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Una bella bici che va a cura di Isabella Borghese

Creato il 07 maggio 2014 da Ilbicchierediverso

Una bella bici che va a cura di Isabella Borghese

“Una bella bici che va
pedalante mobilità
anima testarda di una coccarda vivrà
una bici la si ama
come l’ultima delle fantasie
c’è uno scatto che ti chiama
come il fischio che hanno le frenesie”

Mi gira in testa e nelle orecchie la canzone di Paolo Conte “Velocità silenziosa”. Il disco è di mio padre, un LP vecchio e logoro, ma che suona ancora nuovo e fresco. L’ho messo su perché un passo della canzone ispira il titolo di questa antologia, perché è l’essenza stessa della bicicletta e tutto il resto fa da sfondo.

Mentre lo ascolto, quasi rapito, finisco di sfogliare le ultime pagine di “Una bella bici che va”- edizioni Giulio Perrone- a cura di Isabella Borghese. Un’antologia che cerca di raccontare, e ci riesce magnificamente, un’ idea di bicicletta tutta nuova:  le due ruote come stile di vita, il piacere di costruirsela, di viverla appieno, come compagna di viaggio, come prolungamento del proprio corpo, per vivere a stretto contatto con il circostante, talvolta alzandosi in piedi e pedalando.

Non solo un mezzo, ma una dama da coccolare e amare , le due ruote che mostrano un lato romantico e artistico, alcune volte con la forza prorompente di un dipinto Futurista, altre vicino al quotidiano e al cuore come il capolavoro Neorealista “Ladri di biciclette”.

Come in sella ad una bici, ci si sposta in continuazione, in un viaggio tra ricordi e città: La Romagna silenziosa e placida di “Passeggiata d’Agosto”  scritto da Valentina Olivato, la Roma dai tratti forti descritta da Alessio Dimartino in “Animali spiaccicati sul ciglio della statale”, una Fiuggi bella e il suo cielo grigio in “La ruota va a raggi” di Alex Pietrogiacomi, la metafora di un amore infinito- quello per la bici e per il proprio uomo- de “In Tandem” scritto da Micaela Di Trani e poi Sofia “riccioli rossi” e Dario e L’Aquila. Le parole che ne fuoriescono hanno l’odore dell’erba tagliata, del terriccio umido, delle ginocchia sbucciate, del sudore, dell’aria in faccia, che vengono magnificamente descritti dai venticinque autori interpellati, ognuno dei quali racconta con enfasi e minuzia di particolari la propria esperienza con l’amata compagna d’avventure.

In tutto questo, i luoghi e i paesaggi attraversati  non fanno solo da cornice, ma finiscono col fondersi in un’alchimia di sensazioni che porta con sé il sapore dolce dei ricordi.

Un’antologia da vivere, per un viaggio nel viaggio, in un mondo fantastico, antico, e appassionante come quello della bicicletta.

di Cesare Colonna

Una bella bici che va
A cura di Isabella Borghese; AA.VV.

con inediti di Stefano Benni, Fulvio Ervas e Andrea Satta

Giulio Perrone Editore-2014


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