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Una dottoressa in medicina, vegana al 100%, e che cura con l’alimentazione.

Da La Palermo Vegetariana

carmela stella

Vive e lavora nella nostra città, e da tanti anni, ma noi non lo sapevamo! Si chiama Carmela Stella, e da molti anni propone ai suoi pazienti la dieta vegana.

Ci rechiamo a conoscerla nel suo studio di via Galilei per saperne di più. La prima domanda verte ovviamente sul suo essere vegetariana: “Sono diventata vegetariana per motivi etici, ma oggi parliamo della salute” esordisce subito la dottoressa, aggiungendo poi  ”Non sono una nutrizionista, sono solo un medico che riconosce l’importanza dell’alimentazione”.

”E quindi” domandiamo “Lei propone ai pazienti una dieta proprio tutta vegana?”

“Presento la dieta vegana come “alimentazione terapeutica”, spiego loro che il latte decalcifica le ossa, e le uova è meglio lasciarle alle galline. Però ogni tanto devo permettere il consumo qualche uovo, almeno per i primi tempi, perché può succedere che il passaggio repentino da onnivoro a vegano risulti un po’ pesante per il corpo. Inoltre stabilisco quantità e qualità di alimenti con un criterio terapeutico.

Alcuni alimenti non devono essere inseriti in determinate patologie. Insomma, seguo il noto insegnamento di Ippocrate: “Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. Solo quando proprio non se ne può fare a meno, prescrivo dei farmaci.

“E i pazienti come rispondono?”

“I pazienti di solito mi chiedono: “Ma dovrò mangiare per sempre così?’” .. “Lei faccia questa terapia – rispondo – e dopo ne riparliamo”.

Raramente poi  tornano indietro, perché ne vedono tutti i benefici. Per me il cibo è “conditio sine qua non”, ed il lavoro sul corpo è fondamentale; ed è anche molto importante che venga supportato da un’attività fisica”.

“Vede” continua “io sono un’esperta in discipline olistiche e dunque il mio approccio è sempre a 360°. Quindi l’attività fisica è fondamentale, ma anche lo stato vitale, o, per meglio dire, la frequenza energetica. Se noi forniamo al nostro corpo la giusta alimentazione e l’adeguata attività fisica avremo una frequenza energetica più alta. Viceversa, più la frequenza energetica è bassa, e più ci sarà bisogno di farmaci.”

Infine non possiamo trattenerci dal chiedere: “Ma quando e come lei è diventata vegetariana e poi vegana?”

“Sono vegetariana dal 2000, e sono diventata totalmente vegana dopo circa due anni.

L’input iniziale è stato il mio legame affettivo con il mio cane di nome Tommy, un randagio del mio paese che ho preso e tenuto con me.

Lo chiamavo” il cagnolino dei fiori” perchè in estate, periodo in cui lo conobbi, dormiva in grandi vasi pieni di fiori. Temevo per lui l’accalappiamento.  Mi chiesi se avrei mai potuto mangiare la carne del mio animale d’affezione, la risposta fu ovviamente NO.

Cominciai ad osservare gli altri animali scoprendo una profonda empatia, e ricordo che provai molta commozione.

Riaffiorarono tanti ricordi infantili sull’uccisione di animali “commestibili” che venivano portati a domicilio vivi, scelti ed uccisi.

Tra questi ricordi quello di una gallina che chiesi a mia madre di non uccidere, così fu per qualche tempo. Giocavo con la mia amica finchè un giorno me la ritrovai nel piatto. Ovviamente non la mangiai e piansi per giorni.

Sin da bambina non avevo molto “gusto per la carne” ma le forzature degli adulti mi fecero cambiare idea, così la mangiai per lungo periodo. Questi i più importanti eventi emozionali.

Già medico nel 2000 iniziai a documentarmi sulla reale necessità di mangiare carne; in effetti se ne poteva fare a meno dal punto di vista nutrizionale anzi, dal punto di vista salutistico sarebbe stato meglio eliminare totalmente la carne ed ed i derivati dalla alimentazione per via del pH metabolico, della reazione acida degli alimenti e per molto altro.

Scoprii un mondo che non conoscevo, che gli studi universitari non mi avevano fatto conoscere. Iniziai a studiare il metabolismo e le patologie con un punto di partenza diverso e congruo all’essere umano,  sia dal punto di vista salutistico che etico.

Navigando su internet vidi le immagini della vivisezione: provai una profonda angoscia ed un malessere che mi accompagnò per settimane.

Mi documentai sulla utilità della ricerca tramite vivisezione. La risposta che mi diedi, dopo studio fu:” Non solo non è utile ma addirittura dannosa”. Scoprii nuovi metodi di ricerca, ancora alternativi, validi, etici.

Fu navigando su internet e soprattutto leggendo di vivisezione che scoprii il mondo delle associazioni e dell’attivismo. Da un po’ di tempo, insieme con altri professionisti, stiamo creando una sinergia che possa essere d’aiuto a pazienti con patologie croniche e neoplastiche.

Il progetto si chiama T C M (Medicina complementare specialistica). Se volete saperne di più visitate il sito www.quadratoviola.it.

Che dire.. Noi già la amiamo!!!


    

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