Magazine Diario personale

Un trench è per sempre!

Da Gattolona1964

 

Non possiamo non amare un capo d’abbigliamento così accomodante, classico, elegante, pratico e che da sicurezza ogni qualvolta lo si indossa. Sto parlando del mitico trench, nato come “trench coat”, cioè quel tipo di impermeabile con la cintura. Il trench è un tipo di cappotto, più leggero come peso però, che va ad imitare quel semi cappotto indossato dagli ufficiali dell’esercito Britannico. Il suo nome deriva proprio dall’inglese, “trench coat”, cioè cappotto da trincea. E’ famoso per i dettagli ed ha caratteristiche sartoriali ben delineate, prima tra tutte la cucitura a mano del colletto. Occorrono circa ventuno minuti per cucire un colletto e ci sono dodici piccole cuciture ogni 2,5 cm di stoffa, in questo modo si adatta perfettamente ad ogni tipo di collo. Sulle spalle imperano le spalline che un tempo servivano per fissare il binocolo, oggi per per evitare che un’eventuale sciarpa possa volare via. La chiusura a chiavistello, chiude il colletto e protegge dal vento. Scendendo troviamo il paracolpi, riparava dal rinculo del fucile e oggigiorno dal vento, precisando che non ripara dal freddo e dal gelo. E’ pur sempre solo un impermeabile, perciò leggero e confezionato con stoffa di “gabardine“, un tessuto in filato pettinato di un certo modesto peso e tessitura asciutta. Troviamo inoltre gli anelli a “D” che servono per non far sfilare la cintura e servivano un tempo per infilarvi le munizioni. Il cinturino sopra il polso occorre per fermare le maniche arrotolate per un look “effortless”. Abbiamo ancora la fibbia della cintura, che si portava un tempo solo  annodata. Infine la fodera interna, in check, come vuole la tradizione inglese. Il nostro amato, classico e instancabile soprabito, non dobbiamo dimenticare che nacque nel 1901, quando il Ministero della Guerra inglese, ordinò un modello, a metà strada tra l’impermeabile d’ordinanza e il cappotto militare alla ditta Burberry, capitanata da Sir Thomas Burberry, che dal 1856 produceva il primo modello di impermeabile. Il nostro discreto impermeabile fu reso famoso da attori come Humphrey Bogart, Peter Falk nel Tenente Colombo e Peter Sellers nella saga della Pantera Rosa. Donne famosissime con uomini altrettanto famosi hanno fatto dell’impermeabile un segno di riconoscimento: da Audrey Hepburn a Meryl Streep, da Faye Dunaway, Joan Crawford, Ava Gardner. I mitici Bill Cosby, Dean Martin, Frank Sinatra, Dan Rowan, Dick Martin, Alain Delon con l’inseparabile Borsalino, Jean Paul Belmondo che lo indossava con la coppola, John Lennon e Yoko Ono negli anni della constestazione. Questa giacca piuttosto lunga ha fatto il giro del mondo ed è diventata un vero e proprio pezzo da collezione! Lungo sotto al ginocchio, corto a “spolverino” primaverile, colorato, stretto, largo a ruota, aderente al corpo, morbido, rigido in tela cerata, plissettato, lucido, opaco, tinta unita o disegni geometrici, a quadri come vuole la tradizione inglese, cucito con stoffe di diverso peso. A mono, doppio e triplo petto, abbottonato fin sotto il mento o lasciato aperto, rimarrà per sempre un evergreen. Certo lo hanno spersonalizzato, variato e modificato geneticamente, ma nel nostro cuore e sul nostro corpo ci ricorderemo di quel color verde militare e del color cachi (marroncino come il fango). Nel nostro armadio almeno un paio di trench dobbiamo averli a portata di mano per indossarli nelle occasioni più svariate. Con un trench non occorre guardare l’agenda o sapere che ore sono: lo puoi indossare per una colazione di lavoro, per un cocktail, per una serata a teatro, oppure più semplicemente per andare dal fruttivendolo. Sta a noi renderlo elegante, vistoso, neutro o scialbo, oppure lasciare a lui la propria impronta di naturalezza originale e quel non so chè di vintage e di colui che a cento e passa anni, può dire la sua in fatto di classica tipologia di abbigliamento!

 



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