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Un Mali "riunificato" è la buona notizia cui però alcuni guardano con scetticismo

Creato il 22 giugno 2015 da Marianna06

2013 Evacuation manuscripts Timbuktu, copyright Prince Claus Fund (1)

Il Mali è “riunificato” ed ora si apre “il tempo della verità e delle responsabilità”. Sono questi i concetti centrali di un lungo editoriale apparso sul portale Maliweb all’indomani della firma dell’accordo di pace, avvenuta sabato, tra governo e il Coordinamento dei movimenti dell’Azawad (Cma).

La sigla che raggruppa i principali gruppi armati a dominante tuareg attivi nel nord ha dunque accettato una soluzione di compromesso rispetto all’autonomia richiesta per le regioni settentrionali. Il documento, che prevede comunque la costituzione di assemblee locali, infatti, prosegue l’editoriale di Maliweb “infrange il sogno di uno stato dell’Azawad, che il coordinamento nutriva dall’inizio della crisi, mentre il Mali ritrova tutti i suoi figli”.

“Il Cma è arrivato infine a capire che solo il dialogo può risolvere i conflitti”, scrive da parte sua la testata Malijet, ricordando che la firma è arrivata “nel momento in cui le autorità hanno annullato il mandato d’arresto contro alcuni dirigenti dei gruppi armati”. Questi ultimi hanno riconosciuto all’attuale presidente Ibrahim Boubacar Keita – che si è definito “ubriaco di felicità” – di aver “realizzato ciò che nessun regime era riuscito a fare in Mali”. Per gli ex ribelli, tuttavia, la firma è solo l’inizio di “un processo complementare”, basato su “un dialogo obiettivo e diretto”.

La possibilità di nuove trattative è solo uno dei punti che restano aperti: ad affrontare questioni come il disarmo delle milizie, la composizione del nuovo esercito nazionale e la ricostruzione, sarà un comitato apposito, di cui già si è svolto il primo incontro a Bamako. A comporlo, sono i firmatari dell’accordo (governo ed ex ribelli), ma anche paesi protagonisti della mediazione come l’Algeria e i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, tra cui la Francia, impegnata nell’area nell’operazione militare Barkhane.

Proprio il ministro degli esteri francese, Jean-Yves Le Drian, che oggi effettuerà una visita-lampo nel paese, ha promesso la collaborazione delle truppe di Parigi all’applicazione degli accordi, in particolare proseguendo “l’azione contro i jihadisti” ancora attivi nel nord. Proprio la presenza di “attacchi e atti di banditismo” commessi dai gruppi armati è tuttavia uno dei fattori che hanno portato l’organizzazione non governativa Human Rights Watch a guardare con scetticismo all’accordo. 

      

             a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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