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"Una Conversazione Aliena con Franco Battiato" di Maurizio Baiata

Da Risveglioedizioni
Risveglio Edizioni, Libri, Spiritualità, Meditazione, Medicina, Cosmologia, Arte, Filosofia, Ufologia, Federico Bellini, Ambra Guerrucci, Osho, TV Con questa intervista risalente alla fine del 1998, si apre una serie di miei articoli dedicati a Franco Battiato, il Maestro. La pubblicai sul bimestrale “Dossier Alieni” (numero 17, Marzo/Aprile 1999)....
Negli anni ’70 su Franco Battiato avevo scritto per diversi periodici musicali. La critica, generalmente non amava la follia sperimentale che l’artista siciliano proponeva fregandosene altamente di tutto e di tutti. Per me, visceralmente legato ad ogni esplorazione che andasse “oltre”, era stato amore folle nel momento in cui la puntina del mio giradischi si era insinuata nel primo solco di “Fetus”. Di quello che scrissi su di lui vale un pezzo pubblicato dal settimanale Ciao 2001 (n.39, 1 Ottobre 1972) che a breve proporrò su questo blog nelle sue pagine originali. Poi, a Battiato il mensile “Best” dedicò la copertina dello speciale “Avanguardia” del Maggio 1977, i cui testi redassi interamente. Quindi, gli effimeri anni Ottanta, Battiato superstar e io giornalista rock in prestito agli USA. Ci siamo ritrovati molti anni dopo. Oggi, all’ennesimo ascolto dell’album “Joe Patti’s Experimental Group” che Franco ha realizzato con Pino Pinaxa Pischetola, e il cui tour europeo è stato trionfale, vado capendo qualcosa di lui. Il cerchio si sta chiudendo. Ne parlerò prima possibile. Torniamo al 1998. Come si evince dall’intervista, dal bozzolo in cui lo avvince un carattere fondamentalmente schivo, Battiato emerge solo a tratti. In particolare farlo parlare di UFO ed ET è impresa ardua. Ma talvolta ci si riesce.  E di questo gli sarò sempre grato. All’intervista sono state apportate minime correzioni di testo. Buona lettura! (Maurizio Baiata, 13 Marzo 2015) "Se fossi extraterrestre…" di Maurizio Baiata, Roma, Dicembre 1998 Cosa sono le luci che si vedono nel cielo? Lo abbiamo chiesto all’unica persona di nostra conoscenza capace di coniugare l’essenza primordiale della musica con uno spirito libero e in espansione: Franco Battiato Maurizio Baiata: Dopo tutti questi anni, cosa mi puoi dire della musica dei Settanta, quella dei tuoi primissimi momenti? Franco Battiato: In generale non sono tenero verso il mio passato, ma neppure troppo duro, devo dire, perché sono tappe necessarie per approdare ad altri lidi. Sicuramente devo parlarti attraverso la mia persona, perché non posso avere un’immagine obiettiva né di me né tanto meno di quello che è stato negli anni Settanta. C’era un ideale che tutti abbiamo perso per strada, di purezza. A quel tempo nessuno pensava ai soldi, alla hit parade, si andava a suonare anche solo per recuperare le spese e questo era molto bello perché la tensione, anche di certi ascoltatori, non solo nostra, non solo in campo artistico, la tensione aveva alzato il tiro, quindi avevamo bisogno di qualcosa che ripulisse. Poi tutto è rientrato, ma è giusto così, i salti in avanti e indietro servono per assestarci, eccetera. Maurizio Baiata: Ma erano solo giochi? Secondo me no, ci si credeva. Franco Battiato: Certo. La pulsione musicale era primigenia, difficilmente si è più ritrovato qualcosa del genere, un suono che non rappresentava per niente la vita contemporanea, e questo è successo poche volte nella storia. Un suono che trascendeva la società. Per arrivare non a caso… la diffusione delle droghe veniva vista in funzione di un allargamento di coscienza, non per uscire dalla routine del capufficio che ci bacchetta, insomma. Cambia molto. Maurizio Baiata: Noi assistevamo alla nascita di un nuovo rapporto uomo-macchina… che tu interpretavi, ponendoti di fronte ad apparecchi elettronici, agli oscillatori, ai sintetizzatori, ma è chiaro che in quel momento non rappresentavi il virtuoso alla Keith Emerson … Franco Battiato: Questo è sicuro… Maurizio Baiata: E non ti interessava un certo tipo di musica. Per molti anni mi sono chiesto, a proposito della prima fase, quella di “Fetus” e “Pollution” e sino a “Sulle corde di Aries”, che era del tutto esplorativa, cosa è successo? Franco Battiato: Questa esplorazione era anche di natura sciamanica, come attraverso lo spirito si possa invadere e pervadere la materia senza bisogno di tecniche strumentali che servono, ma sono adatte ad altre categorie, no? Quindi l’impossessarsi di uno strumento attraverso lo spirito è metafisica, costringere la propria inettitudine a diventare eccellenza, no? E questo