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Un ricordo di Angelo Bernabucci

Creato il 28 aprile 2014 da Af68 @AntonioFalcone1
Angelo Bernabucci

Angelo Bernabucci

A’ battuta me piace, Non ce posso fà niente! Forse questa citazione tratta dal film Compagni di scuola (Carlo Verdone, 1988) potrebbe rivelarsi sufficiente a riassumere la resa cinematografica di Angelo Bernabucci, “attore per caso” e subito valido caratterista, romano de Roma, particolarmente a suo agio nei panni dell’arricchito macellaio Walter Finocchiaro, cinico e arrogante, nella citata pellicola di Verdone, autore quest’ultimo da sempre dotato di un fiuto antropologico, idoneo ad individuare all’interno del reale individui rappresentativi di determinati modi d’essere nei confronti della vita, ed elevarli poi al rango di personaggi filmici. In seguito tenne alta la bandiera del borgataro coatto, dando vita ad interpretazioni certo grevi e meno “composte”, ma sempre avvolte in una dimensione capace di andare al di là della classica macchietta.
Venditore di libri, mestiere che continuò ad esercitare anche dopo il successo sul grande schermo, Bernabucci è morto lo scorso sabato, 26 aprile, nella Capitale, all’età di 70 anni.

compagnidiscuola
Nella reunion nostalgica e amara che vede coinvolti, a 14 anni dal diploma, gli ex compagni di un liceo romano, Bernabucci, nel modo di entrare in scena e porgere le battute, come si può evincere dalla visione del video sottostante, si smarca naturalmente dallo status di comprimario.
Il protagonista della sequenza, il pur bravo Fabio Traversa nel ruolo di Piermaria Fabris, nei cui confronti il tempo non è stato clemente (C’hai avuto un crollo … Dall’ottavo grado da’ Scala Mercalli però …), finisce per passare in secondo piano di fronte alle impietose esternazioni del macellaio d’oro vestito e con arie da gran viveur; simpatico e genuino, “ruspante” nell’esprimere in egual misura ironia e un cinismo non propriamente bonario, Bernabucci merita di essere annoverato fra i migliori caratteristi del cinema italiano degli anni’90, come ha già scritto Marco Giusti nel ricordarne la figura, certamente tra gli ultimi veri “non protagonisti”, consapevole di essere tale nel proporre essenzialmente se stesso.


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