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Un grande spy thriller dagli anni ’80 della guerra fredda: “The Americans”

Creato il 07 febbraio 2014 da Lundici @lundici_it
the americansTitolo originale: The Americans
Paese: Stati Uniti d’America

Genere: Drama, Thriller
Stagioni 1 Episodi: 13
Ideatore: Joe Weisberg
Interpreti:
Keri Russell: Elizabeth Jennings
Matthew Rhys: Phillip Jennings
Noah Emmerich: Stan Beeman

Data uscita in Italia: 4 novembre 2013
Data uscita 2° stagione negli Stati Uniti: 26 febbraio 2014
Rete Televisiva: Fox
Consigliato: a chi ama il genere drama\spionaggio posto in un contesto storico-politico a noi vicino
Sconsigliato: a chi è solito affiancare il termine spionaggio con l’azione da arti marziali

America. 1980. John Lennon viene assassinato, Ronald Reagan diviene il 40° Presidente degli Stati Uniti, l’AIDS comincia a mietere vittime sia fisicamente che moralmente, la Guerra Fredda continua e si inasprisce dopo vent’anni di dolori silenziosi. Eppure il microcosmo americano non si lascia distrarre. L’American Dream per coloro che appartengono alla middle class deve continuare. Show must go on! Il giardino bisogna tenerlo verde, la recinzione bianca, la famiglia unita davanti alla televisione ammirando il corpo scolpito di Richard Gere in American Gigolò.

Verità e finzione, superficie e profondità. È su questa bilancia che si muove la prima stagione di The Americans, ulteriore gioiellino targato FX. Da sempre l’emittente televisiva dimostra di possedere la capacità di reinventare i generi: l’horror con American Horror Story, il western\crime contemporaneo di Justified, il crime drama sui motociclisti di Sons of Anarchy per infine approdare al genere spionistico con The Americans.

Creata dall’ex agente della CIA Joe Weisberg e prodotto da Graham Yost, la serie racconta delle due spie sotto copertura Elizabeth e Phillip Jennings ( interpretati da Keri Russell e Matthew Rhys) i quali in nome della madre patria cominciano una vita fittizia sul territorio nemico lavorando in un’agenzia di viaggio e mettendo su famiglia.

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Considerato come una delle migliori novità dell’anno spicca per la capacità di mantenere alta l’aspettativa dello spettatore con una narratività scandita in maniera graduale nel corso delle 13 puntate. Nessuna fretta, bilanciamento perfetto. Ogni piccolo turbamento dell’equilibrio porta ad una destabilizzazione su due fronti: da una parte la coppia, la cui vita appesa ad un filo in nome del proprio paese si incrocia con la preoccupazione per i propri figli, con la solitudine in una terra straniera e nemica, con il desiderio di lui per una vita normale in linea con la società di massa americana (vietata nella terra comunista) e lei che invece votata alla causa rifiuta ogni tipo di approccio con l’american dream. Dall’altra la guerra fredda, una battaglia silenziosa che si muove sottile all’insaputa della quotidianità dell’individuo medio e che fa da palcoscenico ai meccanismi sottili dell’animo umano. Infatti la qualità di The Americans sta nel saper porre sulla stessa linea il lato action, quello drama e infine quello storico, senza così cadere in un cliché storico\politico visto e rivisto. Tutto ciò sotto le musiche ’80 che zigzagano tra Fletwood Mac, Phil Collins, The Cure e Peter Gabriel.

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