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Un progetto di vita come risposta ai nostri interrogativi esistenziali

Da Angelo84

Avere un progetto significa prendere consapevolezza di ciò che ci può aiutare, durante i vari periodi evolutivi della vita, quali siano gli interventi educativi per sostenere ed alimentare quelle che sono le risorse proprie dei soggetti interessati, aiutandoli a trovare risposte agli interrogativi esistenziali che durante l’arco della vita ci poniamo.


Vi presento ora un breve quadro in cui vengono riportati gli interrogativi che l’uomo si pone nell’arco dell’esistenza:Ø  Infanzia: è l periodo del “perché?”. Verso i tre anni di vita il bambino è alla continua ricerca per conoscere e capire le cose del mondo. “Perché?” è una domanda che permette al soggetto in crescita di immergersi nel proprio ambiente, mediante sollecitazioni e le risposte ricavate. In questo periodo in campo educativo, ci fa notare Maria Montessori, il bambino subisce una vera e propria trasformazione. E’ stato studiato che le impressioni che il soggetto riceve, non solo penetrano  nella sua mente, ma addirittura la trasformano. In questo modo egli crea la propria realtà, la propria consapevolezza del mondo e la conoscenza delle cose (che riguarda tutto ciò che appartiene al suo ambiente).Un progetto di vita come risposta ai nostri interrogativi esistenzialiØ  Adolescenza: In questa fase la questione esistenziale riguarda il “chi sono io?”. L’interrogativo nasce dalla ricerca della propria identità. La necessità di trovare risposta a questa domanda si realizza in un importante lavoro di introspezione e di valutazione della propria realtà personale, e contemporaneamente anche ad una proiezione di sé in un futuro che costruirà sulla scorta delle esperienze trascorse e della situazione attuale. L’adolescenza non è il periodo delle decisioni irrevocabili, ma è proprio qui che affiorano i primi orientamenti esistenziali, importanti, perché eserciteranno una forte risonanza sia sul presente che nell’avvenire.Ø  Giovinezza: L’interrogativo è “che cosa voglio fare di me?”. Il giovane è spinto all’elaborazione di un progetto di vita, trovandosi anche di fronte a scelte, in alcuni casi caratterizzate per la loro irreversibilità. M. Debesse fa riferimento alle famiglie di valori, in modo particolare si rifà ai valori culturali e spirituali. Diventa in ogni caso fondamentale l’aspetto pedagogico dell’intervento educativo.Ø  Età adulta: L’interrogativo diventa “che cosa sto facendo di me?”. Vi è una riflessione della persona sul cammino e sulle scelte di vita intrapresi. Essa esamina quanto è stato realizzato nel passato e di quanto sta accadendo nel presente, confrontandolo con quello che era il progetto formulato precedentemente. L’interrogativo pone il soggetto dinanzi al possibile scarto esistente tra quanto aveva progettato nelle età precedenti, e quanto ha invece realizzato. Inevitabilmente ci saranno conseguenze portatrici di più o meno acuti livelli di soddisfazione o di malessere esistenziale.Detto ciò, quale progetto di vita proporre? Sicuramente consiglio un progetto d’Amore, letto come un progetto denso di significati. Una linea guida che seguiremo nei prossimi articoli.Grazie a tutti per le vostre visite, a presto. 


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