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Un uomo di passaggio

Creato il 05 novembre 2012 da Libereditor

Il mio piano originario prevedeva di imparare la lingua leggendo i capolavori della letteratura spagnola in originale, e avevo fantasticato sulla natura e l’effetto di uno spagnolo assimilato cosí, sul modo in cui le sfumature arcaicizzanti e la solennità formale della retorica si sarebbero scontrate con la banalità della vita quotidiana, dando l’impressione che fossi venuto non tanto da un altro paese, quanto da un altro tempo. Mi immaginavo usare uno splendido e raffinatissimo giro di parole davanti al fuoco, dopo che Jorge aveva tirato fuori quell’erba micidiale, e vedevo dipingersi sulle facce degli altri la consapevolezza che l’incapacità a capirmi non dipendeva dalla mia ignoranza o dall’accento, ma da quanto erano lontani dai vertici della loro stessa lingua. Mi immaginavo dalla loro prospettiva dopo che ero arrivato a padroneggiare quella lingua alta: aurato, con il mio esempio che si affermava come simbolo di una forza latente nella loro lingua, e da allora in poi persino i miei silenzi sarebbero apparsi finemente cesellati, carichi di significato. Ma sembrava che non riuscissi a dedicarmi alla prosa in spagnolo, anche perché dovevo cercare così tante parole che non riuscivo mai a sentire per davvero il movimento di una frase; per me continuava a essere una serie di particelle, mai un’onda; non avevo la pazienza di leggere e rileggere lo stesso brano finché le parole smettevano di essere semplici punti e formavano una linea. Arrivai a rendermi conto che, piú della trama e del significato convenzionale, per me era di gran lunga piú importante il movimento in una precisa direzione che percepivo leggendo opere in prosa, la filigrana del tempo nel suo trascorrere, la macchina bianca della vita.
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Un uomo di passaggioNiente è più americano che scappare verso l’Europa fingendo di non essere americani.
Adam Gordon è un brillante e inaffidabile giovane poeta americano che arriva a Madrid nel 2004 dopo aver vinto una borsa di studio. Sembra che stia lavorando a un lungo poema sulla guerra civile spagnola, ma in realtà la sua “ricerca” personale sta prendendo una forma diversa. Adam sa che non esistono risposte, ma che bisogna continuare a porre domande. Ha però grossi dubbi sul valore della poesia, sul ruolo del poeta che cattura la realtà sulla pagina sapendo già di fallire.
Che cosa è reale quando le nostre esperienze sono mediate dal linguaggio, dalla tecnologia, dai farmaci e dalle arti? La poesia è una forma d’arte essenziale o è semplicemente uno schermo per le proiezioni del lettore?
Scritto con una prosa molto particolare che passa dal comico al tragico, Un uomo di passaggio è il ritratto di un artista da giovane nell’epoca delle ricerche su Google e dello spettacolo fine a se stesso.

Ben Lerner, Un uomo di passaggio, traduzione di Laura Prandino, collana Bloom, Neri Pozza, 2012.


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