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Un Ombrello Per Le Anguille – Michele Marziani

Creato il 24 agosto 2012 da Ferdori

Un Ombrello Per Le Anguille – Michele MarzianiPensavamo che le tue fossero favole.

No, sono storie di pesca.

Una serie di racconti dove la malinconia, i ricordi e un certo non so che di passato che più non può tornare, la fanno da padrone.

Ma l’ultimo libro sulla pesca dello scrittore riminese Michele Marziani Un ombrello per le anguille non è solo questo.

Ben altre cose sono nascoste nelle storie qui raccontate; cose che solo leggendo tra le righe è possibile scoprire, magari anche inconsciamente, seguendo nemmeno troppo attentamente le azioni dei protagonisti, lasciandoli ai dettagli delle loro avventure, ma cercando di annusare il profumo del fiume, del pesce, del lago, della colazione fatta quando fuori è ancora buio.

I più giovani probabilmente non sanno e non possono sapere di cosa sta parlando Michele Marziani quando scrive libri come questo, ma chi ha avuto la fortuna di avere un padre o comunque qualcuno che partiva da casa in orari oramai troppo difficili da ripetere, ha messo insieme un bagaglio culturale che lo distingue dal resto delle persone e che lo può aiutare a cogliere gli aspetti di cui parla.

Probabilmente non c’è una cosa specifica, una frase o una descrizione che fa scattare una molla, no.

Succede però che a fine lettura si ha in mente qualcosa che non è propriamente rappresentativo di quello che è stato letto, ma una sua trasposizione elaborata in base alle esperienze personali di ognuno.

Non è propriamente film del libro come nel caso di pura narrativa, ma è il film di come il lettore sta vivendo il libro, di quello che ha risvegliato dentro di lui.

E’ infatti lo spirito il vero protagonista di queste storie, ovvero la serenità e la gioia di vivere un’avventura sempre nuova ogni giorno essendo consapevoli del ruolo di protagonista.

La pesca qui descritta rappresenta un rifugio sicuro dalle difficoltà della vita, dove la velocità non esiste e il silenzio è d’oro.

Il rapporto con il fiume, con il lago, con il pesce, è un ritorno all’antico e lo si può comprendere appieno solamente se si è provato qualcosa di simile.

Torniamo presto a pescare, papà?

Il padre sorride, ha ritrovato qualcosa.

Non lo perderà più.

In questi racconti non si leggono storie, si percepiscono emozioni.

Anche al lettore però viene richiesto di fare la sua parte.

Lo scrittore deve avere certamente la capacità di trasmettere emozioni, ma il lettore deve essere aperto e mentalmente predisposto se vuole sperare di riuscire a recepirle.

Fatta questa precisazione, devo dire che il clima trovato nel libro mi ha ricordato in qualche modo ciò che già avevo provato leggendo Fiesta di Hemingway.

Nessun accostamento tra i due autori, semplicemente ricordo che grazie a quella lettura riuscii ad entrare nella mentalità della sfida onorevole e piena di tradizione e di rispetto, che dovrebbe esistere nel rapporto tra toro e torero, cosa che nulla c’entra con le corride per turisti che conosciamo.

Allo stesso modo, l’uomo pescatore qui raccontato vive un rapporto che vede il medesimo rispetto per quello che è il suo avversario, ossia il pesce.

Il libro è pieno di dettagli che confermano questa cosa.

Compito del lettore riuscire ad identificarli e farli propri.

Tempo di lettura: 1h 47m


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