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Una “cura” tedesca contro l’omosessualità

Da Psicologiagay
 

E’ appena uscita sul Corriere la notizia diffusa dal sito tedesco Telepolis riguardo al lancio di una cura omeopatica contro l’omosessualità, da parte dell’associazione dei medici cattolici tedeschi (BKA). Tale cura consisterebbe in “globuli” (piccole pillole, composte per lo più da zucchero), associate a psicoterapia e consigli religiosi. Secondo la BKA, attraverso questi trattamenti si potrebbe “tenere a bada” l’omosessualità,  considerando lo stato di sofferenza e disagio di molte persone omosessuali.

Una “cura” tedesca contro l’omosessualità

Chiaramente, la reazione della federazione delle lesbiche e dei gay tedeschi (LSVD) è stata tempestiva, giudicando questa iniziativa un insulto omofobico, privo di rispetto per la comunità omosessuale. Renate Rampf, portavoce dell’associazione LSVD, ha sottolineato come questa iniziativa rischi di destabilizzare i giovani bisessuali e omosessuali, facendo presa sulle loro insicurezze, mentre possa influenzare i genitori ad adottare queste “terapie”.

L’introduzione di questa cura anti-gay da parte dei medici tedeschi cattolici rafforza il clima di crociata contro l’omosessualità, portata avanti dai sostenitori delle terapie “riparative” di J. Nicolosi. Soprattutto, l’autorevolezza del sapere medico rischia di esercitare il suo peso nella prospettiva di soffocare l’orientamento omosessuale, considerato dai comitati scientifici internazionali come una manifestazione sana e naturale della sessualità umana.

Vale la pena ribadire che nel 1991 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dal codice delle malattie internazionali e, già nel 1974, l’Associazione Psichiatrica Americana (APA) aveva smesso di considerare l’omosessualità come disturbo mentale. Infine, anche la quarta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV), pubblicata nel 1996, non presenta alcun disturbo legato in qualche modo con l’orientamento omosessuale.

Citando «l’insegnamento della Chiesa cattolica, le Sacre Scritture e gli studi omeopatici di Samuel Hahnemann», i medici cattolici tedeschi partecipano alla diffusione di convinzioni omofobe, a danno delle persone che già faticano a sostenere il peso della propria omofobia interiorizzata. Questa tendenza a esprimere opinioni personali, basate sul proprio credo religioso e avvalorate da pregiudizi, è contraria al mandato etico e professionale di chi riveste una posizione di rilievo in ambito scientifico.

Sappiamo oggi che non c’è niente di patologico nell’orientamento omosessuale. Ciò che, in alcuni casi, può accompagnarlo, è il vissuto di malessere, depressione ed esclusione sociale, a causa della percezione dell’omosessualità da parte dell’ambiente sociale. In altre parole, è la stigmatizzazione dell’omosessuale che andrebbe sanata, non l’omosessuale.

La possibilità di rafforzare l’eterosessualità di un cliente, per il solo fatto che la persona sia stanca di soffrire, esula le competenze del personale medico. Inoltre, non si capisce come un rimedio omopeopatico contro ansia e depressione possa riguardare, nello specifico, l’orientamento omosessuale, dal momento che persone di ogni genere e orientamento possono presentare simili manifestazioni nell’arco della loro vita.

Il sistema di valori in cui si inquadra il trattamento anti-gay rimanda alla cultura eterosessista, dicotomica e sessuofobica propugnata da una grande parte della Chiesa. Ciò che spetta ad un professionista della salute mentale, al contrario, riguarda la capacità di indagare il percorso psicosessuale del cliente verso una sua più spontanea articolazione ed autorealizzazione. Come psicologhe e psicoterapeute, è nostro compito aumentare l’empowerment, l’autoaccettazione e l’autostima del cliente, in modo da favorire il suo benessere psicosessuale. Ci poniamo, quindi, in senso opposto a questi venditori di illusioni.

In definitiva, ogni persona che soffre, eterosessuale o omosessuale, chiede alla scienza di essere aiutata ad avere relazioni più autentiche, intime e profonde. Chiede, anche, di apprendere ad amarsi e ad autoaccettarsi, per convivere aromoniosamente con gli altri. L’elemento che può rendere questo momento esistenziale un’esperienza significativa di apprendimento e di coinvolgimento emotivo è la possibilità di essere accompagnati da alleati del nostro benessere, come psicologi e psicoterapeuti preparati.

A cura delle dott.sse Ilaria Peter Patrioli e Paola Biondi


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