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Un po’ di libri in lettura: da Chisciotte a Menocchio

Creato il 10 aprile 2011 da Emanuelesecco
sottofondo: Turisas – End of An Empire

don chisciotteil formaggio e i vermilibri per tutti

Questi i tre libri che in questi giorni stanno impegnando, deliziandolo, il mio intelletto. Tutti e tre sono volumi la cui lettura è dettata da due corsi di studio, ma la loro lettura si sta rivelando essere così piacevole che ho voluto scrivere questo post.

  1. Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della Mancia (Letteratura Spagnola II): un libro che non ha bisogno di presentazioni tanta è la sua fama. A dispetto della lunghezza e del linguaggio a volte un po’ troppo articolato, questo libro è un capolavoro nel suo genere e, una volta iniziato, le pagine scorrono via che è un piacere. Innumerevoli sono le volte che mi ritrovo a ridere di gusto leggendo le tragiche gesta di don Chisciotte e del fido Sancio, impegnati in situazioni al limite della comicità ma sempre attorniate da un velo di tristezza per quanto riguarda lo stato mentale del personaggio. Ve lo consiglio vivamente come lettura di piacere. So benissimo che dovrei leggerlo interamente in spagnolo, ma ho deciso di dare una prima lettura in italiano (visto che non sono ancora un hispanohablante a pieno titolo).
  2. Carlo Ginzburg, Il formaggio e i vermi (Storia del Libro): dei tre questo è stato quello che mi ha stupido di più. Si tratta dell’analisi di un processo avvenuto alla fine del XVI secolo, con protagonista un mugnaio friulano, Menocchio, che in quei tempi, in cui la Chiesa perpetrava senza limiti i suoi tentativi di mantenere sotto il proprio controllo le menti della povera gente e non solo, si ostinava a voler pensare con la propria testa. Il mugnaio in questione era abbastanza istruito da riuscire a leggere qualche libro, magari qualche titolo inserito nell’Indice dei Libri Proibiti, e da formulare così un proprio pensiero su Dio, la Chiesa e la creazione del mondo. Questo il pensiero che più colpisce di Menocchio: «Io ho detto che, quanto al mio pensier et creder, tutto era un caos cioè terra, acqua et foco insieme; et quel volume, andando così, fece una massa, aponto come si fa il formazo nel latte, et in quel deventorno vermi, et quelli furno gli angeli; et la santissima maestà volse che quel fosse Dio et li angeli». Per non parlare della sua convinzione che «li prelati ne tien sotto di loro, et fanno per tenerne in bona, ma si danno bon tempo» e, quanto a lui stesso, «conosceva meglio Iddio di loro» (e questo per dire di non credere che lo Spirito Santo governasse la Chiesa). Libro consigliato nella maniera più assoluta soprattutto a chi, e mi riferisco ai cari amici(?) di Pontifex, nega i roghi e i crimini perpetrati dalla Chiesa e dalla Santa(?) Inquisizione.
  3. Lodovica Braida e Mario Infelise, Libri per tutti (Storia del Libro): nonostante si tratti di un’analisi dei generi editoriali considerati più “popolari” (occhio a questo termine) nel corso della storia, il libro in questione mi sta prendendo parecchio. È molto interessante scoprire l’evoluzione, la divulgazione e la scelta dei libri che sarebbero poi diventati dei capolavori destinati a rimanere sugli scaffali per secoli e secoli (long-sellers). Scritto molto bene e scorrevole quanto basta. Si tratta di una lettura senz’altro molto più impegnata dei due libri da me menzionati sopra, quindi non adatto ad una lettura puramente di piacere, tuttavia, se vi interessano la stampa e l’editoria, vi consiglio di leggerlo al più presto.

E con ciò vi auguro buona lettura :-)

 

E.


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