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Un libro CISL che apre al dialogo

Da Brunougolini
Leggevo un titolo su “Conquiste dal lavoro” (quotidiano Cisl) di sabato 12 febbraio: "La scossa della Cisl per la crescita del Paese”. E pensavo che nessuno si è accorto di questa “scossa” impressa dalle manifestazioni organizzate dal sindacato di Bonanni. E’ la dimostrazione di come la divisione sindacale comporta per tutti un rischio di marginalità, di inefficienza. Pensavo a questo mentre leggevo un libro di Francesco Lauria e Silvia Stefanovichj “A tu per tu con il sindacato” (Giuffrè editore). I due giovani autori (impegnati nella Cisl) hanno voluto interrogare non solo i vertici di Cgil, Cisl e Uil, ma numerosi dirigenti delle più diverse categorie. E anche esponenti di sindacati autonomi e di base (c’è persino un’antica conoscenza, Pierluigi Tiboni). Manca stranamente un rappresentante della Fiom, il sindacato metalmeccanico.
L’interesse è dato dall’intrecciarsi di esperienze le più diverse e dalla scoperta di storie di vita e di figure singolari come il sindacalista-romanziere (Cerfeda) o il sindacalista-filosofo (Gallo). Sono voci di donne e uomini, come osserva Bruno Manghi, molto competenti, preparati, ma con una modesta “intensità emotiva”. Non posseggono sul futuro “grandi certezze strategiche”. Forse spiegano tale condizione le parole di Carlo Parietti, presidente Eurocadres: “Considerare il sindacato come una missione senza sentirsi missionari, amare la propria organizzazione essendo sempre pronti a criticarla e a difenderla, essendo sempre pronti a capire e se possibile a fare proprie le ragioni altrui”.
Il merito principale del volume sta proprio nel suggerire un metodo che sembra scomparso tra i sindacati: il confronto. Lo propone, ad esempio, nell’introduzione Michele Tiraboschi: “Solo il confronto, anche da posizioni molto diverse, può consentire di far evolvere il nostro sistema di relazioni sindacali”. Una constatazione che dovrebbe essere sottoposta iall’attenzione del ministro al welfare Maurizio Sacconi, propugnatore della divisione sindacale a tutti i costi.
Sarebbe utile se l’ipotesi del confronto, nel merito delle questioni, approdasse sulle colonne di “Conquiste del lavoro”, di “Rassegna sindacale”, sulle pubblicazioni Uil. E’ troppo tardi? C’è chi sostiene come sia impossibile tornare indietro, trovare uno sbocco che salvi la faccia a tutti. Le ultime vicende hanno sedimentato tra iscritti e lavoratori fosse ricolme di sorda ostilità. C’è da chiedersi che cosa succederebbe in caso di nuove elezioni e della nascita di un governo diverso in grado di modificare quanto fatto dal centrodestra in materia di lavoro. Sarebbe necessario pensarci in tempo per contribuire a far rimanere il mestiere del sindacalista, come dice Marco Bentivogli nel libro, “il lavoro più bello che esiste”.

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