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Una Cerex, non basta ma aiuta

Creato il 22 agosto 2011 da Kisciotte @Kisciotte_Dixit
“Blog” è una parola corta.A pronunciarla non si capisce bene quanto sia complessa in realtà.Altro che monosillabo!
Se hai una mente semplice (e la semplicità è una preziosa qualità, sia chiaro) riesci a farlo partire e viaggiare senza problemi.Ma se hai una mente complessa (e la mia lo è al limite della complicazione aggrovigliata) diventa molto più arduo mettere in chiaro le situazioni.
Così magari avvisi gli amici, i quali ti hanno trifolato i coglioni per anni “Fai un blog! Fai un blog!”, che “Ok! Mi avete convinto! Faccio ‘sto blog!”
E dopo un mese e mezzo di silenzio uno di loro ti domanda “Ma hai già rinunciato? Non ti viene un’idea per il nome da dargli?”
“Rinunciato?! Ovvio che no! E magari mi mancasse l’idea per il titolo! Nelle prime tre settimane ho aperto circa 15 domini su wordpress, sperimentando 154 diversi template. E ogni titolo che mi viene in mente, scodella un ovetto con dentro altri 5 titoli papabili. È tutto un grappolo infestante di idee, e mi sta strangolando come un rampicante carnivoro. Vuoi darmi un'idea per il titolo del blog?!?! Vuoi che l'aggiunga alle altre 269 che ho in testa e alle altre 46 che ho già registrate?! Mi prendi per il culooo?!?!!?!?”
“Ah! E alla fine che templete hai scelto?” dando con irritante superficialità un bel colpo di spugna su centinaia di ore di travaglio per partorire ‘sto blog.
“Alla fine ho deciso che wordpress non mi soddisfa con i suoi template fatti apposta perché tu scopra esattamente cosa a ognuno di essi manca che invece l’altro che hai provato prima aveva, ma che hai abbandonato perché quella funzione che ha il template attuale, quello di prima non l’aveva. Porco Iddio!”
Insomma, un bel vaffanculo a wordpress, che se sei bravo a smanettare con i codici e sai personalizzare, è la piattaforma perfetta, ma se sei incapace come me, ti lascia sempre quel senso di castrazione da blogger impotente.
E allora dopo una rapida capatina su Splinder approdo a Blogger. Per uno col mio profilo informaticamente basso va benissimo.
Così ho passato le ulteriori tre settimane a definire il titolo e il layout ecc.
Ma non finisce qua.Perché dopo anni di chat e mail, ti ci devi capacitare all’idea che sul blog ci scrivi e non è detto che qualcuno legga o risponda.
Non ne faccio certo un fatto di vanità o presunzione. È solo che io sono allenato allo scambio comunicativo tennistico: “io batto e tu rispondi da sinistra… anzi no facciamo che io batto da sinistra, tu rispondi da dove vuoi, ma io batto da sinistra… almeno fino al decreto legge sul tennis ad personam”.
Non mi preoccupa e non mi ferisce se pochi o nessuno leggono i miei contenuti.Nemmeno Dio si preoccupava se i suoi dieci aforismi (edizioni Roveto Ardente) sarebbero stati recepiti solo da una minoranza di intelligentoni eletti che insegnano la morale agli altri, rimanendo disattesi da una moltitudine di teste di cazzo eretiche spiritualmente inferiori depravati brucerete tutti all’inferno bastardi!
Insomma, manco io mi preoccupo se ci sono dei coglioni che non mi leggono.So scrivere articoli, e post, sì, sì, sono capace.Ma sento il bisogno dell’interazione.
E allora scrivo i primi post, ma intanto vado a fare commenti sugli altri blog, con un animo un po’ da troll avulso, un po’ da disadattato emarginato. Entrambi i soggetti cercano di richiamare l’attenzione, almeno lì sono certo che c’è “movimento”.
Fatto sta che nelle ultime settimane ho bighellonato in giro per blog altrui e sicuramente qualcuno mi avrà preso per pazzo, visto che i miei commenti a volte erano più lunghi dei loro articoli.
Bilancio dei primi mesi: più che il blogger, sto sviluppando la figura del moderator: vado a infarcire di contenuti (de qualitate non disputandum) i blog di altri. Potrei farne una professione e farmi pagare.
E questo perché?Perché non so che dire? Perché ho la mente vuota?Magari, kristo d’un dio! Magari! Beata ignoranza.
No! Perché da novello blogger mi trovo nella non originale, ma pur sempre concreta situazione di dover operare delle scelte: non tanto dei temi trattati, ma del tono, del taglio, della scurrilità o meno.E allora mentre valuto di aprire due blog, alla dottor Jekyll e mister Hyde, come un Giano Bifronte, mentre decido se argomentare con riflessioni mondate da ogni scurrilità, o se infilare un rosario di madonne in croce e bestemmie di farcitura, di fatto nulla accade.
Dentro il cranio c’è un continuo cantiere, ma tutto il magma si ingorga nella mancanza di messa a fuoco, la lava si raffredda e si fa tappo di se stessa e ostruisce ogni realizzazione.
E il blog appare come l’ennesimo cantiere abbandonato, generato da dubbio appalto cerebrale, un vulcano spento alla mercè di sfondo per turisti con gli occhi a mandorla per foto ricordo di ‘sta minchia.
E ciò che più mi spaventa è che magari tutti quei blog aperti e abbandonati, non sono stati aperti da soggetti superficiali e immaturi; magari anche per Kisciotte è già pronta la fossa nel cimitero delle implosioni cerebrali.
In questo frangente arriva il dottor Cerex, de “Il Minimo Necessario”, nonché artefice della sua stanzetta privè "Il blog di cui si sentiva la mancanza".
Cerex: "Perché non aggiorni più? Non ti starai tirando indietro perché il male ed il potere hanno un'aspetto così tetro..."
Viene a verificare le condizioni del malato di mente.
“Sì, battito ed escursione toracica presenti. Ora aspettiamo che si svegli e poi vediamo se parla la nostra lingua.Per rianimarlo niente alcolici, che abbassano la pressione, niente whisky, niente vino, niente birra, né Heineken, né Tuborg, né Moretti.
Ecco! Sta rinvenendo... magari qualcosa l'ha spaventato ed è svenuto..."
"Grazie dell'interessamento dottore, ma non ho paura delle miserie del mondo esterno... convivo con me stesso da quando sono nato, se non mi faccio paura da solo, poche cose al di fuori di me sono in grado di spaventarmi. Ma, visto da dentro, il quadro clinico è ben più complesso, comunque grazie per il commento, un bel gesto di umanità, apprezzo il tentativo, ma non garantisco risultati, tanto meno a breve."
L'unica certezza è che questa Cerex, in un sabato mattina di quotidiane perplessità, l'ho bevuta volentieri.
Prosit!
K.

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