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Un sabato di shopping

Creato il 02 aprile 2013 da Tiziana50mq
Quando vado a trovare mia sorella, una delle cose che preferisco fare a casa sua è la doccia.
Detta così può sembrare una cosa strana, me ne rendo conto, ma non è che scendo da casa mia e vado a lavarmi a casa sua. Lei abita in un'altra regione quindi ti metti in macchina, vai a trovarla, mangi lì, dormi lì e quando ti svegli ti lavi lì.
Chiarito questo piccolo dettaglio torniamo alla storia della doccia.
Lei ha una bellissima cabina doccia, non una di quelle superfighe con idromassaggio, sauna e parrucchiere incorporati, no, una di quelle normali, ma bella.
E' grande, angolare, con le porte scorrevoli che si chiudono alla perfezione e trattengono dentro tutto il vapore.
Ti emozioni con poco, penserà qualcuno che non è a conoscenza dei miei trascorsi in fatto di bagni.
In verità più che emozionarmi mi rilasso psicologicamente.
Quando faccio la doccia da lei, faccio la doccia e basta, niente acqua da asciugare sul pavimento o sulla finestra, solo una normalissima doccia funzionante.
Non come la mia che l'altro giorno ha cominciato a perdere acqua dal tubo e sciacquarsi bene i capelli è stata un'impresa.
La soluzione più semplice sarebbe stata andare un'attimo dal ferramenta e comprare un tubo nuovo, ma a volte capita che hai da fare e rimandi al giorno successivo.
Poi capita che il giorno successivo è sabato e tu ti sei svegliata tardissimo perchè il venerdì sera hai fatto una scorpacciata di vita sociale, partecipando a ben due compleanni, così ti metti a preparare il pranzo dimenticando che il ferramenta chiude alle 13:00.
A questo punto entra in scena l'Uomo di casa che, colto da una crisi di panico al solo pensiero di riprovare l'abbrezza della doccia modello "spruzzo acqua ovunque tranne che su di te", decide che è il momento perfetto per fare una gita da Leroy Merlin.
Arrivati lì, come ogni volta che andiamo, passiamo un quarto d'ora a sbavare davanti al reparto delle cabine doccia per ricchi, quelle con l'idromassaggio, le luci psichedeliche, il centro estetico e il giardino zen.
Che poi alla fine una di quelle medie (diciamo senza giardino zen) con 1000/1500 euro la compri pure eh.. ma fortunatamente noi non li abbiamo mille euro da investire in cotanta sciccheria, anche perchè se ce li avessimo, Lui finirebbe per arredarla, darle un nome e farle una proposta di matrimonio.
Salutate le cabine doccia ci spostiamo nel reparto dei poveri, dove ci sono i tubi e i soffioni.
Non che fosse rotto anche il soffione, ma era tanto tempo che Lui voleva cambiarlo per uno più grande, così passiamo tipo dieci minuti a confrontarne due dallo stesso prezzo, finchè io non comincio ad agitarli facendo le vocine tipo "Scegli me! No scegli me sono più carino!" e finalmente ne scegliamo uno.
Prima di andare a pagare, già che c'eravamo, prendiamo anche un barattolo di smalto (che mi serve per ridipingere le sedie della cucina) e qualcuna di quelle ciabatte con i pulsanti per ogni presa (che a casa nostra non sono mai troppe).
Poi ho gironzolato un po' tra le piante e il reparto dello stucco e finalmente ci siamo messi in coda alla cassa.
C'è sempre un sacco di roba interessante in questi posti, ci starei per ore ma poi finirei per convincermi che ho assolutamente bisogno di una motosega o di 30 metri quadri di granito, quindi è sempre meglio farmici stare poco tempo.
Peccato solo per le commesse, che alle volte sono matte.
Una è stata, per un tempo interminabile, con la cassa ferma solo perchè una sventurata signora aveva deciso di acquistare un porta asciugamani.
Un sabato di shopping

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