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Un sarcofago egizio per Giuseppe Parvis

Creato il 03 dicembre 2015 da La Civetta Di Torino @CivettaTorino

Quando l’antropologa Anna Tozzi di Marco mi ha contattata per informarmi dell’esistenza di un sarcofago egizio autentico conservato nel Cimitero Monumentale di Torino, quasi non potevo crederci… Invece c’è davvero, è bello grosso ed è sotto il naso di tutti! Si trova nell’area scoperta della III ampliazione, nei pressi della tomba di Fred Buscaglione. Non presenta particolari decorazioni, è molto semplice, perciò può passare del tutto inosservato… ma ha più di 4000 anni! Risale all’Antico Regno (2650 a.C. circa), è in granito rosa e orna la tomba di famiglia dell’ebanista Giuseppe Parvis. Gli studi sulla storia di questo manufatto e del suo ultimo proprietario realizzati da Anna Tozzi di Marco, insieme all’egittologo Riccardo Manzini, sono stati raccolti nell’interessante volume “Un sarcofago egizio per Giuseppe Parvis” (Kemet Edizioni, 2015).

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Manifesto pubblicitario dell’azienda Parvis recante le onorificenze ottenute. Photo by www.antichitasantoro.com

Questo libro ci racconta l’affascinante vita di Giuseppe Parvis (Breme, 1831 – Torino, 1909) nei minimi particolari. Io vi do solo un assaggio: si formò all’Accademia Albertina e fu allievo del famoso Gabriele Capello, l’artista del legno che lavorò anche nel Palazzo Reale di Torino. Nel 1859 emigrò in Egitto, dove fece fortuna grazie alla sua arte. Era molto apprezzato dal Khedivé Isma’il, che gli rilasciò un permesso per visitare tutti gli edifici interdetti agli occidentali. Prendendo appunti e realizzando schizzi di ciò che vedeva, Parvis arrivò ad inventare lo stile neomoresco (o stile Parvis), in cui l’arte italiana dell’intarsio si mischiava con quella araba, dando vita a mobili molto originali e richiestissimi, che gli fecero ottenere varie medaglie alle Esposizioni Universali. Nel 1900 lasciò l’attività ai figli e tornò a Torino, portandosi dietro il sarcofago donatogli dal Khedivé, che dal 1909 è a guardia della sua tomba nel Cimitero Monumentale di Torino.
L’ebanista non riposa all’interno del sarcofago, che è puramente decorativo in questo caso, ma nella camera sotterranea.

La Sala Egizia di Giuseppe Parvis all'Esposizione di Torino del 1884

La Sala Egizia di Giuseppe Parvis all’Esposizione di Torino del 1884. Photo by www.antichitasantoro.com

“Un sarcofago egizio per Giuseppe Parvis” è ricco di tante altre curiosità. Oltre alla descrizione dettagliata del sarcofago, una parte del volume è dedicata ai motivi egittizzanti presenti nell’architettura funeraria, soprattutto ottocentesca, dei nostri cimiteri: piramidi, obelischi, geroglifici… Non manca l’approfondimento sull’iconografia egizia presente nel Monumentale di Torino. Torino e l’Egitto hanno sempre avuto un rapporto molto stretto: l’apertura del Museo Egizio nel 1824 incrementò l’Egittomania già diffusa all’epoca e molti riferimenti a questo mondo misterioso hanno popolato anche il cimitero aperto alle funzioni nel 1829. Ne è un esempio la curiosa tomba Ventre, anch’essa situata nella III ampliazione, a due passi dalla Parvis, alla quale è dedicato l’ultimo capitolo del libro.

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Lo showroom Parvis al Cairo. Photo by www.antichitasantoro.com

“Un sarcofago egizio per Giuseppe Parvis” è un testo pieno di stimoli sia per gli studiosi di egittologia che per i semplici appassionati. Gli autori hanno associato a un monumento dei volti, hanno ricostruito una storia, ed è soprattutto questo l’aspetto che interessa alla civetta e che rende magico e prezioso il tutto.
Questo libro mi ha fatto scoprire nuove curiosità sul Monumentale, che vi racconterò nell’anno nuovo nella visita guidata “Egitto al Monumentale”. Se volete restare aggiornati su questo evento, seguite la pagina Facebook o iscrivetevi alla mailing list: mandatemi il vostro indirizzo email a [email protected]
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(Anna Tozzi Di Marco è un’antropologa esperta di tematiche inerenti all’antropologia della memoria, vissuta nel contesto della religiosità popolare sia cristiana che islamica in ambito mediterraneo, e alla tanatologia culturale nei paesi islamici. Per 10 anni ha vissuto nella necropoli musulmana del Cairo, che ospita un milione di persone. Molteplici sono i suoi progetti e impegni in corso, tra cui la direzione del Centro di Ricerche e Documentazione in Tanatologia Culturale: www.lacittadeimorti.com)


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