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Un marziano al festival di Roma: ep. #1

Creato il 09 novembre 2013 da Luigilocatelli

Schermata 2013-11-09 a 15.31.24Il marziano sono io, ovvio, capitato qui abbastanza per caso per il suo primo Roma Film Festival, finora accuratamente sdegnato e scansato per pigrizia, o per saturazione da altri festival (ne faccio cinque l’anno, completi, e se cinque vi sembran pochi) o per snobberia scema, indotta dal clima antipatizzante che su stampa cartacea e online circonda questo festival. Poi, visto che mi trovavo nel senese a passare le acque, ho pensato che da Chiusi a Roma non era poi questo gran viaggio, e potevo anche buttarmi e tentare una visita di qualche giorno, azzardare un sopralluogo al fine di studiare il territorio e la composizione antropologica. Così eccomi qua all’Aditorium, quartier generale del festival, arrivato alle 14 di oggi sabato 9 novembre. Non così a casa di Dio, l’Auditorium, come dicono le lingue male. Ci ho messo un po’  – ma non poteva essere altrimenti – a districarmi tra uffici stampa, uffici accrediti, sportelli vari ecc. e a capire il meccanismo, visto che anche questo RFF ha i suoi usi e costumi, i suoi feticci e i suoi tabù, esattamente come ogni altro festival (maledizione, non ne esiste uno uguale all’altro, ogni volta devi imparare). Così sono inciampato sulle prime difficoltà: a) mi volevo vedere stasera Dallas Buyers Club con Matthew McConaughey, ma niente da fare. Questo perché, essendo arrivato con un giorno e mezzo di ritardo, mi sono perso la proiezione stampa, e a quella di stasera – come a tutte quelle in sala Santa Cecilia – l’accreditato è ammesso solo se ha fatto la fila presso adeguato desk prendendosi il biglietto ENTRO LE ORE 12,00. Io sono arrivato alle 14,oo, dunque tagliato fuori. b) vedo però che alle 14,30 c’è una proiezione per pubblico e acreditati alla Sala Sinopoli di L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi. Son già qui – penso – tanto vale che me lo vada a vedere. Ah signori, non avevo fatto i conti con il regolamento (che non avevo studiato). Secondo il quale prima vengono fatti entrare tutti coloro muniti di biglietto (paganti e immagino anche qualche omaggiato), e solo dopo gli accreditati, ammassati intanto a lato nella rushline, aspettando di sapere se potranno entrare davvero. Dipende da quanti posti verranno lasciati liberi dai bigliettati. La fila è lunghissima, mi ricorda le peggiori attese di Cannes e Venezia, e non promette niente bene. Una mia vicina assicura di non aver mai visto in otto anni, lei è una fedelissima del festival, una roba del genere. Segno che il film ha un gran richiamo popolare, e segno che la partecipazione del pubblico al RFF 2013 è al momento sostanziosa. Avete già capito com’è andata a finire, no? Che i posti si sono esauriti e non ce l’ho fatta a entrare. Eccomi adesso nella (comoda e spaziosa e con wifi malfunzionante) sala stampa a scrivere questa prima cronachetta. Alle 19,15 c’è la proiezione stampa di uno sconosciutissimo film messicano, voglio proprio vedere se anche lì si farà fatica.


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