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Un’off-season complessa: ai Clippers basterà Stephenson per puntare all’anello?

Creato il 16 giugno 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

Quando una squadra chiude la propria regular season ad un solo passo dal proprio record di franchigia per numero di vittorie e termina la propria annata con 7 successi consecutivi e 56 totali, di certo, al primo turno dei playoff tanto meritatamente conquistati, al terzo posto di un'indiavolata Western Conference, non si aspetta certo di trovarsi di fronte i campioni NBA in carica, per altro soltanto lievemente cambiati rispetto alla corazzata vista l'anno passato. Poi, l'ostacolo Spurs è superato dopo 7 fenomenali battaglie e la squadra si trova avanti 3-2 nella successiva serie contro i Rockets e di 19 punti a terzo quarto inoltrato...

Bisogna chiudere i conti e volare alle finali di Conference. Questa missione, però, i Clippers non sono riusciti a portarla a termine e i rimpianti, in casi come questi, sono tremendamente maggiori rispetto ad una pur fenomenale stagione nel complesso.

Essere diventati la nona squadra NBA nella storia a perdere una serie condotta per 3-1 e, soprattutto, il modo in cui questa serie è sfuggita da mani che sembravano averla afferrata in maniera decisiva rendono il futuro dei Clippers assai incerto. Non che il passaggio del turno avrebbe garantito la conquista del titolo, anzi probabilmente l'ostacolo Warriors sarebbe stato insormontabile per gli uomini di Doc Rivers, ma arrivarci, per la prima volta nella storia della franchigia, avrebbe fatto tutta la differenza del mondo. Ora la squadra di Los Angeles, per migliorarsi e puntare a traguardi anche maggiori, non sa esattamente come muoversi in questa off-season, ma si è messa immediatamente al lavoro, aggiungendo subito un altro tassello al roster: Lance Stephenson. Gli Hornets hanno accettato uno scambio che ha spedito a Charlotte due giocatori, Spencer Hawes, il quale potrà essere molto utile come arma da oltre l'arco, e Matt Barnes, il quale, invece, verrà probabilmente tagliato prima dell'inizio della stagione, sebbene il GM Rich Cho abbia usato parole di stima nei suoi confronti. Se la guardia nativa di New York sarà la pessima copia di sé stesso vista l'anno passato, per i Clippers non sarà di certo l'upgrade decisivo per puntare al titolo, mentre se tornerà ai livelli di Indiana, magari con una maturazione caratteriale e di gioco finalmente completa, Stephenson è un giocatore in grado di spostare gli equilibri sul parquet.

Press Release: Clippers Acquire Lance Stephenson from Hornets → http://t.co/OGIMWO4nMr pic.twitter.com/xW1OtliRJ4

- Los Angeles Clippers (@LAClippers) June 16, 2015

Tornando alla situazione complessiva, agli oltre 40 milioni di dollari che Steve Ballmer dovrà sborsare per stipendiare Chris Paul e Blake Griffin, confermatisi stelle assolute della squadra, si aggiunge una cifra molto vicina a quelle percepite da questi ultimi se si vorrà trattenere un altro, grande leader stagionale come DeAndre Jordan. Il prodotto di Texas A&M ha mostrato un miglioramento esponenziale nell'ultima annata, tanto a livello difensivo, quanto di peso incalcolabile sotto canestro, capace di raccogliere rimbalzi e distribuire stoppate a iosa. Sarebbe quasi impossibile per Los Angeles aggiudicarsi un centro al suo livello se dovesse partire, soprattutto considerando i tanti milioni bloccati per i contratti di J.J. Redick, che si è comunque meritato i quasi 7 milioni di dollari percepiti, Jamal Crawford, autentica delusione dei playoff dei Clippers (12.7 punti di media col 24% da oltre l'arco), ed ora per Stephenson, che percepirà 9 milioni di dollari per la prossima stagione, senza poi l'obbligo di protrarre il contratto per annate successive.

Nonostante gli incredibili, per un buon tratto, playoff di un sorprendente Austin Rivers, sono state proprio la sua acquisizione ed il rilascio del contratto di Jared Dudley verso Milwaukee, dove, nel frattempo, si è ripreso ed è tornato ad essere un giocatore d'impatto dalla panchina, come tanto sarebbe servito a Los Angeles in questi playoff, a togliere scelte nei prossimi Draft alla squadra, che da qui al 2018 avrà appena una scelta al primo round. Impossibile, dunque, aggiungere talento a basso prezzo al momento. Il problema, quest'estate, potrebbe anche essere risolvibile tagliando tutti i contratti inutili che i Clippers portano con sé (Carlos Delfino, Hedo Turkoglu e compagnia) e trovando ancora un paio di buoni giocatori da convincere al viaggio in California a prezzi contenuti. L'aver trovato una guardia, per altro dalle potenzialità immense o almeno più alte dei nomi che erano stati avvicinati ai Clippers in precedenza nel ruolo, potrebbe essere molto più facile rispetto al mettere le mani su un terzo big man in grado di dare man forte sotto canestro. Una soluzione più difficile, comunque, sarà da trovare l'anno prossimo, quando Crawford e Stephenson saranno in scadenza di contratto e Ballmer si troverà a sborsare quasi 80 milioni di dollari per appena sei giocatori, sempre considerando che Jordan rimanga a roster e senza dimenticarsi di C.J. Wilcox, unica speranza concreta, al momento, per il lontano futuro della squadra di Doc Rivers.

Nel frattempo, però, c'è sempre da tenere in considerazione una Western Conference in crescita esponenziale, anno dopo anno. I Warriors sono, al momento, certamente più forti e completi di quanto questi Clippers possano mai diventare in estate, i Rockets si sono dimostrati, almeno mentalmente, più forti della squadra californiana, gli Spurs potrebbero mettere a roster una stella di primo livello in off-season e puntare al vertice ed infine i Thunder, se tutto si sistema a livello fisico per Kevin Durant, torneranno senz'altro più cattivi che mai per conquistare il tanto agognato anello. Vero è che, ad una squadra con Paul ( 22.1 punti e 8.8 assist di media nei playoff), Jordan ( 13.1 punti e 13.4 rimbalzi) e soprattutto con questo, strepitoso Griffin ( 25.5 punti, 12.7 rimbalzi e 6.1 assist) sul parquet non può mancare poi molto per puntare al titolo. Con un Crawford dal rendimento migliore, un Redick anche più determinante e con un Lance Stephenson in grado di dimostrare il suo valore ed essere decisivo come ai tempi dei Pacers, certamente i Clippers non avrebbero avuto nulla da temere contro alcun avversario. Si deve ripartire pensando alle straordinarie performance messe insieme per avere ragione di San Antonio, sconfitta senza paura da una squadra che sembrava lanciata verso i migliori successi nella storia della propria franchigia.

Successi che sono, comunque, ancora pienamente alla portata di questi Clippers.


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