me lo ricordo durante tanti concerti di improvvisazione come un qualcosa di assolutamente, ripeto, sciamanico, terapeutico. Maurizio Baiata: Il musicista deve per forza stabilire un rapporto con il pubblico, anche lo sciamano compie un’opera per gli altri… era questo che allora pensavi? Franco Battiato: La pensavo così e certe volte mi arrabbiavo proprio sul problema della comunicazione, perché, dicevo, io sto mettendo in gioco la mia vita, poi è ovvio che le cose un po’ si modificano. Sono ancora d’accordo con quelle teorie, ma oggi è chiaro che il rispetto per il pubblico ha bisogno di più formalismo, però ho sempre pensato che la gente rischiasse poco in generale.GOMMALACCA (F. Battiato) - Front cover Maurizio Baiata: Nel primo video tratto dal tuo ultimo album “Gommalacca”, N.d.A.)  un elemento colpisce immediatamente, quella luce che percorre il sotterraneo. Franco Battiato: Beh, è un fatto un po’ casuale, però nello stesso tempo anche questo brano che sembra apocalittico in realtà per via dell’inciso, di una certa carica proprio elettrica, mira a scuotere, quindi la ricerca della luce c’è sempre. Maurizio Baiata: La luce interna o esterna? Franco Battiato: Non penso che esista luce esterna, se no basterebbe quella elettrica, no? Maurizio Baiata: E allora cosa sono le luci che si vedono nel cielo? Franco Battiato: Quella è una manifestazione, non mi meraviglia quello che stai dicendo, come se tu vedessi un santo, no? Una luce esterna per te, ma è interna per lui. Maurizio Baiata: Da questo punto di vista quello che tu esprimi nel video e quello che ti sto dicendo come ricercatore di ufologia, è che noi siamo un tramite della luce. Franco Battiato: Certo, non ho dubbi. Maurizio Baiata: Abbiamo avuto contatti con scienziati, militari, persone che ci hanno raccontato cose straordinarie e che piano piano si divulgano e coincidono con la nuova scienza o con quelle branche della scienza che derivano dalla fisica più moderna, quantistica. Il corpo umano è un conduttore elettromagnetico, il corpo di alcuni degli alieni, recuperati presumibilmente a partire dal ’47 dagli Americani, era un conduttore elettromagnetico, loro vivevano per energia elettromagnetica in simbiosi con il disco, con l’oggetto. Se questo fosse vero, tu cosa ne pensi? Franco Battiato: Questa cosa mi lascia del tutto indifferente, perché in realtà che cosa c’è di positivo o negativo nella simbiosi, poi bisogna vedere cos’è lui veramente, come quando certi chitarristi rock diventavano tutt’uno con la chitarra, esponevano le loro viscere attraverso le corde e Hendrix ha dimostrato come non si separasse più dallo strumento… era un prolungamento… Maurizio Baiata: Per me è sempre stato palese. Il nostro problema è il rapportarci in qualche maniera con “loro”. Al di là delle ipotesi contattistiche, noi siamo assolutamente convinti che il tempo si stia avvicinando e che l’uomo non abbia sfortunatamente i mezzi di per sé per comprendere. Franco Battiato: Li ha, ma dipende da esperienza a esperienza. Maurizio Baiata: E la gente chiede sempre “ma perché non si palesano? Perché il governo tiene tutto all’oscuro?”. Tu cosa pensi del fatto che non si palesino? Franco Battiato: A me sembra così consequenziale, non mi porrei mai una domanda così fessa. Sono territori a noi abbastanza sconosciuti, come dire “Dio, perché, se è infinitamente buono, c’è il male sulla Terra? Il male esiste perché c’è Dio, se no… devo dire che questa domanda mi lascia indifferente, perché se io fossi un extraterrestre e anche molto evoluto farei attenzione a muovermi, perché so quanto danno può fare la cosa a persone che non sono adatte a ricevere… come se tu dicessi a una persona qualunque: “esiste la reincarnazione”. Se la persona non è preparata può andare fuori di testa, se la notizia le arriva e la sente come la deve sentire, non come una favoletta. Maurizio Baiata: Tu credi che la gente non sia ancora preparata? Franco Battiato: Io credo che loro scelgano delle persone che possano avere e che hanno anche una natura, perché poi gli elementi sono tanti. Esiste l’ateo, esiste il miscredente, il credente, il falso credente… se un super materialista avvistasse un disco volante non lo vedrebbe, perché non gli apparirebbe, o lo trasformerebbe in un elemento aeronautico. Credo che loro in qualche modo scelgano delle persone che siano aperte ai mondi esterni. Maurizio Baiata: Nell’arco di 50 anni, dai primi avvistamenti resi noti ad oggi, innumerevoli sono stati gli avvistamenti in tutto il mondo. Noi crediamo che la coscienza degli individui, attraverso altri studi, come quelli di cui tu ti sei sempre