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Un paese feudale parte seconda

Creato il 02 giugno 2012 da Angel
Nel mio precedente articolo, pubblicato su questo spazio il 19 ottobre 2011 dal titolo “Un paese feudale”, sostenevo quanto avanzato fosse, a seguito delle violenze di Roma, il processo di feudalizzazione della società italiana. Una feudalizzazione moderna, certo, ma pur sempre feudalizzazione, fondata sulle caste economico-produttive, sulla frammentazione politica locale ecc. A distanza di diversi mesi, penso vadano registrati alcuni fatti che accentuano, in maniera a mio dire definitiva, il costituirsi di questo fenomeno. Il primo è la sciagurata decisione del prefetto di Roma (Pecoraro), avallata dal presidente del consiglio Mario Monti, di creare una discarica a ridosso del complesso archeologico di Villa Adriana a Tivoli. Una decisione quantomeno discutibile, per usare un pallido eufemismo. Il punto, però, non è questo. Ha a che fare, piuttosto, con il livello di imbarbarimento delle istituzioni di questo paese. Sempre più grandi e vuote cattedrali nel deserto. Piazzare un immondezzaio alle spalle della villa adrianea, infatti, equivale solo a degradarla, dequalificarla. Ricordate cos’ era l’ Italia, Roma nella fattispecie, nel Medioevo? Era abbandono, desolazione con un patrimonio archeologico che fungeva da “super market” per gli scopi più disparati. Una Roma buia e incurante delle sue radici. La discarica di Villa Adriana è un atto barbaro che si inserisce nel quadro di un paese anch’ esso barbaro, selvaggio; preda di un medioevo, ahinoi, appena iniziato. Questo paese assomiglia sempre di più al suo lontano medioevo. Il secondo fatto di cui vi voglio parlare rende ancora meglio il concetto. Mi riferisco allo scandalo scoppiato nella curia vaticana. Stiamo venendo a conoscenza di una Chiesa, quella cattolica romana, sempre più centro di un potere oscuro e opportunista, dimora del suo vero anticristo. Lotte sotterranee, fazioni, banche, potere, corruzione. Emerge il profilo di un mondo che più vicino al medioevo non si potrebbe. Lo schema di un Italia medievale o, se si preferisce, medievalizzata è, a questo punto, completo: un papato accentratore e marcio nelle sue figure chiave (cardinali e vescovi), uno stato latitante ( si veda lo squallore e lo sciattismo con i quali si è affrontata il dramma del terremoto in Emilia) e, su tutto, l’ oscurità nella quale versano le più importanti leve della ricchezza e dell’ economia del nostro paese: il patrimonio artistico-culturale e quello naturale. Allo stato attuale delle cose, è difficile prevedere quanto a lungo durerà questa età buia. Si ricordi, tuttavia, che l’ Italia si tirò fuori dal suo “primo medioevo”, per esempio, con una classe politica lungimirante, con pensatori dallo straordinario spessore intellettuale. Considerando che, al momento, non possiamo contare su nessuna delle due cose, la strada per la ripresa si annuncia tutta in salita.

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