avere ancora altra strada da percorrere con lui.

Potete ammirare tutte le tavole nei trailer di Artoriuse La Stirpe dei Re


Un cerchio di pietre e una matita
www.pierluigicurcio.it

www.andreatentorimontalto.com

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