occupato, sia cresciuta, quindi dovrebbe essere più pronta. Forse per questo, non per visioni millenaristiche a cui non do alcun peso, ci avviciniamo al momento del contatto. Franco Battiato: Può essere, ma c’è bisogno di una coscienza collettiva un po’ più attenta. Maurizio Baiata: Se uno si pone a livello di coscienza e dice “io credo in questo e lo trasmetto agli altri”, chiaramente si assume la sua brava responsabilità, cioè quando uno sa determinate cose non le può tenere per sé. Franco Battiato: E beh, sarebbe sbagliato, però come sai, credo che tu ti sia fatto un’etica personale e quindi sai bene con chi parlare e con chi perdere fiato. Non si può neanche fare l’apostolo, a volte il fideismo è peggio del male. Le cose vanno dette al momento giusto alle persone giuste senza violentare le idee degli altri. Maurizio Baiata: Cosa mi dici del film “La Montagna Sacra?” Franco Battiato: Lo ricordo come una specie di miraggio, come Fata Morgana. Maurizio Baiata: Credi che si sia concretizzato? Franco Battiato: No. Maurizio Baiata: C’è chi crede che la Terra sia cava e che ci sia un altro Universo dentro di noi, quello microcosmico dentro il sé personale e quello dentro la Terra. Franco Battiato: A questo credo poco, ma a quello personale senz’altro. Maurizio Baiata: Il concetto della “rotazione” dei maestri Sufi, potrebbe avere qualcosa a che vedere con il principio energetico che ritroviamo nel movimento rotatorio su un perno, su un asse, che alcuni oggetti volanti non identificati denotano nei filmati. Ci può essere una relazione? Franco Battiato: Questo sì, potrebbe essere. I Dervisci rotanti sono stati inventati da un grande poeta persiano che viveva a Conia (Nota). Durante un raptus mistico lui si mise a girare e poi codificò questa danza. E ha sempre rappresentato nella sua simbologia il movimento degli astri, quindi i satelliti con i pianeti e i pianeti con le stelle eccetera. Però c’è anche da dire che questa interazione continua, l’ipnotismo corporeo ti porta sai come una forza centrifuga, viene fuori una coscienza che l’individuo deve prima o poi raggiungere. Poi, questa relazione che tu vedi può anche essere, perché no? Maurizio Baiata: Tu l’hai praticata questa cosa? Mi puoi parlare degli effetti? Franco Battiato: Sono un po’ uguali al Tai Chi, alle meditazioni dinamiche, perché no, anche alla Meditazione Trascendentale, cioè, tutte le volte che un individuo acquieta se stesso, quindi hai tutti i muscoli rilassati, i pensieri non influenzano più il tuo mondo ma si fanno lontani, a quel punto la tua vera essenza comincia a farsi strada, con l’esercizio, come un piccolissimo fiore che tra le rocce tremende comincia a venire fuori da una crepa. Siccome siamo sommersi da falsi insegnamenti e concezioni, allora uno deve solo ricongiungersi alla sua essenza, bella o brutta che sia, poi, una volta capito chi è comincia a modificarsi. Io sono un assassino, non voglio più ammazzare, cambiamo strada… Maurizio Baiata: Ma nel momento in cui si muore, il fatto che si veda quella luce, torniamo al discorso della luce dal quale siamo partiti… Franco Battiato: Maurizio, dipende dalla vita che abbiamo fatto… Maurizio Baiata: Lo so, ma mi pongo il problema delle esperienze fuori dal corpo, non tanto il viaggio astrale, ma quello che viene descritto nell’immediato dopo vita. Franco Battiato: I Tibetani sostengono che all’inizio uno non crede di essere morto e cerca di rientrare nel corpo, ma quando si è morti non si può più rientrare e quindi è chiusa la strada. A quel punto capisce che deve affrontare un’altra esperienza. Maurizio Baiata: Hai parlato di Meditazione Trascendentale, la pratichi? Franco Battiato: Caro amico, io pratico meditazione da 28 anni. Sono contento di questa strada che ho intrapreso, perché è molto personale. Ho utilizzato tecniche che mi hanno passato negli anni perché quella è la base. Una volta che hai imparato la tecnica poi ognuno la applica… come se uno facesse il conservatorio, dopo non suoni più Chopin, ma suoni quello che ti pare. È una meditazione molto interessante, che non ha visioni, niente, è un mondo privo di emozioni grossolane. Maurizio Baiata: Trasferisci questa cosa ad altri? Lo insegni ad altri? Franco Battiato: Qualcosina, con molta cautela. Maurizio Baiata: Alle persone con le quali hai un rapporto… Franco Battiato: Con le quali sento che è il caso, alle altre no. Maurizio Baiata: Grazie Franco, a presto. Appuntamento in Sicilia. Nota: I dervisci rotanti furono fondati nel XIII secolo dal poeta mistico persiano Rumi. Fonte: http://mauriziobaiata.net

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