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Un punto a favore del marmo

Creato il 28 gennaio 2016 da Malvino
Sul caso delle statue impacchettate per non turbare lospite in turbante, penso sia utile segnalare il confronto avutosi ieri, a Laria che tira, tra Alessandro Giuli e Matteo Colaninno: mentre il primo definiva inescusabile la premura nei confronti della sessuofobia che è di tutti i fanatismi religiosi, e molto appropriatamente rammentava la furia iconoclasta dei primi cristiani contro i nudi dellarte pagana, sebbene ancor più appropriato sarebbe stato rammentare i braghettoni di Daniele da Volterra ai nudi del Giudizio Universale, il secondo respingeva la contestazione – anche abbastanza infastidito, occorre dire – esortando a porre lattenzione sul fatto che fosse in gioco una partita da 17 miliardi di dollari, e che dunque nessuna premura fosse da ritenere eccessiva, con ciò lasciando nel retrogusto della sua affermazione un che di tremontiano, qualcosa del tipo «fossero saltati gli accordi, ce mangiavamo du’ zinne de marmo?». Lo scambio avveniva poco prima che da Palazzo Chigi fosse licenziata la nota ufficiale che declinava ogni responsabilità dellaccaduto, scaricandola sugli addetti al Cerimoniale di Stato, che di lì a poco lavrebbero rimpallata agli uffici del Consiglio dei Ministri. Quella di Colaninno, in sostanza, sarebbe in breve diventata una cazzuta excusatio non petita in nome e per conto di un esecutivo che presto avrebbe mostrato di non avere alcuna intenzione di sottoscriverla. Riaprendo la vecchia polemica rinascimentale su quale materiale abbia il primato nel rendere al meglio una figura, un punto a favore del marmo (del Museo Capitolino) sul bronzo (della faccia di Colaninno).  

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