Non è la prima volta che parliamo di imponenti sculture e installazioni. In particolar modo, non è la prima volta che parliamo di opere fatte con la carta.
Anche l’artista cinese Zhu Jinshi, classe 1954, ha utilizzato materiali simili. Per creare la sua monumentale Boat, esposta di recente a ART13 London, ha utilizzato ben 8000 fogli di carta di riso, oltre a 800 aste in bambù, e a una quantità imprecisata di filo di cotone, per tenere in sospensione l’opera stessa.
Di certo, il fatto di avere scelto come soggetto una barca contiene in sé numerose risonanze metaforiche: barca come viaggio, trasferimento, ma anche trapasso, morte, percorso ultimo. C’è da dire che Zhu Jinshi nasce, e cresce, come pittore astratto, e nelle sue creazioni la pittura ad olio si accumula, strato dopo strato, fino a proiettarsi fuori dal supporto, creando un preciso effetto volumetrico, scultoreo, molto straniante.
Insomma, non si tratta dell’ultimo arrivato, e anche se non sapessimo che ha fatto parte di un gruppo di avanguardia nel quale vi era anche Ai Weiwei, non avremmo comunque difficoltà a capire il valore di questo artista.
L’arte contemporanea è vivacissima, forse un po’ come tutta l’arte, quando è “contemporanea” a chi la guarda e ne fruisce; e ci invita a giocare, anche fosse solo intellettualmente. Che si tratti di un cavallo con la testa conficcata in un muro, o di bambini enormi o appesi ad un albero, di una spaccatura o di squali in formaldeide, la cosa più bella e importante è avere recuperato il gioco. E lo stupore.
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