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Una donna e il suo giro del mondo (in bicicletta!)

Creato il 18 marzo 2015 da Masedomani @ma_se_domani

Londonderry è un magnifico pseudonimo. E fra poco vi spiegherò perché.

Annie “Londonderry” Cohen Kopchovsky, la protagonista della storia della nostra fotografia di oggi, è stata un personaggio assolutamente meraviglioso. Nel 1894 Annie ha solo 23 anni, ma è già madre di tre figli, ha naturalmente un marito e – soprattutto – ha una pazza ambizione di quelle che ti entrano nel cranio quasi per sbaglio e finiscono per cambiare la tua storia.

Annie, lettone di nascita ma emigrata negli States da bambina, è venuta a conoscenza di una curiosa scommessa formulata da due ricchi bostoniani (poco da fare a Boston per due ricconi in quegli anni, eh): nel 1884 il ciclista Thomas Stevens aveva percorso 21.700 km in bicicletta in una sorta di giro del mondo, e l’impresa era parsa così sovrumana da spingere i due nullafacenti danarosi a scommettere che nessuna donna sarebbe mai riuscita ad eguagliarla.

Thomas Stevens e i suoi impegnativi mustacchi

Thomas Stevens e i suoi impegnativi mustacchi

Ve lo starete chiedendo: Annie andava in bici? No. Passa le prime settimane di giugno ad imparare a pedalare, ed il 25 dello stesso mese annuncia la sua partenza. Il “regolamento” del viaggio non soltanto prevede un’unica bicicletta e un unico abito (!), ma impone alla protagonista di guadagnare 5000 dollari (!!!), oltre che di procurarsi delle attestazioni dei consoli americani sparsi per il globo che attestino che attestino il suo passaggio.

Il giorno stesso della partenza, la ditta di acque minerali “Londonderry” le propone il primo guadagno: Annie dovrà esporre una targa sulla bicicletta che riporti il nome dello sponsor e… cambiare il cognome in Londonderry.

 

Annie-Londonderry

Annie naturalmente accetta, e ha inizio una delle più straordinarie avventure della storia del genere umano. Saranno 15 mesi di pedalate, dal deserto tra la California meridionale e l’Arizona all’Europa, da Gerusalemme a Singapore. Rientrò a Boston con due settimane di anticipo su quanto previsto, e un paio di migliaia di chilometri in più percorsi rispetto al baffone predecessore. Tiè.

Alfonso d’Agostino


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