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Un Leader piccolo piccolo

Creato il 29 aprile 2013 da Ildirettorio
Un Leader piccolo piccoloSpesso sulle più affermate testate giornalistiche nazionali i vari Scalfari, Galli Della Loggia, Ostellino, Folli, Franco ed altri si sono cimentati nell'analizzare la genesi e la genetica di un leader.la domanda non è di poco conto e noi non vogliamo essere da meno ma proprio per questo vorremmo ricondurre il tutto ad un livello meno "importante" e più "pragmatico", perchè di questi tempi non è solo complicato sopravvivere (la crisi ci affama letteralmente) ma è difficilissimo analizzare, leggere o discutere di Politica e delle leadership che la devono realizzare.Riteniamo come i più che leader non sia sinonimo di Furer, nè di Duce, nè di Kapò ma sia la parola che usiamo per identificare alcune capacità di vario genere (dam managment a quelle caratteriali) fuse in un unico corpo cui diamo un nome ed un cognome.Questo, se fosse perpetrato nei fatti, sarebbe oltre che la riprova del vero anche un auspicio importante per tutti coloro che si occupano più o meno attivamente di politica; ma, come si puù intuire per esperienza comune, resta un miraggio e la realità è lontanissima dal rassomigliervi.È vero dunque il contrario, specie per quello che riguarda il leader più locali inguaribilmente malati di localismo acuto.Infatti, nessuna città piccola o grande che sia è esente o immune da figuri, più o meno istruiti (spesso meno), il cui unico merito è riuscire a trascinare altre soggettività (spesso derelitte e poco lucide a causa della fame) nell'agire in modi che con l'agire politico poco hanno a che fare.È possibile scorgere tali soggetti in vari contesti, dalle assemblee conressuali dei partiti (solitamente posti fuori la posta del luogo dell'assemblea nell'attento controllo dei volti degli avventori) alle assemblee consiliari (perchè si è cresciuti con l'idea che si è leader solo se si viene eletti a prescindere dal fatto che si abbia o meno qualcosa da dire).Per questi motivi e per tanti altri che lasciamo solo intuire a voi e non evidenziamo per l'antico pudore che ci muove in queste cose, riteniamo che la genesi del leader e delle leadership soffra oggi di un antico vizio politico, la persistente e mai doma capacità di non realizzare mai (tranni in rarissimi casi) quello che si dice.Se si seguissero i dettami sanciti dai summenzionati giornalisti-maitre à penser si potrebbero creare in pochissimi anni vere ed autorevoli classi dirigenti nazionali che in non molto raddrizzerebbero sicuramente anche il nostro Paese; viceversa, posto che la realtà è ben lontana dai loro (saggi) racconti, la politica e molta della società (civile?) movimentista continueranno a sfornare vagonate di leader piccolini che agiranno localmente marcando il territorio come bestie qualunque e sempre più come piccoli ducetti piuttosto che come reali condottieri di masse mosse da un qualche pensiero.Il dramma più serio è che al di la delle spesso fantasiose prese di posizione giovanilistiche pubblicate su ogni social network (tutte a contenuto mediamente purista a rivoluzionario) dietro ogni giovane leader (già follower di qualcun'altro) c'è un vecchio marpione ultraradicato da cui il "bimbo" ha imparato la medesima arte e lo stesso mestiere con buona pace di ogni bel proposito pesonale.Dunque, per non destare sospetti di sorta ed avere meno fraintendimenti sul tema, noi restiamo saldi al mondo delle analisi alternative (magari anche più semplici, comuni e pragmatiche) e lasciamo ai citati maestri le ipotesi classiche di anatomia del leader che riteniamo troveranno scarsa realizzazione anche nella nostra democrazia di questo strano inizio secolo.Attendiamo comunque di essere piacevolmente smentiti dai fatti.

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