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Un pezzetto di me

Da Alice

Per più di dieci anni la danza classica è stata parte della mia vita, parte di me, anche se non avevo intrapreso la via del liceo coreutico, perché non mi sentivo all’altezza e nemmeno le mie finanze lo erano.
Gli anni delle elementari, medie e liceo sono stati quelli della mia formazione, non solo mentale, ma anche fisica e psicologica. Grazie alla danza sono riuscita a uscire da quel guscio di timidezza che mi lacerava, amici ne avevo, ma mi sentivo a mio agio solo con loro o con i miei genitori, che un po’ erano preoccupati. Il dovermi esibire su un palco per il saggio di fine anno però, nonostante avessi solo 7 anni, non mi aveva sconvolta più di tanto. L’adrenalina aveva aiutato, ma quelli che alimentavano il coraggio erano gli applausi. Avere un pubblico che apprezza il tuo lavoro è qualcosa di stupendo.
A 17 anni ho raggiunto il massimo della mia forma fisica. Non ero magra come una modella, ma posso dire con orgoglio che buona parte del mio peso era dovuta ai muscoli. I miei piedi non soffrivano nemmeno più di tanto a stare nelle scarpette da punta e l’incontro con la danza contemporanea aveva lasciato che, oltre alla tecnica, usassi  i sentimenti per ballare. Meno ingessata e più fluida.
Devo molto ai miei due insegnanti, ma solo dal punto di vista professionale, perché avevano (e hanno) un’umanità pari a zero. Quando il mio corpo è cambiato in seguito a delle cure e ho preso parecchio peso, non mi hanno aiutata, anzi… La perdita di mio nonno, a seguito di mesi in ospedale, la maturità, la patente e la danza che non andava… i miei 18 anni sono stati il periodo più pesante della mia vita.
Poi è arrivata l’università, ho cambiato scuola di danza, ma non è più stato lo stesso. Ormai il mio fisico non era più quello di una volta e gli impegni erano triplicati. Non aveva più senso…Per fare una cosa male e con discontinuità, è meglio non farla. Inoltre ero stufa della sensazione di inadeguatezza che mi perseguitava…tutti quegli specchi…mi facevano solo star male.
E ora sono qui. Con qualche vecchia foto sotto il naso e film come Step Up che per anni mi avevano fatta sognare e ora invece mi fanno piangere, ma che continuo a riguardare, per ricordarmi com’era la mia vita prima di cambiare.
Sicuramente però c’è chi è stato o sta peggio di me. E io devo solo ritenermi fortunata.
Un pezzetto di me

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